Comune di Benevento
Teatri chiusi a Benevento, la versione di Del Vecchio: “Non mancano gli spazi, ma i finanziamenti per farli vivere”
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“Dobbiamo avere pazienza e fiducia”. Così l’assessore comunale alla Cultura, Raffaele Del Vecchio, nel corso della conferenza stampa per affrontare le questioni legate ai teatri di Benevento. Una polemica, come si ricorderà, che era scaturita dalla chiusura improvvisa del teatro De Simone a causa della caduta di alcune capriate in legno che reggevano il tetto di una cappella, di proprietà dell’Unisannio, che si trova al piano superiore allo spazio culturale di piazza Vari.
Del Vecchio ha affrontato uno per uno i problemi che attanagliano le strutture comunali: “Non è vero – ha detto – che non ci sono gli spazi. Anzi ne abbiamo in numero maggiore rispetto al passato”. L’unica criticità reale riguarderebbe solo il Comunale dove manca il certificato di agibilità. Per rimettere in sesto la struttura ci vogliono 450mila euro che per ora la regione non ha nessuna intenzione di stanziare. Uno spiraglio, però, potrebbe arrivare dal progetto “Cultura in Movimento”, dove è stato inserito anche il ripristino del Vittorio Emanuele.
Per quanto riguarda il San Nicola, invece, a breve dovrebbe iniziare una collaborazione con il conservatorio “Nicola Sala” che avrà in gestione la sala. A carico dell’ente musicale ci sarà l’ammodernamento di alcune parti dell’edificio e, soprattutto, l’obbligo di garantire una stagione musicale di durata annuale.
“Il Mulino Pacifico – ha aggiunto Del Vecchio – così come il Piccolo Teatro Libertà e il Calandra sono perfettamente funzionanti”. A mancare, dunque, non sarebbero gli spazi ma i finanziamenti regionali che contribuivano in maniera fondamentale alla realizzazione degli eventi culturali. “La Regione – ha sottolineato l’assessore – non dà più fondi: siamo passati da 8 milioni del 2011 a 300mila euro di oggi”.
E proprio su questo aspetto che il vice sindaco del capoluogo ha cercato di fare rete con gli operatori culturali presenti alla conferenza stampa. “Abbiamo due strade – ha commentato – creare un manifesto culturale, condiviso da tutti, dove esprimere a Palazzo Santa Lucia la nostra contrarietà alle azioni che sta mettendo in atto. Un capoluogo come il nostro, che ha trentanni di esperienza in materia, – ha aggiunto – non può essere paragonato a comuni che non vantano le nostre tradizioni. Benevento è un vanto per la Regione, questo deve esser chiaro”.
L’altra via dovrebbe portare, invece, una delegazione sannita direttamente dall’assessore regionale al ramo per un confronto serio su finanziamenti e programmazione culturale.
Una collaborazione che dovrebbe proseguire anche in città con l’uso degli spazi comunali poco adoperati. Non una gestione diretta, perché impossibile da realizzare, ma un utilizzo costante a beneficio della collettività.
La cultura sannita, dunque, muove guerra a Palazzo Santa Lucia. Un incontro, quello odierno, che di certo non ha risolto tutti i problemi o chiarito tutti i dubbi degli operatori culturali, ma che potrebbe rappresentare un primo passo verso una battaglia collettiva contro l’emarginazione culturale delle aree interne della Campania.