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CRONACA

Alluvione e povertà, ecco il dossier Caritas. Mastella in visita alla zona Asi

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Un anno dopo l’alluvione che ha colpito Benevento e il Sannio, la Caritas Diocesana del capoluogo prova a raccogliere le fila di questi ultimi 12 mesi. Lo scorso 15 ottobre era stato l’Ente religioso a coordinare i volontari e a rappresentare il primo punto fermo per la cittadinanza, ancora smarrita per l’evento alluvionale. Dopo 365 giorni il compito è diverso, ma di eguale importanza: fare il punto della situazione per capire cosa è stato fatto e cosa accadrà in futuro.

Un compito di sintesi che l’organismo della diocesi sannita ha riassunto nel dossier 2015 sulla povertà e sull’esclusione sociale “Sommersi dalla crisi, riemersi dal fango” e in una lunga giornata di incontri che hanno visto protagoniste tutte le istituzioni coinvolte nella dura ripresa.

I fondi raccolti al 31 dicembre 2015 sono stati quasi 389mila euro; quelli spesi, invece, 334mila. Sono stati attivati 4 progetti a favore delle famiglie alluvionate: Bartimeo, Lista Nozze, Mercatino della Solidarietà, Betlemme. “Ad oggi – ha commentato il direttore della Caritas di Benevento, don Nicola De Blasio – c’è ancora molto da fare. Abbiamo potuto soddisfare solo l’8% degli aiuti che ci sono stati richiesti.

Nell’emergenza, però, emerge anche il lato positivo di una comunità che è riuscita a fare rete creando una catena di solidarietà incredibile. Quell’unità che l’arcivescovo Felice Accrocca predica dal giorno del suo insediamento a Benevento e che nella tragedia dello scorso ottobre è divenuta realtà. “Un’esperienza – ha aggiunto Accrocca – che non dobbiamo perdere, ma portare avanti insieme”.

Dopo un anno, accanto all’aspetto sociale e solidale, bisogna fare i conti anche con gli interventi del Governo e sulla fragile condizione economica del Sannio. Nella tarda mattinata il primo cittadino Clemente Mastella ha visitato l’area industriale di Ponte Valentino come segno tangibile di vicinanza alle aziende. Secondo i dati, infatti, solo dalla zona Asi provengono danni per 180 milioni di euro, ma i ristori dovrebbero partire dal 2017. “Ringrazio la Protezione civile per il lavoro svolto – ha detto il sindaco -, ma bisogna fare di più e questa legge va cambiata per permettere al tessuto produttivo di rialzarsi”.

All’incontro era presente anche il Commissario delegato, Giuseppe Grimaldi, che agli inizi di novembre vedrà scadere il suo mandato. “Ci siamo concentrati principalmente sulle emergenze e sulle strutture strategiche per la comunità “, ha spiegato il funzionario. Resta ovviamente ancora molto da fare, come strade provinciali e regimentazione dei corsi d’acqua, operazioni però che “non rientrano nel campo della delibera emergenziale – ha aggiunto Grimaldi – e che dovranno essere completate con fondi ordinari”.

Per quanto riguarda i privati, invece, a febbraio 2015 erano 625 le schede presentate dai cittadini per danni, oggi con la ricognizione ne sono ritornate solo 181. Un dato che fa riflettere: da un lato infatti il numero potrebbe essere legato alla lentezza della macchina amministrativa che ha scoraggiato le famiglie, dall’altro invece potrebbero esserci molti che hanno provato ad approfittare della alluvione.

Al di là delle polemiche la vera partita per la rinascita del Sannio comincia oggi. Un anno dopo l’alluvione Benevento e la sua provincia devono tornare a rimboccarsi le maniche spingere il mondo della politica “a fare meno guerre locali – come ha chiesto anche il presidente della Rummo spa, Cosimo Rummo – e cercare di fare rete per far ritornare ad essere competitivo questo territorio”. Una sfida difficile, ma non impossibile per chi, già una volta, è riuscito ad emergere dal fango.

Le dichiarazioni nel servizio video

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