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SOCIETA'

Tabacco, impegni disattesi e costi lievitati

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I vertici della Coldiretti sannita, il presidente Gennaro Masiello ed il direttore Luigi Auriemma, hanno incontrato i produttori tabacchicoli del Sannio per fare il punto della situazione sulle condizioni di mercato della filiera tabacchicola che vede in provincia 6500 imprese impegnate con 60.000 lavoratori occupati. In modo chiaro è emersa l’insoddisfazione dei produttori tabacchicoli per la drammatica situazione che attualmente vive il comparto. La grossa insoddisfazione è dettata anche dal fatto che non solo c’è stato il danno di non avere avuto il rispetto degli accordi contrattuali da parte dell’industria, ma anche gli aumenti dei costi di produzione che i produttori tabacchicoli hanno sostenuto. Ad oggi si registra anche uno scarso interesse della Japan Tobacco ad acquistare tabacco italiano e questo è un fatto che preoccupa perché questa manifattura acquistava tabacco italiano e tradizionalmente acquistava tabacco anche nei nostri territori.

Considerata la grave situazione del comparto tabacchicolo sannita dall’incontro è stato lanciato un appello alle istituzioni territoriali e regionali ed anche alla deputazione sannita affinché possa essere posta la giusta attenzione nei confronti di un problema che è economico, sociale ed occupazionale per lo sviluppo locale. Inoltre, un appello anche al Ministero delle Politiche Agricole per sollecitare che il 15 marzo, così come annunciato nella Conferenza Stato Regioni, avvenga la firma degli accordi con le manifatture internazionali. Infine sarà richiesto alle altre manifatture che ad oggi non hanno sottoscritto l’accordo con il Governo italiano per l’acquisto del tabacco la possibilità di presentare come mondo agricolo un modello teso ad accorciare la filiera. 

Il 2010 è stato un anno difficilissimo perché a fronte degli impegni assunti dalle imprese di trasformazione al momento dei contratti ad aprile 2010, ad oggi non sono stati mantenuti gli impegni assunti. Quindi i produttori si sono visti riconoscere costi inferiori a quelli immaginati e programmati. “Ancor più grave è la situazione della tabacchicoltura – ha detto il presidente della Coldiretti sannita Gennaro Masiello – se consideriamo che siamo all’avvio della nuova campagna, infatti già in questi giorni bisogna cominciare a preparare le piantine per la produzione di tabacco e i produttori vivono un grossissimo clima di incertezza e nessun industriale ha le idee chiare ed ha messo in campo una programmazione nel rapporto con i produttori. I produttori quindi vivono un clima di incertezza perché non sanno se produrre e cosa produrre”. 
Secondo il presidente Masiello “gli industriali italiani sono molto deboli e questa loro debolezza è dettata dalla mancanza di impegno degli acquisti da parte delle manifatture internazionali”. “Noi abbiamo messo in campo – spiega il direttore Auriemma – una manifestazione a febbraio sotto il ministero dove abbiamo sollecitato il ministro Galan di arrivare alla sottoscrizione degli accordi con le manifatture. Questa firma è stata annunciata in conferenza Stato Regioni che dovrebbe avvenire per il 15 di questo mese. Noi ci auguriamo che ciò avvenga in modo che si possa cominciare con un’attività di programmazione e di concertazione con le imprese di trasformazione”.

L’incontro è stata anche l’occasione per presentare l’accordo che ONT Italia e Coldiretti hanno sottoscritto con Philips Morris che è l’unica manifattura internazionale che ha confermato gli acquisti per i prossimi tre anni in Italia. “L’incontro – osserva il presidente Masiello – è servito anche per presentare il nuovo modello che Coldiretti ha immaginato per la filiera tabacchicola che dà grosse soddisfazioni ai produttori. Coldiretti e Philips Morris hanno immaginato una filiera tabacchicola corta e cioè la possibilità per la prima volta in Italia ma anche in Europa di fare in modo che il produttore possa confrontarsi con la manifattura. E’ un fatto che non è mai accaduto prima. Questo ovviamente consente di poter avere dei risparmi importanti lungo la filiera, di costi impropri e quindi consente di avere una remunerazione dei produttori e degli attori della filiera”.

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