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“Non solo ‘a livella”, all’Auser incontro dedicato a Totò

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Ricordo,quello di Totò, senza retorica. La lettera scritta da Eduardo all’indomani della scomparsa del grande artista l’unica testimonianza reale e sentita di un’assenza umana prima che artistica di cui si riporta uno stralcio: “Io lo vedo come vorrei che lo vedessero gli altri. Non come una curiosità da teatro, ma come una luce che miracolosamente assume le fattezze di una creatura irreale che ha facoltà di rompere, spezzettare e far cadere a terra i suoi gesti e raccoglierli poi per ricomporli di nuovo, e assomigliare a tutti noi, e che va e viene, viene e va, e poi torna sulla Luna da dove è disceso”.

Non è stato difficile ravvisare nell’Uomo la perenne ricerca di sicurezze, il continuo ascolto della nostalgia, ed una certa malinconia che coglie gli animi più sensibili.

Ciò si evince anche dalle numerose poesie e canzoni di cui Totò scriveva parole e musiche.

Egli infatti, come sappiamo, non fu solo il grande attore che tutti conosciamo ma fu anche abile creatore di composizioni che conobbero il successo non solo in patria ma anche oltre le frontiere nazionali.
Già in un’atmosfera particolarmente intensa si era entrati grazie alla pregevole esecuzione dell’Ensemble degli allievi del Liceo musicale “Guacci” diretti dal M° Prof. Antonio Passaro.

I ragazzi, fortemente concentrati e coinvolgenti, hanno eseguito “Trittico per Ensamble di chitarre e percussioni” di Vito Nicola Paradiso: Travel in America: I America in the sky, II America on the road, III America on the train.

Poi brevi e particolarmente esilaranti brani dai più noti film hanno destato il sorriso negli astanti per poi riprendere il momento riflessivo attraverso la recitazione intensa di alcune poesie del Nostro da parte di Maria Di Natale e del sempre brillante Alberto Febbraro: due interpreti amatoriali ma con suggestioni da professionisti.

Il momento centrale della serata ha visto le note toccanti di Giuni Russo, cantante prematuramente scomparsa, che ha innalzato i versi di Totò (tu si a ‘cchiù bella cosa) sulle ali di una voce da vertigini che sembrava volesse squarciare con impeto e rimpianto il velo tenebroso del destino.

Roberto Murolo nella Malafemmena ha intenerito i cuori in una sala stracolma, per poi di nuovo sorridere. C’è stato perfino un “siparietto” di un ospite, D’Arienzo, che ha improvvisato a cappella alcune delle più note canzoni napoletane.

Ancora brani da “Toto a Milano”, “Totò e la dolce vita” e infine la simpatia travolgente della voce di Tullio De Piscopo, in omaggio alla grande coppia comica del cinema italiano, che ha cantato il brano scritto nel 1998 da Luigi De Filippo figlio del grande Peppino e musicato dallo stesso De Piscopo.

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