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Opinioni

Il triangolo

I destini di Umberto Del Basso de Caro e di Clemente Mastella sono indissolubilmente legati a quello di De Luca. Entrambi si potrebbero ritrovare dinanzi allo stesso bivio, muovendo da direttrici solo apparentemente opposte. Tutto dipenderà da quel che accadrà alle elezioni europee, perché quello sarà il passaggio che deciderà il futuro possibile per il governatore. Ecco perché

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Le ragioni politiche che danno conto dell’accordo tra il governatore De Luca e Umberto Del Basso de Caro sono persino ovvie. Il primo ha la necessità assoluta di allargare la propria sfera di influenza su tutto l’apparato democratico regionale per non concedere pericolose sponde al Nazareno quando si arriverà alla resa dei conti. Il secondo, invece, ha la necessità di recuperare la centralità perduta, una concreta prospettiva nelle dinamiche della politica regionale, nel partito e sul terreno della gestione.

De Luca ha scommesso sulla caduta di Elly Schlein all’indomani delle elezioni europee ed è ormai in campo per puntare alla segreteria nazionale del partito. Il libro lo ha scritto con questo obiettivo nella testa, quelle pagine sono il suo manifesto politico, la sua mozione congressuale. Ma nelle more ha la necessità di soffocare ogni possibile dissenso tra le fila del Pd regionale, di affermare la propria egemonia ad ogni latitudine, anche se questo significa, nell’immediato, mettere in discussione accordi in essere, equilibri acquisiti sui territori. A partire dal Sannio, dove in questa fase è prioritario ricucire con la federazione provinciale del partito, prendere le distanze da Mastella, nella consapevolezza che il sindaco non ha alternative ad abbozzare, posto che alternative a De Luca, in chiave regionale, non ce ne sono e non ce ne saranno.

Se poi il governatore dovesse uscire sconfitto dalla contesa con il Nazareno e scegliere la strada della rottura totale per puntare in solitaria al terzo mandato, allora Mastella sarà nelle condizioni di consumare la propria vendetta, che come noto è un piatto che si gusta freddo. Il sindaco si ritroverebbe nelle condizioni perfette per alzare oltremodo l’asticella della mediazione, per capitalizzare al meglio la propria utilità marginale sui territori. E qualora dovesse emergere una ipotesi di centrodestra credibile tanto meglio. Più alta è la domanda più alto sarà l’incasso.

Qualora, invece, De Luca dovesse decidere di cercare la mediazione con una Schlein rafforzata dal voto europeo dovrebbe necessariamente rinunciare al terzo mandato. E a quel punto Mastella dovrebbe ragionare con altri interlocutori. Per ora non gli resta che fare spallucce ed è in questa chiave che vanno lette le dichiarazioni di questi giorni. Al netto di quel riferimento al terzo mandato dei sindaci che non è una semplice provocazione all’indirizzo del governatore ma è un chiaro messaggio ai suoi.

Da parte sua, invece, De Caro ha ricercato l’asse con il governatore per uscire dall’isolamento. Orfano di qualsiasi interlocuzione di peso al Nazareno, fuori da tutte le dinamiche di potere sui territori, in Irpinia come nel Sannio, aveva la necessità di ricercare la pace con il vecchio nemico e l’ha trovata, mettendo sul tavolo la disponibilità a sostenerne la causa in cambio della necessaria agibilità sul piano politico e della gestione. De Caro sosterrà De Luca fintanto che De Luca resterà in partita, lo sosterrà fintanto che il governatore sarà nelle condizioni di tenere fede agli accordi, ma è del tutto evidente che nel momento in cui le cose per lo sceriffo dovessero mettersi male farà i suoi calcoli e deciderà il da farsi.

Se questo gruppo dirigente nazionale dovesse uscire rafforzato dal voto europeo De Caro resterà al suo posto, continuerà a muoversi all’ombra di Santa Lucia, a dirsi favorevole al terzo mandato, con la determinazione a decidere cosa fare solo all’ultimo momento, solo quando, eventualmente, sarà chiamato a decidere tra la fedeltà al partito o la fedeltà al governatore. Se invece Schlein dovesse essere travolta dalle urne allora non avrà alternativa a restare fedele alla causa di De Luca, a garantire il proprio sostegno al governatore tanto nella contesa per la conquista del Nazareno che nella corsa per il terzo mandato che a quel punto non sarebbe più in discussione.

Paradossalmente, dunque, Mastella e De Caro potrebbero ritrovarsi a compiere la stessa scelta. Potrebbero entrambi ritrovarsi alleati del governatore nella corsa per Palazzo Santa Lucia, vuoi nell’ambito di una coalizione di centrosinistra trainata dal Pd, vuoi nell’ambito di un fronte civico a immagine e somiglianza di De Luca. Ovvero potrebbero ritrovarsi alleati contro il governatore, nel caso in cui dovessero decidere di non seguirlo nella sua eventuale avventura civica. Nelle more continueranno a farsi la guerra, come sempre. Una guerra tutta sannita per il consenso. Una guerra che sembrava vinta da Mastella ma che De Luca ha deciso di riaprire.

P.S. Ogni ragionamento sulla possibile celebrazione del congresso regionale prima delle europee non ha alcun senso. Non lo vuole De Luca e non lo vogliono i suoi nemici. Il vero congresso si celebrerà a giugno, alle elezioni europee. Quello, per le ragioni che abbiamo provato ad esporre, sarà il passaggio che determinerà i destini del partito in Campania. Che coincide inevitabilmente con quello del governatore.

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