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Comune di Benevento

Mensa scolastica, la questione Ristorò arriva in Consiglio comunale. Pepe: “Pronto un dossier per la Procura”

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La questione della mensa scolastica del Comune di Benevento arriva in Consiglio comunale. Un dibattito che si è aperto con la consegna al sindaco Fausto Pepe, da parte del presidente di Altrabenevento Gabriele Corona, di una pietanza che sarebbe stata servita ai piccoli studenti sanniti e che evidenzierebbe il mancato rispetto del contratto da parte dell’azienda che gestisce il servizio. Un passaggio sottolineato da un diverbio con il comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella.

Chiaro anche il senso dei diversi interventi dei consiglieri comunali di ambo le parti che hanno chiesto maggiori controlli ai pasti serviti ai bambini delle scuole del capoluogo. Informazioni trasparenti per i genitori e per i consiglieri: è quanto hanno avanzato Nazzareno Orlando e Luigi De Nigris. Una commissione d’inchiesta che dovrà affiancare il lavoro del pool costituito dai genitori: è quanto, invece, ha proposto di attivare Luigi Ambrosone.

Per i consiglieri di maggioranza Mario Zoino, Angelo Miceli e Giovanni Zarro, la questione va affrontata con chiarezza anche per migliorare il prossimo capitolato d’appalto. Il contratto con la Risorò, infatti, scade il prossimo 31 maggio e i Servi Sociali stanno già preparando il nuovo bando.

Le delucidazioni della vicenda sono giunte dal primo cittadino Fausto Pepe che ha confermato di voler approfondire la questione attraverso l’invio di un dossier alla Procura della Repubblica. “Le analisi e i controlli effettuati fino ad oggi – ha dichiarato Pepe – ci dicono che non c’è nulla di irregolare. Nonostante questo, approfondiremo ancora la vicenda”. Il primo cittadino, inoltre, si è impegnato a riferire al consiglio i risultati delle prossime indagini. “Se un’etichetta – ha concluso il sindaco – dichiara il falso ci troviamo di fronte ad una palese violazione del capitolato d’appalto”.

REPLICA ALLE ACCUSE – Intanto, la Ristorò è intervenuta nuovamente sulla questione con una nota diffusa alla stampa per rispondere alle ultime accuse mosse da Altrabenevento.

“Con riferimento alle segnalazioni e contestazioni – scrive l’azienda – in ordine alla liceità nonché all’utilizzo di alcuni prodotti alla base della  produzione dei pasti  distribuiti nelle scuole materne ed elementari del Comune di Benevento, ha in data odierna presentato una dettagliata relazione nella quale vengono esplicitati i seguenti chiarimenti: il sevizio mensa già svolto dalla ditta Ristorò con regolare contratto di appalto, nel maggio del 2013 a seguito di un incendio in un locale adiacente al proprio centro di cottura, fu trasferito con la sola sospensione di una settimana in un secondo centro di cottura, sempre di proprietà della Ristorò che aveva già le autorizzazioni sanitarie per la produzione dei pasti, cosa quest’ultima certificata dalla ASL che si esprimeva sulla capacità produttiva del centro stesso quantificandola in 2.100 pasti die (questa quantità ben superiore a quanto mai prodotto per il comune di Benevento, max 1800 pasti die).

Nell’ottica di un sempre continuo miglioramento dei processi produttivi e degli standard igienico sanitari della Ristorò, l’azienda programmò l’ampliamento dei locali nei quali si produceva con la sola apertura di un varco in locali adiacenti,  adeguandoli per la produzione alimentare. Tutto l’iter, come ben noto alla stazione appaltante, veniva eseguito in maniera regolare ed alla fine del processo autorizzativo la ditta Ristorò riceveva ulteriore autorizzazione sanitaria per l’ampliamento. Il tutto, va sottolineato, prima dell’inizio del servizio oggetto di appalto.

Su alcuni organi di stampa è stato rappresentato l’utilizzo di alcuni additivi che risulterebbero non conformi alla norma: a tal proposito va evidenziato che non vi è nessuna difformità in quanto  tutti gli additivi  utilizzati dai  fornitori della Ristorò sono autorizzati e consentiti nella specifica categoria di preparazione così come previsto dal regolamento CE 1333/2008 e ss.mm.ii

Relativamente alle ulteriori illazioni, sempre diffuse a mezzo stampa, in merito alle metodologia di cottura adottate dall’azienda , si precisa che tali procedure ,sono perfettamente conformi con quanto  previsto dalla prassi comune  adottata dalle aziende di preparazione dei pasti, dai protocolli validati dagli organismi competenti nonché  da quanto previsto dal capitolato di appalto; ulteriore elemento a comprova della legittimità dei processi di produzione messi in pratica dalla ristorò ed oggetto di specifica procedura inserita nel manuale HACCP,di cui l’azienda è dotata, è il verbale di verifica ispettiva effettuata dai NAS dei Carabinieri, che in data 20 gennaio rilevava  la regolarità dei processi di produzione aziendale. In tale data  visto  che il menù prevedeva carne di vitello per il giorno successivo, il nucleo investigativo dei Carabinieri assisteva alle procedure di preparazione strumentali alla successiva somministrazione della carne. Risulta pertanto evidente che tale circostanza possa fugare, ove mai ciò fosse necessario, qualsiasi dubbio circa le procedure di confezionamento e di cottura.

L’utilizzo dei prodotti avviene seguendo rigidamente quanto previsto nei menù predisposti dall’Asl competente e da quanto normato dal capitolato speciale d’appalto. Relativamente alla campionatura dei pasti anche  essa avviene come previsto dal capitolato.

Per quanto invece asserito in  merito ai  prodotti a Km zero, va specificato che l’azienda ha proposto nel proprio progetto di gestione l’utilizzo di prodotti a km zero e tra essi non figurano assolutamente i prodotti carne e legumi ,per i quali l’azienda si serve di primissimi  fornitori nazionali che garantiscono  la provenienza e la  qualità dei prodotti fornitaci così come esplicitato nelle relative schede di rintracciabilità fornite alla stazione appaltante quotidianamente.

Infine viene contestata all’azienda che solo in questo periodo è stato utilizzato il parmigiano reggiano sulla pasta al sugo in quanto indicato sulle etichette .Tutto ciò è assolutamente falso  in quanto tale prodotto è stato sempre utilizzato dall’azienda come ulteriore condimento dei pasti, e questo lo dimostra anche la circostanza che per persone con particolari intolleranze al latte e derivati  anche il  primo piatto viene preparato separatamente in quanto la normale prassi di produzione prevede l’utilizzo di formaggio e più nello specifico parmigiano reggiano.

Tutto quello che non è stato esposto o fornito ai genitori presenti negli open day fino ad oggi, evidentemente non è stato ne richiesto ne è stato oggetto di discussione. Va ad ogni modo chiarito che la finalità degli open day è quella di mostrare alle famiglie dei piccoli fruitori del servizio mensa i locali di produzione, l’eccellente qualità dei prodotti utilizzati, nonchè le procedure adottate per la preparazione delle pietanze.

L’azienda precisa che nell’ottica di una apertura nei confronti dei genitori invitati all’open day ha organizzato un momento di accoglienza al quale ha partecipato in maniera volontaria anche parte del personale impiegato presso le scuole.

Sono stati allegati alla relazione illustrativa presentata al Comune gli esiti dei questionari di gradimento compilati fino ad oggi dai genitori e dagli insegnanti in sede di open day, che certificano ,al di la di qualsiasi illazione, la qualità del servizio prestato dalla azienda così come  rilevato dagli utenti finali”.

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