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Sindacati

Emergenza abitativa, la lettera di Apu e Sunia ai parlamentari sanniti

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“Illustri Parlamentari,
il disegno di legge del bilancio 2017, contrariamente alle nostre aspettative, non contiene nessuna novità positiva per il problema abitativo. È questa l’amara conclusione che deriva dalla lettura del Disegno di Legge di Bilancio per il 2017 depositata alla Camera dei deputati.

Due milioni e mezzo di famiglie che vivono in affitto in case private e che per il 70% hanno una incidenza del canone sul reddito molto pesante, per il Governo non hanno alcuna necessità di interventi.

Le molte miglia di famiglie sfrattate per morosità negli ultimi tre anni con un trend in crescita, le centinaia di migliaia di domande di case popolari senza risposta In Italia, mentre oltre 600 sono le domande delle famiglie beneventane parcheggiate da anni in una graduatoria senza speranza di avere una casa, centinaia sono gli sfratti per morosità intimati nella nostra provincia, la domanda dei giovani e di chi cerca una casa ma non ha la possibilità di acquistarla, segnalano la gravità di un dramma che rischia di esplodere in ogni momento.

Evidentemente per chi governa non c’è problema se non nei momenti in cui esplode il dramma e, come con la catastrofe dei terremoti, solo dopo che ci sono stati anche i morti ci si ricorda che c’è la necessità di provvedere, che vengono snocciolate le solite promesse e vengono stanziati i soliti fondi, che non vengono mai spesi se non con le tangenti, accompagnati dai soliti ampi annunci pubblicitari e qualche splendida slide al computer.

Non è questo il modo di governare un settore così complesso come la casa. Come con i sismi che regolarmente tormentano il nostro “bel paese” non basta fare bei discorsi e stanziare fondi dopo il dramma ed i morti, come per la messa in sicurezza delle scuole non basta ricordarsi della loro scarsissima manutenzione solo ad ogni inizio d’anno scolastico o quando ci scappa il morto, così per affrontare il problema casa nel suo complesso è necessario stanziare e spendere con regolarità fondi per l’edilizia pubblica e popolare e per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato.

Ma di questo purtroppo nessun governo si è più ricordato da quando con l’abolizione dei fondi GESCAL, ai quali è bene ricordarlo contribuivano i soli lavoratori dipendenti ma ne beneficiavano tutti, non si sono più elaborati piani di intervento pluriennali!

Ma veramente pensano che per affrontare il problema casa, che è uno dei problemi più importanti per la concordia sociale, bastino provvedimenti una tantum, senza una progetto di medio-lungo periodo che risponda ai vari aspetti della fame di case e a tutte le domande e problematicità connesse alle trasformazioni urbane?

Ma davvero il Governo pensa che con gli spiccioli dei fondi destinati alla morosità incolpevole abbia risolto le criticità del settore? Ma non si è ancora accorto che quei quattro spiccioli, a causa di criteri balordi e degli ingarbugliati meccanismi di erogazione, non vengono neanche spesi? Oppure pensa che non avendoli spesi, per i motivi di cui sopra, i soldi non servano e che è tutta colpa delle Regioni e dei Comuni?

Gli stessi provvedimenti positivi, come i fondi destinati al recupero degli alloggi sfitti perché degradati degli ex IACP e dei Comuni, non rientrano in nessuna strategia di rilancio dell’edilizia pubblica.

Ci aspettavamo un segnale di inversione di tendenza, ma il testo del disegno di Legge lo ha smentito ed ha confermato il solito andazzo.

Crediamo però che almeno tre punti debbano essere inseriti nel dibattito parlamentare e su questi il SUNIA continuerà la propria iniziativa: il rifinanziamento del fondo di sostegno all’affitto, che da misura pensata come strutturale è divenuto ormai “una tantum”. Deve tornare ad essere un finanziamento certo per garantire un intervento preventivo al manifestarsi della morosità ed è per questo che anche l’attuale fondo per la morosità incolpevole dovrebbe essere inglobato nel fondo di sostegno; un finanziamento pluriennale per l’edilizia sociale ed in particolare di quella a canone sociale. Continuare a far finta che il Social Housing affidato ai privati sia la risposta alla domanda abitativa è pura illusione; un quadro fiscale certo per i contratti concordati. Oggi l’unico strumento per abbassare il livello complessivo degli affitti è rappresentato da questo strumento. Garantire certezza fiscale è una delle condizioni perché funzioni. E’ per questo che è necessario rendere stabile la cedolare secca al 10% che dovrebbe scadere nel 2017.

Contemporaneamente è indispensabile prevedere la possibilità per l’inquilino di detrarre l’affitto dal proprio reddito in analogia con quello che avviene per la prima casa, misura che garantirebbe l’alleggerimento del peso dell’affitto e opererebbe da contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale.

Sperando nell’impegno che, quali rappresentanti della nostra realtà sannita e campana, ben conoscete il livello dell’emergenza abitativa nella nostra Provincia e Regione, ci aspettiamo un segnale positivo da trasmettere alle migliaia di famiglie che soffrono il problema casa nella nostra realtà territoriale”. (Giuseppe Falzarano, segretario provinciale Sunia; Paolo Iorio, responsabile provinciale APU)

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