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Il 28 giugno corteo dei senza casa da San Modesto: “L’anagrafe delle utenze acceleri i controlli”

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“Sono passati otto mesi dallo sgombero della palazzina di Via Episcopio, che vide l’esplosione dell’emergenza abitativa in tutta la sua drammaticità e che si concluse con lo spostamento delle famiglie senza casa presso il complesso dell’ex scuola San Modesto. Una soluzione tampone che però non può diventare ed essere l’unica soluzione messa a disposizione dalle istituzioni per fronteggiare un problema sempre più acuto nella nostra città”.

A scriverlo in una nota è il Movimento di Lotta per la Casa, che annuncia anche un concentramento a piazza San Modesto e un corteo per il diritto alla casa, in programma il prossimo 28 giugno alle 10:30.

“Mentre l’anagrafe delle utenze procede a rilento, – scrive – svela quello che sosteniamo da tempo e che tra gli occupanti degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siano essi comunali che dello Iacp, ci sono cittadini favoriti che non detengono più i requisiti.

E’ necessario accelerare i controlli e predisporre una graduatoria di emergenza per i casi più incombenti. Non è possibile parcheggiare intere famiglie all’interno di scuole e dimenticarsi di loro fingendo di aver risolto il problema abitativo dando un tetto a queste persone.

Un tetto, termine che viene più volte sottolineato dal Sindaco Pepe che considera quest’azione, imposta a tempo debito dalla sentenza di sgombero emessa dal Giudice Cusani, come una grande opera a sostegno dei senza casa.

Oggi a Giugno 2014, – aggiunge il comunicato – l’emergenza abitativa non coglie più l’attenzione della stampa locale che insieme all’opinione pubblica sembra si sia dimenticata del problema. Stando agli articoli dei giornali sembra che l’intervento salvifico della Caritas abbia cancellato tutti i problemi.

La realtà dei fatti però non ci dice questo, anzi, ci parla di una realtà drammatica con sgomberi che tuttora vengono effettuati, di famiglie e singoli senza la possibilità di poter sostenere i costi degli affitti lasciati soli dalle istituzioni oramai assurti al ruoli di semplici ragionieri che devono far quadrare i conti e le voci di bilancio, per sanare debiti che non hanno generato i cittadini.

Gli sprechi, gli incarichi e le commissioni, gli espropri da pagare alla grande rendita, gli interessi e le more intascati dagli studi professionali ci parlano di un debito accumulato in anni di cattiva gestione, di una montagna di soldi pubblici distribuiti ad una piccola minoranza ricca della città, una montagna di soldi da far rientrare oggi con il sacrificio dei cittadini, con il taglio ai servizi, con la svendita del patrimonio con l’aumento delle tasse.

Nel mentre che i ragionieri di Palazzo Mosti risolvono i problemi contabili sono allo stesso tempo totalmente incapaci ad individuare azioni a lungo termine per il problema abitativo anzi non contenti adottano misure, come quella della svendita degli immobili, che non faranno altro che acuire il problema.

I problemi sociali dei cittadini sono ormai relegati al rango della beneficenza e dell’assistenza caritatevole, con la delega in bianco della gestione della povertà e dei problemi ad essa connessi alla Caritas diocesana che non fa altro che mettere toppe. Ma il Comune non può relegare i poveri nell’alveo dell’assistenza cristiana, ma ha il dovere di mettere in campo azioni per dare risposte concrete a dei diritti.

La povertà non è qualcosa a cui rassegnarsi, da accettare cristianamente, aspettando che le anime pie aiutino i derelitti, la povertà e l’ingiustizia sociale esistono perché c’è qualcun altro che ha preso troppo, perché la ricchezza sociale è stata distribuita in questi anni verso una minoranza ricca del paese.

Tra pochi mesi – conclude il Movimento di Lotta per la Casa – l’emergenza abitativa riesploderà nuovamente, nuovamente la stampa correrà alla ricerca dello scoop e a documentare le tragedie umane, sbattendo i mostri in prima pagina, tra pochi mesi con una nuova occupazione ci si accorgerà che l’emergenza abitativa non era mai finita e che il Comune e le istituzioni locali oltre a demandare il problema alla Caritas nulla hanno fatto.

Il 28 Giugno saremo di nuovo in piazza per rivendicare il nostro diritto alla casa ed ad una vita dignitosa, per ricordare alle istituzioni che il problema non è stato risolto come si vuol far credere, per richiamarvi ancora alle vostre responsabilità. No al piano Casa, No alla speculazione, No alla cementificazione, No alla svendita del patrimonio immobiliare, Per l’acquisizione e la riqualificazione delle abitazioni private abbandonate, Per la restituzione degli uffici Iacp all’originaria destinazione d’uso, Per il riutilizzo delle strutture comunali”.

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