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POLITICA

Referendum, disinnescare il tentativo di sabotaggio

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Da Valentino Giambitto riceviamo quest’intervento sulla prossima tornata elettorale a carattere nazionale, quella di metà giugno, tornata referendaria e cartina al tornasole di democrazia diretta troppo spesso vanificata, meglio disinnescata nella sua vitalità politica grazie ad atteggiamenti irresponsabili nell’indirizzare il voto, cioè nel favorire il non voto (che è poi una modalità per disattendere la stessa democrazia diretta).

 

***

“Domenica 12 e lunedì 13 giugno si voterà per i referendum. Certo, sarebbe stato meglio accorparli con le elezioni amministrative del 15 e 16 di maggio o con il ballottaggio di oggi perché così facendo lo Stato avrebbe risparmiato circa 300 milioni di euro che potevano essere utilizzati per altri scopi, come – ad esempio – aiutare la ricerca, la scuola pubblica, le famiglie, gli anziani. Ma questo governo, nonostante vada sbandierando la propria determinazione nel tenere a freno i conti pubblici, ha preferito evitare “l’election day” perchè spera che gli elettori, dopo essersi recati due volte alle urne in meno di un mese, disertino i seggi evitando così il raggiungimento del quorum. E’ una vera e propria azione di sabotaggio che la maggioranza parlamentare ha messo in atto.

 

Ma perché questi referendum incutono tanto timore? I quesiti referendari che saranno sottoposti al parere degli italiani sono quattro. I primi due quesiti riguardano la privatizzazione dell’acqua, bene comune e di prima necessità, essenziale per la vita e la salute di ogni singolo abitante della Terra. La legge approvata dalla maggioranza parlamentare stabilisce che a partire dal 2012 il servizio idrico verrà dato in gestione a società private. Quindi vedremmo affermarsi la legge del profitto anche in un settore essenziale come quello idrico. Si potrebbe giungere ad un aumento incontrollabile delle tariffe senza nessun miglioramento dei servizi e nel giro di poco tempo si creerà una lobby che si dividerà la gestione del servizio idrico di tutto lo stivale. Ad averne la peggio saranno come sempre i ceti più poveri. Con il voto di giugno possiamo evitare che l’acqua venga trasformata in una vera e propria merce.

 

Il terzo quesito riguarda la legge 99 del 23.07.09, con la quale il Governo, aggirando la volontà popolare che tramite il referendum del 1987 aveva espresso un secco parere negativo, ha reintrodotto la ricostruzione di centrali nucleari in Italia. La catastrofe che ha colpito il Giappone spinge tutti noi a una profonda riflessione. Tornare all’atomo, oggi che il mondo sta imboccando la strada delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, sarebbe una grande follia. Le centrali – di qualsiasi generazione siano – non possono garantire una sicurezza totale, specie in un Paese a forte rischio sismico come l’Italia. L’unica cosa sicura sono i rischi. Il rischio principale è quello esplosioni che causano gravi danni immediati e duraturi nel tempo. Basti ricordare quanto accadde a seguito dell’esplosione della centrale di Chernobyl il 26 aprile 1986. Inoltre i reattori nucleari rilasciano una grande quantità di scorie radioattive che sono la causa di tumori e leucemie. Un ritorno all’atomo comporterebbe un ingente dispendio di risorse economiche, che saranno prelevate dalle tasche dei contribuenti con degli aumenti in bolletta. Siamo sicuri di voler mettere a repentaglio la nostra salute e quella delle generazioni future, pur sapendo che entro il 2050 l’energia prodotta con tecnologie pulite riuscirà a soddisfare l’intera domanda?

 

L’ultimo quesito referendario tratta il tema del legittimo impedimento. Scrivendo la Costituzione i “padri della Repubblica” sancirono alcuni principi fondamentali che proprio perché tali costituiscono i pilastri della nostra Nazione. Uno di questi è il principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Il legittimo impedimento si pone in netta contrapposizione alla Carta Costituzionale. Ricoprire cariche pubbliche è una responsabilità che impone un comportamento limpido e corretto, non un privilegio che dona impunità. Quando la legge smette di essere uguale per tutti un sistema democratico comincia a vacillare. Per evitare che questo accada vi invito a non disertare le urne. E’ nostro dovere “sabotare il sabotaggio” in nome della democrazia e degli equilibri del nostro Paese. Dobbiamo avere la consapevolezza che dal nostro voto dipendono le sorti future dell’Italia”.

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