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Titerno

1150° della fondazione di San Lorenzello: illustre parterre di ospiti per l’incontro di studio

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Secondo incontro di studio per l’Ente ‘Nicola Vigliotti’, ospitato nella storica cornice di Palazzo Massone, per celebrare le duplici ricorrenze del 1150° della fondazione di San Lorenzello e del 30° dell’Ente Culturale, nella riscoperta delle tradizioni locali che ha offerto molteplici spunti di riflessione. Una ricca agenda dei lavori, coordinata dal giornalista Luciano Lombardi, presidente Onorario dell’Ente “Vigliotti”, che ha assunto il duplice carattere storico-culturale e giuridico-umanitario rapportato ai bisogni locali.

Dopo i saluti del sindaco Antimo Lavorgna e l’introduzione del presidente del sodalizio culturale laurentino, Alfonso Guarino che ha ricordato i primi passi dell’Ente sotto l’egida spirituale di tre figure considerevoli, le “anime pensanti” di questo ambizioso progetto culturale, scomparse recentemente, quali lo storico Don Nicola Vigliotti, Don Paolo Fappiano e Padre Tommaso Mastrolitto, ferventi sostenitori e trasfusori dell’Amore per la storia e per il paese.

E’ toccato al laurentino Luigi Botte, Questore di Crotone nonché consigliere dell’Ente, (al quale è stata conferita una targa-riconoscimento per l’impegno profuso e le magistrali interpretazioni nella drammaturgia sacra e di spettacolo del Laboratorio teatrale dell’organismo) ripercorrere le tappe della costituzione dell’Ente dedicato al Diacono Lorenzo, fin dalla sua istituzione, avvenuta nel novembre del 1984, per volontà di un gruppo di giovanissimi del posto, esaltandone la sua effervescenza progettuale e l’imponente numero di manifestazioni che ha caratterizzato questi trent’anni di attività dell’Ente Vigliotti, volte alla valorizzazione, tutela e promozione del patrimonio artistico, culturale e immateriale del territorio, nella consapevolezza che la interpretazione della identità di una collettività, è nella collettività stessa.

“Il patrimonio culturale non ha difese se non nella tradizione dei luoghi in cui è nato. Manteniamo viva la luce dei nostri patrimoni perché essi costituiscono i cardini per un futuro di condivisione, di pacifica convivenza e di sviluppo”. La filosofia che sottende all’attività del nostro Ente, è magistralmente compendiata nel nostro stemma che riporta la massima “Colere, Societas, Refigere” coniata dal Vescovo Piazza, e quindi nella sua parola chiave, Colere, “coltivare, avere cura, coltivazione delll’anima” (e cultura, in senso più ampio). L’insieme di valori etici, morali, di costume, condivisi. L’invito che il Questore rivolge ai Consiglieri nonché ai Soci dell’Ente è quello di invocare l’intercessione del Martire della graticola, affinché ci sia sempre la stessa tenacia a continuare i progetti socio-culturali promossi, con la stessa forza che ‘Lorenzo tenne in su la grata’.

A seguire, l’analisi storica curata dal professore Alessandro Masella, dell’Università ‘La Sapienza’ e direttore della sezione Letteratura, Storia e Tradizioni popolari in seno all’Ente, partendo dalle incursioni del condottiero saraceno Seodan nell’antica Telesia che costrinsero i profughi all’edificazione di torri, castelli, piccoli borghi nella Valle del Titerno, a difesa delle feroci truppe mussulmane.

Il primo documento ufficiale su S. Lorenzello, risale al 1151, quando Guglielmo Sanframondo, divenne Conte di Cerreto e dei casali limitrofi (Civitella, Massa inferiore e superiore). Riscoprire le origini – ha affermato il docente Sapientino – la nostra identità, attraverso la Cultura, crea il futuro. In un momento storico difficile come quello attuale, investito dalla crisi economica, di valori e di appartenenza, è necessario rilanciare la comunità, con opportunità di lavoro e soprattutto speranze ai giovani, con nuove istanze socio – culturali e scientifiche”.

L’excursus storico delle origini della fondazione del borgo titernino risalente alla mitologica leggenda nell’864 d.C., esaustivamente dettagliata in una relazione fornita ai partecipanti, curata dal professore e medico Laurentino, ha prodotto un interessante momento di analisi, sulla condizione storica ed etnografica odierna, sulla complessa società contemporanea che sta vivendo una crisi culturale, di appartenenza ad un ethos, ad una comunità e parafrasando Gramsci, senza cultura non vi è futuro. In questo mondo globalizzato e spersonalizzato che ci sollecita a riattivare il dinamismo culturale, è la tradizione che deve necessariamente essere salvaguardata, con nuove idee progettuali che creino innovazione, tecnologia e, quindi, occupazione giovanile.

Sala piccola ma gremita, e grande interesse rispetto ai diversi aspetti legati alla moderna società, come quello giuridico, messo in luce dall’on. Giovanni Bachelet, che a margine del suo intervento si è detto piacevolmente colpito dalle caratteristiche strade del centro storico laurentino, ed ha poi ricordato la figura del padre Vittorio, assassinato nell’80 dalle BR, punto di riferimento della cultura Cattolica del passato e della contemporaneità, rappresentante della formazione delle future generazioni, da sempre entusiasmato dalla Costituzione, perno della ricostruzione post-bellica Italiana in cui l’illustre giurista crebbe. Non bisogna credere agli attuali profeti di sventura.

La crisi odierna ci spaventa perché siamo ricchi – ha affermato il fisico Bachelet – oggi stiamo meglio di trent’anni fa, e fra trenta si starà meglio di oggi. Ben vengano le proteste, le contestazioni ma mai messe in atto con la violenza. Il volto principale della Costituzione e delle Leggi, è l’amministrazione, per il cittadino, ha poi proseguito, è fondamentale che vi siano regolamenti comprensivi efficaci e giusti dell’azione amministrativa.

La macchina legiferatrice è uno strumento essenziale per la convivenza ma dev’essere alimentata dalla benzina dell’educazione, dello spirito, del Vangelo e dalle altre fonti anche non religiose che va interpretata come dovere verso se stessi poi per la collettività. Sul tema del lavoro mio padre mi insegnò come sia necessario diventare bravi prima nel settore per il quale ci si è formati, successivamente dedicarsi agli altri hobbies ed interessi.

Con commozione, l’on. Bachelet ha concluso riportando una citazione di Bachelet, in un appunto ritrovato al Csm rinvenuto dopo la sua morte: la democrazia è patrimonio dei lavoratori che costituiscono il fondamento sociale e politico della Costituzione, è la vivente dimostrazione che la conflittualità degli interessi non esclude la loro composizione nella convivenza; la democrazia è conquista e vittoria quotidiana contro la sopraffazione, è difesa dei diritti faticosamente conquistati. Questa non è la via più lunga per una maggiore giustizia nella società è l’unica via che abbiamo a disposizione.

Presente al dibattito, inoltre, uno dei protagonisti della storia dell’Italia repubblicana, da De Gasperi, Andreotti e Moro, Cossiga Scalfari ed altri nomi della Democrazia Cristiana, già Ministro degli Esteri, del Lavoro e degli Interni, Vincenzo Scotti, attualmente presidente della Link Campus University di Roma, che ha focalizzato l’attenzione sull’attuale condizione sociale giovanile, in questo momento storico di difficoltà economica e finanziaria.

La crisi – ha dichiarato – è un’occasione straordinaria per adeguare società, economia e istituzioni all’evolvere della realtà del pensiero, della scienza, della cultura. Abbiamo straordinarie potenzialità di cambiamento, con la solidarietà delle nostre risorse, possiamo costruire nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici. L’appello di Scotti va alla creatività dei giovani, alla creatività, alla capacità di non ‘addormentarsi dentro’.

Nell’intervento conclusivo, Monsignor Orazio Francesco Piazza, Socio Onorario dell’Ente Culturale laurentino, ha sottolineato come oggi attanagliati dalla crisi umana e sociale, sia tempo di sfide, abbiamo bisogno non di proteste ma di proposte e di possibili risposte.

La luce della Cultura è fondamentale per far diradare le ombre, coalizzando le energie, con una progettualità condivisa ed una lucidità ed una trasparenza concettuale e di competenze, è la via maestra da seguire.

Prossimo incontro, sabato 20 dicembre 2014, con S.E. Mons. Michele De Rosa, Vescovo della Diocesi telesina, che affronterà il tema della fecondazione medicalmente assistita.

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