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Regione Campania

La Eavbus è fallita. Ora 1300 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro

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La Eavbus è fallita. Gli autobus cammineranno ancora perché non è possibile interrompere un pubblico servizio anche se c’è il rischio che la paralisi, per cause di forza maggiore, arrivi da un momento all’altro. L’azienda aveva dichiarato un deficit di bilancio, per gli anni 2011 e 2012 di 39 milioni di euro.

La decisione del fallimento della Eavbus è stata presa dal Tribunale fallimentare di Napoli e la società di trasporto su gomma del Gruppo Eav, holding regionale del settore, ha nominato l’avvocato Michele Sandulli, docente di diritto commerciale, per ricorrere contro la sentenza.

Sandulli, secondo quanto si apprende, nominato dai commissari liquidatori Paolo Como e Roberto Pepe, starebbe valutando la possibilità di eccepire un difetto di notifica per quanto riguarda la presentazione dell’istanza di fallimento da parte dei fornitori di cui l’azienda non era stata messa al corrente. In questo caso, se così fosse andrebbero a decadere anche gli effetti della sentenza.

I due fornitori dell’Eavbus sono Nitida e Nuova Sicom per un totale di 600mila euro di credito che vantano nei confronti dell’azienda. Sempre secondo quanto si apprende, Nitida, però, tempo fa, avrebbe raggiunto con Eavbus un accordo transattivo.

Immediato l’intervento del Governatore Caldoro. “Un’istanza di fallimento di un’azienda pubblica che fa servizio notificata nella notte, veloce e senza discussione con la controparte, con la società”, sottolineando che “nessuno era stato avvertito se non nella notte”. 

“Siamo al lavoro già da stanotte – ha affermato – e tenteremo di capire cosa sia successo, nel rispetto che abbiamo sempre per il lavoro della magistratura”. La decisione del Tribunale fallimentare “interrompe il percorso avviato di risanamento”. Era stata messa a punto “una gestione di liquidazione per la società, per rimetterla in bonus, che oggi non è più possibile per la procedura fallimentare”.

Serve poi capire come mai, ha spiegato Caldoro, “per un’altra partecipata, l’Astir, è stato invece deciso che non poteva fallire perché si è ritenuto che una società in hosue non ha possibilità di fallire”. 

“L’Eav è una società che fa servizio pubblico, si occupa del trasporto – ha aggiunto – Occore capire il perché di decisioni diverse per due società”.

“Dimissioni immediate di Sergio Vetrella”: a chiederle è Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania, dopo il fallimento dell’azienda di trasporto Eav bus. “Da mesi invitiamo il governo regionale e l’assessore ai Trasporti – dice ancora Amendola – a fare chiarezza ed a mettere in campo tutte le iniziative possibili per evitare che la principale società di trasporti pubblici della provincia di Napoli chiudesse i battenti. Dopo il fallimento dell’Acms a Caserta e delle difficoltà del Cstp a Salerno, per colpa delle inefficienze e le negligenze della Regione – aggiunge Amendola – ci troviamo dinanzi ad un dramma annunciato: 1300 lavoratori rischiano di perdere il posto e i cittadini sono ulteriormente penalizzati da inefficienze e blocco quasi totale del trasporto pubblico”. 

“Per questo il Pd ha chiesto e continuerà a chiedere – conclude il segretario regionale del Pd – la rimozione di Veltrella, la convocazione di un Consiglio regionale monotematico, e l’apertura di un confronto con le parti sociali, lavoratori e azienda per il rilancio del comparto in Campania ed evitare una privatizzazione selvaggia delle società distrutte e ridotte sul lastrico dopo due anni di mal governo delle destre”. 

I sindacati denunciano intanto le gravi responsabilità degli Amministratori di EAV BUS, EAV e della Giunta Regionale, che hanno portato al fallimento dell’Azienda, rinunciando agli interventi economico-finanziari richiesti ripetutamente dal Sindacato e supportando una gestione amministrativa incapace ed irresponsabile. 

“I sindacati – scrivono in un comunicato – ribadiscono con forza la netta contrarietà ad ogni ipotesi di affidamento a soggetti privati del servizio, con uno “spacchettamento” dello stesso e con gravi rischi per il mantenimento dei livelli occupazionali. Occorre garantire la prosecuzione del servizio e ricercare soluzioni di affidamento dello stesso, all’interno delle Aziende partecipate regionali o comunque di proprietà pubblica. Per un intervento urgente e risolutivo CGIL-CISL-UIL-UGL Confederali e di Categoria hanno chiesto un incontro al Presidente Caldoro. Inoltre, vista la gravissima crisi dell’intero settore, determinata anche dall’assenza di un progetto politico e industriale a tutela dei servizi e dell’occupazione, le sigle sindacali chiedono le dimissioni di tutti i responsabili di questo disastro”.

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