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La Terra soffre per mano dell’uomo: la via del vento per salvare il futuro

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Il pianeta Terra soffre e la colpa è solo dell’uomo. E’ un quadro a tinte fosche quello che emerge dal rapporto dell’IPCC, il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico istituito dall’Onu, e presentato a Stoccolma. La concentrazione di biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958, la temperatura media globale potrebbe aumentare fino a 4,8 gradi centigradi entro il 2100, con conseguente scioglimento dei ghiacciai ed innalzamento del livello degli oceani. Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del pianeta. Molti persisteranno per secoli. Secondo gli studi, per il 95% la colpa di questo disastro ambientale è dell’uomo.

In fondo al tunnel della sofferenza del pianeta però si intravede una luce. Secondo la task force dei climatologi dell’ONU per salvare il nostro habitat le emissioni di CO2 devono smettere di crescere entro il 2020 per arrivare nel 2070 ad emissioni zero. Ma per centrare questo obiettivo è necessario puntare con decisione sul passaggio dai combustibili fossili alle energie alternative, valorizzando l’innovazione tecnologica, che potrebbe diventare anche un potenziale volano per l’economia in crisi. E bisogna farlo nel giro di pochi anni. Il tempo a disposizione sta per scadere.

L’umanità si trova infatti ad un bivio, sul quale però non può più sostare. Bisogna attuare nuovi modelli di vita ed economia sostenibili. L’uomo non può più permettersi di devastare e violentare l’ambiente, ma è necessaria una pax con Madre Natura.

Le scene drammatiche, quasi di catastrofe ambientale, che ci giungono per esempio dalla Regione Campania non possono essere più accettate. Il ventre di una delle terre più fertili d’Italia morto per sempre, squarciato dalla mano dei criminali che hanno sversato nei campi coltivati, rifiuti tossici e veleni. L’aria salubre delle campagne infettata dai roghi dei rifiuti, delle migliaia di ecoballe, accumulate, durante gli anni dell’emergenza, tra le colline o nelle cave, come se la terra, l’aria, i fiumi potessero trasformarsi in infinite discariche. Eppure a questo inferno ecologico, che avrà un costo ambientale altissimo, si contrappone il volto verde della Campania, quello dell’energia rinnovabile, che la pone al terzo posto in Italia per potenza di impianti installati.

Il cuore dell’Appennino centro-meridionale infatti custodisce uno dei doni più preziosi della natura: il vento. Dal soffio di Eolo si può trarre l’energia che serve all’uomo moderno. Un’energia pulita, disponibile, inesauribile. Come fanno notare gli scienziati della commissione Onu, incrementare lo sviluppo di risorse energetiche rinnovabili, come l’eolico, comporterebbe una riduzione anche del ricorso alle fonti fossili, altra causa del caos climatico che sta vivendo il nostro pianeta.

Oltre ad essere amica dell’ambiente, l’energia eolica è anche un’opportunità di sviluppo, non solo economico, ma culturale, sociale ed ambientale. L’utilizzo di fonti rinnovabili per il 91% dei cittadini italiani infatti è il segno tangibile dell’evoluzione del Paese.

E’ opportunità di lavoro per i giovani sempre più in fuga verso l’estero. Secondo i dati dell’Anev nel 2012 erano 40 mila gli addetti occupati nel settore eolico con una crescita media annua di 5 mila lavoratori. Se si considera che le zone più ventose sono le regioni meridionali, dove la disoccupazione giovanile è a livelli altissimi, si intuisce come valorizzare l’energia eolica significa offrire alle nuove generazioni la possibilità di realizzare un progetto di vita.

Ma l’energia del vento è anche amore per la natura. Studi recenti stanno confutando le due accuse principali mosse dai detrattori dell’eolico: il pericolo per l’avifauna e la rumorosità delle pale. Ad affrancare l’eolico dall’accusa di killer di uccelli ci sta pensando un team di aziende in Norvegia, sperimentando turbine animal-friendly con una pala e un tratto di albero dipinti di nero e con luci ultraviolette. Mentre secondo una ricerca dell’Association of Australian Acoustical Consultants gli infrasuoni generati dalle turbine eoliche non sarebbero più forti di quelli creati dal battito cardiaco.

L’eolico è qualcosa di più di una fonte di energia che non inquina. E’ rispetto per il futuro: è un modo di vivere che punta a riappacificarci con la natura ed è un modo intelligente di essere nella modernità rispettando il nostro pianeta.

Grazie al vento abbiamo bruciato meno petrolio, carbone e gas. Ma nonostante tutto questo, e malgrado il nostro Paese sia quarto in Europa come potenza eolica installata, il Governo Italiano nei confronti del vento procede con incertezza. A prevalere è ancora il caos normativo, una pesante burocrazia, meccanismi farraginosi di aste ed incentivi. Inoltre, denuncia Legambiente, l’eolico “paga la pressione delle lobby delle fonti fossili, malgrado carbone e nucleare producano inquinamento locale e globale, abbiano impatti negativi sulla salute delle persone ed aumentino il costo delle bollette”.

Eppure se il Paese seguisse con convinzione la strada del vento, potremmo evitare tutto questo e contribuire a fermare i mutamenti climatici.

Il nostro pianeta chiede aiuto. Le giovani generazioni hanno diritto ad un futuro. Il rapporto dell’IPCC potrebbe essere l’ultimo campanello d’allarme. Ora si deve uscire dal bivio e decidere la strada che si vuole percorrere. Ma soprattutto bisogna farlo in fretta.

Erika Farese

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