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Comune di Benevento

La Benevento che sarà e il turismo religioso: dall’itinerario dei santi alla copertura in vetro a piazza Orsini

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Non solo riqualificazione di piazza Duomo e del Triggio nella Benevento che sarà. Uno degli importanti interventi di valorizzazione – con fondi del PICS per un milione e 800mila euro – riguarderà la creazione di un sistema di percorsi didattici tematici, culturali e turistici – caratterizzati in modo da renderli fruibili e riconoscibili mediante l’ausilio di segnaletica tradizionale e attrezzature a tecnologia digitale – che ingloba i principali siti cittadini. E che mirerà inoltre alla valorizzazione delle dimore di San Gennaro e San Giuseppe Moscati e si completerà con la riqualificazione dell’accesso da Piazza Orsini all’area archeologica del museo diocesano mediante la realizzazione di una struttura in ferro e vetro. Da cronoprogramma, l’ultimazione di tutte le operazioni dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2022.

Il progetto ruoterà intorno a cinque luoghi del centro cittadino, legati a santi del territorio: dalla Chiesa di Santa Sofia con il martire San Mercurio all’arco di San Gennaro (primo vescovo di Benevento che, secondo la tradizione, sarebbe nato proprio nel capoluogo sannita), fino alla basilica di San Bartolomeo e a San Barbato con i resti della tomba conservati nella pseudo cripta del Museo Diocesano. A chiudere l’itinerario religioso il medico santo Giuseppe Moscati con la casa natale Andreotti-Leo di Via Traiano.

L’ITINERARIO DEI SANTI –  L’itinerario dei santi ha come scopo quello di evidenziare la connessione tra gli aspetti devozionali della tradizione beneventana e le caratteristiche storico-architettoniche cittadine, nonché urbanistiche. Di conseguenza il progetto è stato elaborato attraverso un itinerario che, toccando i siti dove si è concentrata nel tempo la devozione popolare e si è formata una specifica liturgia, fornisse al visitatore un quadro più ricco di informazioni riguardo alla specificità culturale e formale di Benevento. In particolare, il progetto si compone di cinque tappe di cui quattro dedicate ai santi maggiormente radicati nella memoria popolare e la quinta dedicata alla Cattedrale diocesana che, oltre ad essere stata il centro della religiosità del Sannio, conserva al suo interno la documentazione della lunga storia cittadina, espressamente richiamata nel Museo Diocesano e nel percorso archeologico ipogeo.

I RUDERI DELLA BASILICA DI SAN BARTOLOMEO – Nell’ambito del percorso, straordinaria importanza assume l’originaria basilica di piazza Orsini in cui erano custodite le reliquie dell’apostolo Bartolomeo. Questo imponente edificio, coperto da una grande cupola ancora visibile in un disegno a penna del 1599, crollò nel corso del sisma del 1688 e non fu più ricostruito. Il nuovo edificio ecclesiale fu costruito lungo il Corso Garibaldi nel 1730 dove ancora oggi sono custodite le sacre spoglie del santo.

I ruderi della basilica furono riportati alla luce negli anni Novanta e coperti provvisoriamente con una tettoia che, tuttavia, non è in grado di preservare le strutture sopravvissute dagli agenti atmosferici e dall’azione del tempo. Diversi sono stati nel tempo gli articoli e le denunce che testimoniavano lo stato di degrado del sito, abbandonato alle intemperie e sommerso da rifiuti. Il lavoro sarà dunque quello di completare lo scavo archeologico per riportare alla luce almeno la parte centrale del perduto monumento e proteggere interamente i resti murari e pavimentali, risalenti agli inizi del XII secolo, con una copertura di vetro e acciaio che sarà montata sulla preesistente struttura in tralicci e capriate metallici cui sarà tolto l’incongruo rivestimento in doghe di legno, senza aggiunte che richiedano ulteriori opere di fondazione. Questa soluzione avrebbe il merito di evitare l’accumularsi dei rifiuti sui reperti, migliorare l’illuminazione del rudere storico e dare a quell’angolo di piazza Orsini un assetto più congruo alle finalità di valorizzazione. Nell’area una passerella di acciaio consentirà di accedere agevolmente e decorosamente al Museo.

Qui è già operante un allestimento museale molto originale e un percorso ipogeo che documenta le varie fasi dell’insediamento stanziale della comunità locale fino al V secolo d.C., quando fu elevata la Cattedrale. Tale percorso, però, è parzialmente fruibile e deve essere completato nelle attrezzature e nei dispositivi di sicurezza. Il nuovo percorso consentirà di visitare le zone dello scavo archeologico attualmente accessibili solo dall’esterno.

IL COMPLETAMENTO DEL MUSEO DIOCESANO – L’ipogeo della Cattedrale, già parzialmente reso accessibile ai visitatori, e il connesso Museo Diocesano, ancora incompleto, fanno parte di un programma di valorizzazione dei beni culturali della sede episcopale che si propone di esporre il patrimonio di arte sacra conservato da secoli nel palazzo di piazza Orsini, insieme agli oggetti venuti alla luce nel corso delle indagini archeologiche condotte al di sotto della Cattedrale e nella pseudo cripta. Il progetto, inoltre, vuole far conoscere estesamente i risultati delle ricerche effettuate negli ultimi dieci anni che attestano l’importanza della Chiesa beneventana nelle vicende storiche della città di Benevento dopo la fine dell’Impero Romano. In particolare è stato deciso di ricollocare l’intero repertorio di pezzi del cosiddetto “Tesoro Orsiniano” nelle sale destinate a mostre temporanee e di allestire queste ultime con attrezzature mobili, utilizzate di volta in volta secondo le necessità.

In sintesi l’assetto comprenderà i materiali provenienti dallo scavo e, comunque, risalenti all’epoca antica o alto medievale, i pezzi scultorei, le lapidi e le decorazioni a frammenti della distrutta cattedrale di fattura bassomedievale e moderna, gli arredi sacri e gli oggetti preziosi utilizzati durante i riti religiosi, le statue e i dipinti attinenti alla storia della cattedra episcopale, la documentazione riguardante la storia della diocesi, il canto beneventano e in generale la liturgia in uso fino all’XI secolo, i paramenti sacri del XVIII e XIX secolo conservati, i disegni dell’arch. Casselli relativi alla città ideale cristiana (sec. XIX).

L’assetto del Museo si baserà su una progressione di sale che, a partire dalla cripta, si svilupperà secondo un percorso anulare iniziato e chiuso nel punto di ingresso della struttura.

L’ordinamento consisterà nel delineare il carattere identitario, in senso storico, della Chiesa beneventana con particolare riguardo alle consuetudini liturgiche medievali di età longobarda e ai programmi iconologici di volta in volta imposti dai vescovi all’intera diocesi.

Non possedendo il Museo collezioni di opere d’arte frutto di donazioni o di raccolte di documentata formazione sarà necessario utilizzare il composito patrimonio di 15 reperti archeologici, arredi sacri, pitture, sculture, codici e testimonianze varie di cultura materiale in modo da poter descrivere i processi di formazione della sede vescovile e in generale delle istituzioni ecclesiastiche diocesane. Nelle diverse sale, secondo tale orientamento, si cercherà di allestire esposizioni tematiche compiute con l’ausilio di pannelli divulgativi, immagini e attrezzature multimediali.

L’obiettivo, dunque, sarà quello di dover necessariamente partire dalle opere che la Chiesa beneventana possiede e costruire intorno a queste la trama narrativa attraverso cui introdurre alla conoscenza della sua storia e della sua produzione culturale.

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