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CULTURA

Da De Gregori e Califano alla festa di Pat Metheny, Pino Mauriello racconta il Piper: “Qui è passato il mondo”

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Al Piper Cafè di Montesarchio c’è passato il mondo. E no, non è un’esagerazione. E neanche c’è da meravigliarsi: parliamo di uno dei locali del Sannio più longevi in assoluto. “Nel Sannio? Direi in Campania” – ci corregge Pino Mauriello, uno dei due elementi segreti – l’altro è l’arte culinaria di Tonino – di una storia di successo cominciata nell’agosto del 1980, quarantatré anni fa. “Io ho iniziato nel ’93. Tonino nei fine settimana organizzava cabaret o musica dal vivo. C’era questa cassa attaccata al mixer, prendo il microfono e comincio a cantare. Senza musica, senza accompagnamento. Solo io e qualche amico. E’ cominciata così, poi arrivarono le basi e i testi delle canzoni scritti su un foglio”.

D’altronde erano i tempi del karaoke

“Sì ma noi il karaoke all’epoca non lo avevamo, era tutto più artigianale. Ma funzionava e quindi riuscii a convincere Tonino a investire. Comprammo il laser karaoke e iniziò una sorta di trasformazione del locale. Si mangiava e si cantava, dal giovedì alle domenica. Ogni serata dedicata a una fascia di pubblico diversa”

Hai cominciato nel 1993 e dunque quest’anno farai cifra tonda: trent’anni dal tuo debutto al Piper

“Sì, una vita. Un viaggio bellissimo”

I tuoi clienti di ora sono i nipoti di chi frequentava il locale negli anni Novanta

“Sì ma ogni tanto ripassano. “Ora che viene mio figlio o mio nipote ho un po’ timore a entrare” – mi dicono. Però poi entrano”

Cambiano le generazioni, ma cambia anche il modo di fare intrattenimento. O no?

“Cambia la musica. Devo dire, per la verità, che spesso i ragazzi ci sollecitano musica anni ’70 e ’80. Il più delle volte, però, le richieste sono quelle che ti aspetti da una nuova generazione: Fedez, Lazza, Tananai. A noi il compito di studiare, approfondire e conoscere le tendenze attuali. Prima il riferimento era dato dal numero di dischi venduti, oggi contano le visualizzazioni”

A guardare l’album fotografico del Piper possiamo dire che c’è passato il mondo

“Generazioni intere, lo dicevamo prima. Ma anche tanti personaggi importanti. Mi viene in mente Francesco De Gregori, qui dopo una serata in piazza: il locale a sua completa disposizione. Trascorremmo mezza giornata a parlare, nel giardino del locale. Un ricordo bellissimo. E poi Pat Metheny”

Anche lui a Montesarchio per un concerto

“Sì, all’epoca si organizzava questa rassegna jazz di grandissimo livello. Anche a Pat Metheny mettemmo a disposizione l’intero locale. In una serata per lui particolare: era il suo compleanno”

E dunque pure Pat Metheny, uno dei jazzisti più importanti al Mondo in assoluto, un suo compleanno lo ha festeggiato al Piper

“C’era tutto il suo entourage, ovviamente. Dal palchetto gli cantai “Tanti auguri”, gli facemmo pure una mega torta. Momenti bellissimi. Ma tutti a quei tempi lo erano. Ricordo Gianluca Grignani, praticamente uno di casa vista la sua amicizia con il figlio di Tonino. Mi divertivo a dedicargli le sue canzoni. E ancora ricordo Corbelli, allora presidente del Napoli che mi regalò la maglietta del club. E le mitiche serate con Guido Lembo, quando arrivava si fermava tutto”

Tra le foto c’è anche quella del grande Franco Califano

“Era a una fiera a Montesarchio e alloggiava al Cristina Park Hotel. Vado con degli amici e lo invito a prendere qualcosa al Piper. Decide di venire ma pone una condizione: non chiedetemi di cantare, non esiste. Come è andata a finire? Che lo facemmo salire sul palco per cantare: “Tutto il resto è noia”, s’intende”.

De Gregori, Pat Metheny e Califano: hai citato tre grandi

“Il top. Ma potrei proseguire con Alessandro Siani, Aida Yespica, Biagio Izzo, Nino Frassica, Eugenio Bennato. Qualcuno sicuro lo dimentico. E Nunzia De Girolamo, ovviamente. Con lei ricordo una serata, in particolare”

Racconta

“A Benevento c’è la Nazionale Parlamentari, per una partita di beneficienza. Nunzia mi chiama: “Stasera veniamo da te, organizza. Mi raccomando, devono cantare tutti”. La faccio salire sul palchetto, canta assieme a un altro parlamentare, Francesco Boccia. Di lì a poco esce la notizia del loro fidanzamento. Possiamo dire che la scintilla è scattata quella sera al Piper. Ma Nunzia organizzava anche i compleanni da noi, in occasione di una sua festa le presentai Francesco Paolantoni. Finimmo tutti e tre sul palco a fare battute e a scherzare. Mandai le foto a ‘Eva Express’. Un po’ di tempo fa Nunzia lo ha pure intervistato nella sua trasmissione, ‘Ciao Maschio’. Purtroppo, però, non hanno raccontato il loro primo incontro”

La passione per lo spettacolo ti accompagna da quando eri bambino: la prima esibizione pubblica a 8 anni, allo “Zecchino d’oro”

“Sì, in quegli anni si organizzava lo ‘Zecchino d’Oro un po’ in tutte le province. Per la verità era stato chiamato mio fratello, a partecipare. Non se la sentiva, però, di cantare in pubblico. E allora mia madre chiede di far cantare me: terzo posto. Ma mi esibivo già a scuola, sia elementari che medie. “Pino cantaci una canzone” – faceva l’insegnante. E io cantavo”

Non solo canto e animazione: nel tuo percorso anche alcune esperienze televisive

“Negli anni Duemila. Mia moglie era a Roma per un corso e anche io frequentavo la capitale: rappresentavo un’azienda di prodotti odontotecnici. Nei miei percorsi incrociavo spesso le carovane che accompagnano le produzioni cinematografiche.  Mi entusiasmavano. Piano piano riuscii a entrare in una compagnia per comparse, quella dei fratelli Proietti, una delle più importanti in assoluto. Da lì le partecipazioni a ‘Tequila e Bonetti’ con Jack Scalia e Alessia Marcuzzi e a ‘Per amore e per vendetta’, con Massimo Dapporto. La cosa più incredibile, però, fu la pubblicità della Lavazza con Paolo Bonolis – di cui conservo un ricordo piacevolissimo, una persona squisita – e Luca Laurenti. Uno spot iconico, girato in ‘paradiso’. Riuscitissimo e trasmesso per anni. Andavo al bar per prendere un caffè, alzavo lo sguardo e mi ritrovavo in televisione”.

E ovviamente il karaoke del tuo idolo Fiorello

“La prima volta a Caserta, davanti alla Reggia, con una canzone dei ‘Nuovi Angeli’. Guardavo Fiorello come un idolo, cercavo di imitarlo: portavo anche il capello lungo con la coda. Possiamo dire che è stato lui a darmi la carica per andare avanti coi miei spettacoli. Poi al karaoke  ci sono ritornato: mi chiamarono loro per una puntata speciale a Salerno, in piazza della Concordia, 20mila persone. Si cantava in gruppo con dei vip: vincemmo. Poi la tappa a Benevento ma con Fiorellino e Antonella Elia, partecipai anche a quella”.

Hai visto che ora Mediaset vuole riproporlo?

“Non mi sorprende, il canto non finirà mai. Se vai in un locale per divertirti finisci sempre per cantare”

A ‘segnare’ la tua animazione, però, è stata un’altra trovata

“Far ballare sui tavoli. Ora lo fanno in tanti, quando ho iniziato a farlo io era una sorta di trasgressione. Salire sui tavoli tra posate e pietanze e ballare: una novità che neanche Tonino accolse bene, per usare un eufemismo. Ma mi lasciò fare. Posso dire una cosa?”

Prego

“Devo ringraziare Tonino per la fiducia che mi ha sempre dimostrato. Se il nostro connubio ha funzionato è perché lui ha sempre creduto in me e io ho sempre creduto in lui. Nel reciproco rispetto dei ruoli: a lui la parte culinaria, l’organizzazione dei tavoli e a me l’animazione del locale. Così dal 1993, fatta eccezione per l’anno trascorso al Bellavie”

E ora?

“Ora un po’ gli acciacchi si fanno sentire. Quindi niente uscite come accadeva prima, che organizzavamo serate a Capri, Ischia, Napoli. Oggi lavoriamo solo al Piper Cafè. E andremo avanti sino a quando qualcuno, a chiusura della serata, verrà a dirci “grazie, la festa è andata proprio come speravo io”.

 

 

 

 

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