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Opinioni

Oggi misuriamo il capolavoro politico di Silvio Berlusconi. Anche sulla testa di Mastella

Forza Italia continua a crescere perché s’impone nel panorama politico come l’opzione più affidabile per l’elettorato moderato, in ragione del suo ancoraggio ai valori del popolarismo europeo. Soprattutto nei territori dove il peso delle elezioni amministrative sarà marginale, come nel Sannio, il partito può ragionevolmente puntare ad ottenere un ottimo risultato

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All’indomani della dipartita di Silvio Berlusconi da questo mondo sembrava che Forza Italia fosse destinata all’estinzione. In assenza del grande leader, si diceva, sarebbe venuto meno il collante di un partito che già negli ultimi anni aveva perso forza e capacità attrattiva, ridotto ad ultima ruota del carro del centrodestra a trazione sovranista. E non sarebbe stato certo il grigio Antonio Tajani, magari in tandem con Gasparri, a rilanciare il progetto, tanto più in ragione dello scetticismo degli eredi di Silvio rispetto all’opportunità di continuare ad investire sul partito.

Le cose, ad osservare tutti i sondaggi, stanno andando in tutt’altra direzione. Oggi Forza Italia è in crescita, s’impone nel panorama politico nazionale come la forza più affidabile per l’elettorato che abbiamo imparato a definire moderato, la sola casa italiana del popolarismo europeo, un partito che in questa fase lucra sulla crisi irreversibile della Lega di Salvini, intercetta i favori di quegli elettori di centrodestra che guardano con diffidenza a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia, e si pone, in chiave europea, come l’approdo per molti elettori indisponibili a votare il centrodestra che tuttavia, in questo frangente, non si ritrovano nelle parole d’ordine del Pd e guardano con disincanto a Calenda piuttosto che a Renzi.

Questa è la ragione per la quale, soprattutto nei territori dove il peso delle elezioni amministrative sulla tornata del 9 giugno sarà marginale, Forza Italia può ragionevolmente puntare ad ottenere un ottimo risultato. La stessa ragione per la quale, nel Sannio, le elezioni europee potranno restituire nuovi rapporti di forza a discapito, soprattutto, di Clemente Mastella.

Se la scorsa settimana abbiamo posto la nostra attenzione sulla strategia del sindaco di Benevento per uscire dall’isolamento sul piano regionale, spiegando come l’accordo con Renzi serva a Mastella solo per saldare il proprio destino a quello del gruppo dirigente campano di Italia Viva, passando per l’ingresso in giunta di Sandra al posto di Caputo, è del tutto evidente che la realizzazione di questo disegno, al netto dell’effettiva disponibilità del governatore ad assecondare il futuribile cambio in giunta, dipenderà grandemente da quel che accadrà nelle urne, dalla capacità di Mastella di resistere, di tenere botta sui territori.

Non sarà facile, non solo perché in questi dodici mesi Mastella ha perso molti riferimenti soprattutto in favore di Forza Italia, ma anche del Pd e della Lega, ma perché l’opinione moderata – lasciati passare l’espressione – per inerzia andrà a sostenere le opzioni più credibili e riconoscibili sul piano nazionale, dunque, in primo luogo, la causa dell’unica forza politica riconducibile alla grande famiglia popolare, della forza più riconoscibile. Questo vale sul piano generale, da Aosta a Lampedusa, vale anche alle nostre latitudini.

Ed è qui che si misura il vero capolavoro politico di Silvio Berlusconi, nella funzione che Forza Italia si ritrova a svolgere anche dopo la sua dipartita in ragione della sua vocazione europeista, del suo ancoraggio ai valori del popolarismo. Superata la tempesta plebiscitaria, la sbornia sovranista e antisistema, Forza Italia è la soluzione naturale per ripristinare l’equilibrio perduto.

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