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Salute

“Ambulanze demedicalizzate: il rimedio sono condizioni di lavoro e stipendi più dignitosi”

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“La decisione di ridurre l’equipaggiamento medico delle ambulanze è un segnale preoccupante dello stato in cui versa il sistema sanitario nella nostra provincia e ci inquieta ulteriormente per gli sviluppi futuri in particolare dopo l’approvazione dell’autonomia differenziata votata anche dai parlamentari sanniti”. Lo scrive in una nota il neonato “Comitato sannita per la difesa della sanità pubblica”.

“Infatti noi pensiamo che bisogna valutare la demedicalizzazione delle ambulanze e i disagi al pronto soccorso come risultati del federalismo sanitario che rappresentano un anticipo di quello a cui assisteremo con l’autonomia differenziata. D’altronde se il modello è quello della ricca Lombardia, governata da decenni dalla destra, che pensa di privatizzare finanche i pronti soccorso come a Bergamo dove se paghi149 euro salti la fila d’attesa alle emergenze, il nostro timore è che anche da noi possa essere esportato questa disastrosa gestione della sanità.
Siamo consapevoli che l’ ASL sta solo cercando di sopperire alle tante carenze sia economiche che legislative e per questo è stata costretta a mettere in campo questo nuovo piano, ma questo non può giustificare una situazione che si aggrava sempre più.

Oggi in provincia – spiega il Comitato – c’è una forte carenza di personale a causa dei tanti pensionamenti, a cui fa da contraltare il grande numero di avvisi per assumere nuovo personale che sono andati a vuoto a causa dei bassi stipendi e delle pessime condizioni di lavoro che si prospettano. Un quadro terribile in cui bisogna denunciare, oltre ai disagi degli utenti, anche la pratica delle assunzione a cottimo del personale sanitario.

Noi chiediamo la stabilizzazione per questi lavoratori e condizioni di lavoro e stipendi più dignitosi e stimolanti, unico modo per porre rimedio a questa carenza di personale.
Purtroppo, attualmente i medici disponibili in provincia per questo servizio sono solo 48 appena sufficienti a coprire 8 postazioni a fronte delle 12 attive.

Il 21 giugno 2023 l’ASL ha illustrato il piano ai sindaci della provincia evidenziando che la normativa nazionale e la legge regionale imporrebbero una decisiva contrazione delle ambulanze sul nostro territorio. L’incontro si concluse con la piena condivisione e approvazione dei presenti e l’impegno a rivalutare il nuovo assetto dopo un primo periodo di sperimentazione. Come mai questi sindaci si svegliano ora? Per appartenenze politiche e perché forse si stanno avvicinando le elezioni europee?

Queste politiche in ambito sanitario non fanno altro che aumentare le diseguaglianze sociali e bisogna attivarsi dal basso, inchiodando alle proprie responsabilità tutta la classe dirigente locale attuale e degli ultimi anni e attivarsi insieme per contrastare questa ingiustizia”, conclude il Comitato.

 

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