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POLITICA

Nella nuova Margherita di Schlein c’è posto anche per Clemente Mastella

La vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna, e soprattutto in Umbria, segna un cambio di fase decisivo sullo scenario politico nazionale, restituisce forza e prospettiva alla linea politica di Elly Schlein, mette Vincenzo De Luca spalle al muro e il centrodestra in allarme, dimostra, soprattutto, che il Paese è tornato ad essere contendibile e che la partita del futuro si giocherà inevitabilmente al centro, passando per le regionali del prossimo anno

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A volte basta mettere insieme le cose per andare oltre la superficie delle apparenze, a volte è proprio l’ovvio che ci restituisce la verità più nitida, per quanto complessa. La vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna, e soprattutto in Umbria, segna un cambio di fase decisivo sullo scenario politico nazionale, restituisce forza e prospettiva alla linea politica di Elly Schlein, mette Vincenzo De Luca spalle al muro e il centrodestra in allarme, dimostra, soprattutto, che il Paese è tornato ad essere contendibile e che la partita del futuro si giocherà inevitabilmente al centro, passando per le regionali del prossimo anno.

C’è un fatto, decisivo, su cui pochi hanno posto la necessaria attenzione: in Umbria il centrosinistra ha vinto perché unito, ma ha vinto soprattutto grazie ad una candidata proveniente dall’universo cattolico, di nitida estrazione popolare, che non più tardi di tre anni fa era presidente di Verde è Popolare, formazione fondata da Gianfranco Rotondi, volto più autentico del centrodestra nazionale. È lì, al centro, che si gioca la partita del futuro, e se nel centrodestra Forza Italia stenta a dare sostanza alla svolta liberare annunciata, mentre Giorgia Meloni coltiva il sogno della normalizzazione in chiave moderata ma è terrorizzata dal rischio di perdere il sostegno su base storica, dall’altra parte del campo sembrano ormai maturi i tempi per la nascita di una nuova forza politica, a destra del Pd, capace di intestarsi la medesima funzione che seppe esercitare la Margherita.

Il federatore di quest’area popolare ancorata al campo progressista dovrebbe essere il sindaco di Milano, Beppe Sala, ma molte indiscrezioni danno per certo il coinvolgimento, in questo percorso costituente, del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, riferimento dell’universo cattolico e popolare, identikit molto simile, guarda un po’, alla neo governatrice umbra. E la regia di questa operazione andrebbe ricercata proprio al Nazareno, dove si guarda al percorso costituente del Movimento Cinque Stelle con un certo disincanto. Fermo restando lo spirito testardamente unitario del Pd di Schlein, ferma restando la necessità di lavorare ad un campo progressista unito in tutte le sue componenti, a dispetto dei veti, dei personalismi e delle pregiudiziali, o la linea di Conte prevarrà, dunque il Movimento giocherà la sua partita nell’ambito della coalizione senza molti spazi da aggredire, oppure la base boccerà la linea dell’avvocato del popolo e tornerà ad arroccarsi nell’isolamento.

Dal punto di vista di Elly Schlein, dunque, la priorità è accompagnare un processo che consenta alla coalizione di allargarsi a destra, ovvero al centro, in maniera stabile. Ed è chiaro che l’orizzonte è quello delle prossime regionali, che coinvolgeranno Campania, Puglia, Toscana, Marche e Veneto. L’obiettivo è quello di replicare ovunque lo schema umbro, sulla base di un accordo nazionale vincolante per tutti che chiaramente non lascia alcuno spazio alle ambizioni di Vincenzo De Luca, il quale, non a caso, confidava in una sconfitta di Proietti che avrebbe aperto il processo a Schlein nel Pd. Così non è stato e De Luca si trova spalle al muro, nella consapevolezza che nel contesto dato sarà l’accordo nazionale tra le forze della coalizione a dettare la linea anche in Campania, a vincolare tutte le forze di centrosinistra alla linea unitaria imposta da un Pd sempre più forte ed egemone. E in questa prospettiva è chiaro che si aprono spazi importanti anche per quei riferimenti di centro che sui territori si sono mossi a vista sino ad oggi, rivendicando autonomia, a partire proprio da Clemente Mastella, che nella nuova Margherita di Elly Schlein troverebbe la sua naturale collocazione.

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