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POLITICA

Sanità in Campania, Sel attacca Caldoro: “Dal governatore regali bugiardi”

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Dura nota di Sel sulla situazione della sanità in Campania e sulla gestione del governatore Caldoro, che nei giorni scorsi aveva annunciato l’azzeramento del deficit sanitario chiudendo l’esercizio 2013 con un attivo di 6,1 milioni di euro.

Questo il testo a firma di Salvatore Vozza (Coordinatore Regionale SEL), Antonella Cammardella (Forum regionale Sanità Sel) e Lorenzo Cicatiello (Segretario provinciale Sel).

“E che non siamo a Natale per poterci spiegare i regali che Caldoro sta elargendo ai cittadini campani ci sembra evidente: tanti soldi per le aree PIP, per la start-up, per gli spettacoli, per l’agricoltura. All’improvviso… come una strenna natalizia!

La verità più banale, ma anche più triste per spiegarci questi regali e questo attivismo, è che siamo in campagna elettorale per le Europee e ci si comincia ad attrezzare per le Regionali del 2015.

Cosa volete che sia se la Campania per incapacità, per gli errori commessi, per l’assenza di qualsiasi programmazione, in una situazione di così grave e forte sofferenza delle famiglie, dei giovani, dei lavoratori, delle imprese, restituirà 4 miliardi di euro all’Unione Europea?

Di questo non si parla, nulla si dice sul fatto che la Campania sia la Regione con la più bassa percentuale di utilizzo dei fondi UE. Caldoro, indomabile, però non si ferma e oltre alla strenna, annuncia il miracolo del risanamento dei conti della Sanità.

Anche in questo caso nulla si dice del quadro drammatico tracciato dai due rapporti: quello dell’Osservasalute redatto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e quello dell’ISPE-Sanità: emerge da questi studi che la Campania è la Regione che spende meno per la sanità, è quella che offre le peggiori condizioni sanitarie ai cittadini, è la regione in cui i cittadini si sobbarcano una spesa per ticket pari al 15% contro la media nazionale del 12%; è quella dove il 35% dei cittadini ha rinunciato ad effettuare esami diagnostici e il 25% ha addirittura rinunciato a comprare le medicine per curarsi.

Ma soprattutto è quella dove la corruzione è più alta. Tralasciando di elencare le cause di tale primato, va sottolineato che al 31 marzo 2014 il tasso di adesione delle ASL campane alla legge 190/2012 sulla trasparenza in sanità e la conseguente approvazione del piano anticorruzione era del 62% (penultimo posto a livello nazionale).

Sarebbe interessante sapere quali iniziative intende prendere il Commissario Regionale nei confronti dei Direttori Generali inadempienti o quasi, considerando che la legge prevedeva come termine ultimo per ottemperarvi il 31 gennaio 2014.

I cittadini campani, per mantenere questi primati vergognosi pagano i ticket, quando non possono pagarli rinunciano a curarsi, pagano una fiscalità con aliquote al massimo, e pagano di tasca prestazioni sanitarie che il sistema pubblico non riesce a garantire, una spesa di fatto non rilevata da nessuno.

Se il Presidente della Giunta Regionale, ancorché Commissario ad acta, declamasse meno i risultati della sua gestione sulla sanità e concretamente misurasse “il vuoto tra la speranza e la disperazione” dovrebbe ammettere che il sistema sanitario non gode affatto di buona salute. Se solo pubblicasse i numeri delle liste di attesa nelle Aziende Sanitarie della Campania, ammesso che li conosca, dovrebbe rimuovere i Direttori Generali e dimettersi.

Ma i Direttori Generali delle Aziende Sanitaria della Campania, salvo qualche rara eccezione, sono sostanzialmente al servizio del sistema di potere di Caldoro più che delle loro Aziende, e quindi vengono confermati e percepiscono premi di risultato senza che nessun Tavolo Tecnico Regionale sia in grado di misurarne con sistematicità e serietà l’operato.

Bisognerebbe leggere le valutazioni del Comitato Nazionale per la verifica dei Livelli essenziali di Assistenza per rilevare che la Regione è largamente inadempiente rispetto agli obiettivi del Piano di Rientro sull’assistenza. Perché i Direttori Generali non vengono chiamati a dare conto di questo?

Caldoro è un pericoloso illusionista perché non conosce o non dice la verità. E una delle verità è dire che sul versante economico-finanziario i risultati che oggi Caldoro si attribuisce si sono ottenuti invece con un percorso di risanamento finanziario che nasce prima di Caldoro, anche prima del Piano di Rientro, ed è il frutto del lavoro di una tecnostruttura ( la società imposta dal Ministero con il Piano di Rientro, pochi bravi tecnici che resistono nella Regione e nelle Aziende), che è stata ed è il braccio operativo della Ragioneria Generale dello Stato.

È relativamente facile però risanare con drastici tagli sul personale e con il conseguente enorme carico di lavoro sugli operatori della Sanità che resistono, sulla farmaceutica, con la copertura dei disavanzi
attraverso fondi nazionali straordinari messi a disposizione dal Governo e con risorse prelevate dai cittadini della Campania, che oggi – come dicevamo – non riescono ad esigere il diritto all’assistenza.

L’altra verità è che i risultati contabili conseguiti in sede tecnica in realtà nascondono un peggioramento delle condizioni delle Aziende, se si desse ragione alla bugia del risanamento il rischio consisterebbe nella fuoruscita dal Piano di Rientro e nella nomina di un Assessore; tale eventualità che normalmente bisognerebbe acclamare come un atto di autonomia, significherebbe però perdere la tecnostruttura e riconsegnare la sanità della Campania ai poteri politici clientelari e trasversali che di fatto non hanno smesso di gestirla.

La verità vera è che i conti sono tutt’altro che al sicuro. Se bilanci delle Aziende Sanitarie fossero al sicuro, infatti, Caldoro, Presidente della Giunta e Commissario di Governo, avrebbe dovuto almeno approvarne i bilanci. Ma ad oggi nessuno dei bilanci delle Aziende Sanitarie della Campania, né quelli preventivi né quelli consuntivi, è stato approvato? Perché? Come spiega la contraddizione tra il lo sbandierato equilibrio dei conti e la preoccupazione nel compiere il primo e più rilevante atto di fiducia nei confronti dei Direttori Generali, quei direttori che egli stesso nomina? Per la Corte dei Conti è normale che ciò accada?

Se davvero Caldoro intendesse fare sul serio, dovrebbe impegnarsi ad azzerare la corruzione, a ridurre da subito i ticket e ad abbassare il livello di imposizione fiscale, senza utilizzare in modo arbitrario le risorse destinate alla sanità anche per coprire i gravi problemi del bilancio della Regione Campania, che nella sostanza è in dissesto.

Non si può più nascondere dietro la riduzione progressiva delle risorse finanziarie ed i saldi di bilancio la evidente incapacità di tenere insieme il risanamento dei conti con la riorganizzazione e riqualificazione delle Aziende Sanitarie e della loro attività.

I dati pubblicati ci dicono che combattere la corruzione sarebbe in realtà la più urgente ed efficace operazione di bilancio in grado di ridurre i costi e dare più risorse e migliori servizi.

Questo della sanità è uno dei punti sui quali si misurerà la stessa volontà del centrosinistra di voler cambiare davvero la politica. È necessario smascherare l’alibi dei numeri e rilanciare un’alleanza per la buona sanità ed è necessario farlo presto, troppo alto è il prezzo che i cittadini stanno pagando”.

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