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ENTI

Art Sannio Campania fallita, nominati i curatori

Ricci: "Con quali risorse e con quale legittimità avremmo dovuto salvarla? La Regione è stata silente". Il candidato sindaco Pd, Del Vecchio: "Solidarietà ai lavoratori. Non disperdiamo competenze importanti"

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La notizia era nell’aria da giorni, ma adesso ha trovato l’ufficialità. La partecipata della Provincia di Benevento, Art Sannio Campania, è fallita. Due sono i provvedimenti licenziati dal Tribunale in merito alla travagliata vicenda che riguarderebbero appunto il fallimento e la non ammissibilità della proposta di concordato avanzata dalla società.

Intanto, sono stati nominati anche i curatori fallimentari: si tratta del legale Antonio Pio Morcone e del docente Massimiliano Antonelli, già commissari giudiziali. Nel settembre 2016 è fissata la prima udienza per verificare i debiti della società.

LE REAZIONI – “Dinanzi al fallimento della società ‘Art Sannio Campania’, il pensiero corre innanzitutto ai dipendenti che mai, nonostante le difficoltà, hanno fatto mancare il proprio apporto professionale, contribuendo a promuovere una immagine positiva della città e della provincia. A loro va la mia solidarietà, in una situazione che impone a chiunque abbia responsabilità politiche e amministrative di adoperarsi per trovare una soluzione utile a reimpiegare queste risorse”. Così in una nota il candidato sindaco Pd al Comune di Benevento, Raffaele Del Vecchio.

“Il tutto, – conclude – nella consapevolezza che in gioco c’è il futuro di competenze che non vanno disperse, ma che devono continuare a dare un contributo in un settore, la promozione turistica e culturale, strategico per il nostro territorio”.

In mattinata erano intervenuti anche i sindacalisti Giannaserena Franzè (Fp Cgil), Antonio Maiella (Uil Fpl)  e Antonio Forgione (Cisl Fp), che avevano chiesto al presidente Claudio Ricci di rompere il silenzio e intervenire.

E in serata non si è fatta attendere la risposta del presidente Claudio Ricci: “Tempo di elezioni, tempo di demagogia. Sulla dichiarazione di fallimento di Art Sannio Campania leggo e sento di commenti improntati ad irresponsabilità istituzionale e politica.

Io spero che chi parla così rinsavisca anche perché è indecente sfruttare per qualche voto in più la forte preoccupazione ed il disagio dei lavoratori e delle loro famiglie.

Nel mentre proprio a questi ultimi va la mia piena e convinta solidarietà, devo ricordare la situazione drammatica di Art Sannio Campania, società partecipata da Provincia e Regione, che avevo trovato nell’ottobre del 2014 all’atto dell’insediamento.

In quel momento per salvare Art Sannio avremmo dovuto impegnare ingenti somme straordinarie che, però, non avevamo perché già bloccate dallo sforamento del Patto di Stabilità interno e con il rischio di dissesto per la stessa Provincia.

Inoltre già in quello scorcio di 2014 noi eravamo impossibilitati ad intervenire dal punto di vista ordinamentale in quanto la Provincia non aveva più titolo e potere ad investire risorse di denaro in turismo e cultura: la legge n. 56 dell’aprile 2014 aveva cancellato infatti tali materie dalle funzioni fondamentali dell’Ente.

In poche parole: come avremmo potuto spendere soldi, che peraltro non avevamo, per compiti e funzioni che non erano più di nostra competenza? Qualcuno, all’epoca, ci diceva di chiudere persino il Museo del Sannio, che la Provincia aveva istituito nel 1870 con tutto il suo immenso patrimonio di cultura e di arte: noi invece lo abbiamo tenuto aperto con enormi sacrifici.

Ancora oggi, a tanti mesi di distanza, dopo i giganteschi tagli di risorse finanziarie, la Provincia non ha in cassa la dotazione ordinaria per gestire le materie fondamentali di sua competenza (strade, scuole, etc.).

E questo nemmeno dopo la decurtazione, ormai avvenuta, del 50% della dotazione organica del personale dipendente.

Ancora oggi non si sa come saranno amministrati i beni culturali di proprietà della Provincia per la situazione di incertezza che regna sulla legge regionale n. 14 del 2015 che avrebbe dovuto provvedere in merito.

Nessuna delle Province d’Italia versa in buona salute sotto il profilo economico, come ha dichiarato ormai molti mesi or sono la Corte dei Conti.

Tutte le Province che amministrano beni culturali sono in pesante difficoltà: si pensi a quanto sta avvenendo a Campobasso con la Biblioteca o a Reggio Emilia con il Castello di Canossa. Anche la Provincia di Benevento non sfugge a questa regola.

Abbiamo rappresentato in tutte le sedi l’acuto disagio per le Società partecipate e per Art Sannio in particolare: non è vero che siamo stati silenti su questa materia; la verità è che nessun soccorso è venuto dall’altro socio al 49%, cioè dalla Regione Campania, anch’essa peraltro in difficoltà finanziarie.

La Regione non si è mai nemmeno presentata alle Udienze del Tribunale fallimentare e, dunque, è stata il vero convitato di pietra in tutta questa vicenda: eppure via Santa Lucia qualcosa avrebbe anche potuto farla, presentando almeno una proposta in sede di dibattimento.

Invece, proprio la Regione, lei sì, è stata silente. E’ facile dire oggi: facciamo questo e facciamo quello, ma con quali risorse e con quale legittimità? Questo è il dramma vero”.

Per la Uil Avellino/Benevento il fallimento di Art Sannio Campania certifica la totale debacle amministrativa della Provincia di Benevento. Il silenzio del presidente Claudio Ricci dinanzi alla sofferenza dei giovani lavoratori dell’Agenzia partecipata è un grave atto di arroganza istituzionale.

La crisi economica falcia i giovani sanniti e l’inquilino della Rocca resta in un silenzio surreale. Non bastasse, il presidente Ricci, nel corso dei mesi, ha rispedito al mittente qualsiasi richiesta di incontro avanzata dalle parti sociali, dimostrando una scarsissima predisposizione all’esercizio democratico che la funzione elettiva gli impone. La Uil non si accontenterà dell’ennesimo silenzio.

Il presidente Ricci deve assolutamente riallacciare i fili del dialogo sindacale, altrimenti il sindacato si vedrà costretto a chiedere le sue dimissioni evidenziando anche una condotta antisindacale. Infine, la Uil chiede ai curatori fallimentari nominati dal tribunale di accertare ed evidenziare, in maniera certosina, le cause che hanno portato al fallimento di Art Sannio Campania, denunciandone i responsabili alle Autorità competenti.

“A fronte di questa gravissima odierna notizia – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – la Provincia di Benevento non trova altro da fare se non far trapelare la notizia che tutti i dirigenti e i titolari delle posizioni organizzative hanno raggiunto gli obiettivi prefissati! Quali obiettivi? Quelli di aver concorso a far fallire tutto? E’ un’indecenza che si continuino a scrivere certe barzellette”.

“Colpisce e addolora il fallimento dell’agenzia Art Sannio per le vicende umane e personali dei dipendenti che da oggi si troveranno in una situazione di precarietà professionale e a cui esprimo vicinanza e assumendomi l’impegno che la soluzione della loro situazione, come quella dei lavoratori AMTS, sarà la mia priorità e questo sia se sarò in maggioranza sia che sarò all’opposizione”. E’ quanto scrive il candidato sindaco de #LaCittàDiTutti, Gianfranco Ucci.

“Stupisce invece la sfrontatezza del candidato Mastella che sulla vicenda attacca Bassolino e Nardone fingendo di dimenticare che già ai tempi della costituzione dell’Agenzia lui e il suo partito partecipavano attivamente al governo sia della Regione che della Provincia.

Noi siamo sempre stati concettualmente e culturalmente ostili alla costituzione e al proliferare di agenzie pubbliche considerandole più utili agli interessi di parte che a quelli della collettività, più fonte di spreco che promotrici di azioni di governo virtuose.

Mastella e il suo partito invece – continua Ucci – hanno da sempre condiviso e appoggiato la nascita di queste strutture considerandole funzionali all’esercizio del potere e alla creazione di consenso sul territorio. E oggi, dopo averci governato insieme, ci dice pure che Bassolino e Nardone erano pessimi amministratori?!?

D’altro lato non si può dire che effettivamente non ci sia coerenza in questo: Mastella è sempre Mastella. La sua capacità di cambiare posizione a secondo di come gira il vento e in base alle sue convenienze – conclude nella nota – è una certezza che supera la sfida del tempo e travalica le repubbliche oltre che essere un marchio di fabbrica. Un marchio che i beneventani devono decidere se condividere o meno”.

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