Legge sulle unioni civili e diritti, interviene la candidata Tesauro (FabBENE)

“Non chiamatela vittoria questa legge sulle unioni civili. Non chiamatela vittoria perché vittoria non è, ma è uno schiaffo in piena faccia ai bambini che resteranno con un solo papà o una sola mamma, che non potranno andare neanche in vacanza con quel padre perché sui documenti non è nient’altro che un perfetto estraneo. Uno schiaffo in faccia alla comunità LGBT che da più di sessant’anni rivendica diritti e che oggi si sente dire che bisogna accontentarsi”. Lo scrive Giulia Tesauro, candidata al Consiglio Comunale di Benevento per il progetto civico “FabBENE” per De Nigris sindaco.

“Uno schiaffo in faccia alla società civile, alle cento città che il 23 gennaio sono scese in piazza per chiedere all’Italia di svegliarsi, per chiedere a chi ci governa di non relegare più l’Italia al fanalino di coda dell’Europa in materia di diritti.

Oggi la politica non è stata in grado di rispondere a questa richiesta, non è stata in grado di assumersi le proprie responsabilità. Perciò, per quanto questa legge rappresenti un passo in avanti rispetto alla totale assenza di una legislazione in materia che c’è stata fin ora, si tratta comunque di una sconfitta, una sconfitta innanzitutto politica.

È la politica – spiega nella nota – che oggi deve interrogarsi e non soltanto a livello nazionale, perché in una quasi totale assenza di leggi nazionali sono i sindaci a poter dare risposte, come accaduto a Napoli con De Magistris e il caso di Ruben, figlio di due mamme sposate in Spagna, in cui il sindaco ha avuto il coraggio di schierarsi contro le disposizioni del prefetto, al fianco di un bambino e di una battaglia di civiltà. Quando si parla di unioni civili, si parla di questo: di coraggio politico.

E noi di fabBENE questo coraggio lo abbiamo. Come scritto nel programma, faremo aderire il Comune di Benevento alla Rete R.E.A.D.Y, che ha la specifica finalità di individuare e e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender realizzate dagli Enti locali.

Inoltre – prosegue – lanceremo programmi di sensibilizzazione per la lotta all’omofobia ed alla transfobia. A Roma il candidato sindaco Alfio Marchini ha pubblicamente affermato che si rifiuterà di celebrare le unioni civili tra coppie omosessuali (ignorando tra l’altro che si tratterebbe di omissione d’atti d’ufficio). A Benevento cosa succede, a parte un candidato sindaco che quando era ministro della giustizia si disse contrario ai Dico e che lo scorso gennaio ha partecipato al Family Day? Soltanto un anno fa nella nostra città si è svolto un Pride regionale, Pride per altro osteggiato da esponenti del mondo politico cittadino, attualmente candidati in coalizioni di centrosinistra, che affermavano che il Comune di Benevento aveva cose più serie di cui preoccuparsi rispetto al dare il patrocinio a questa manifestazione e che gli organizzatori del Pride erano portatori di un messaggio di intolleranza (la loro colpa in merito era stata quella di aver espresso preoccupazione per una concomitante manifestazione di Forza Nuova).

La partecipazione che ha visto il Pride, il fermento di questo ultimo anno, indica quindi che anche la nostra città vuole risposte su certi temi. Chi si candida a governarla, quindi, – conclude Tesauro – non può restare sordo a questa richiesta, non può astenersi, come fatto dai 99 parlamentari che ieri non hanno votato la legge. Sui temi etici, sui diritti umani, la politica ha il dovere di prendere posizione, se vuole essere politica e non commercio di consensi”.