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Università

Università: in Campania laureati soddisfatti del percorso di studi

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Giovani laureati campani complessivamente “soddisfatti” del sistema universitario. Il profilo dei laureati campani 2011 è stato illustrato in occasione della presentazione, nel centro congressi della  Federico II di Napoli,  della XIV indagine di AlmaLaurea. Lo studio che ha coinvolto 25.358 studenti dei cinque atenei regionali, analizza i laureati di primo livello e quelli specialistici.

Per quanto riguarda i laureati di primo livello, il 75 per cento non ha genitori laureati, l’87 per cento si dice soddisfatto, il 69 per cento si riscriverebbe all’Università. Ben l’83 per cento dei laureati vuole proseguire gli studi di cui  il 70 per cento “punta” a una laurea specialistica. Per quanto riguarda i laureati specialistici, il 71 per cento porta “per la prima volta” in famiglia la laurea; il 41 per cento si dice “soddisfatto” dell’esperienza e il 48 da una valutazione “positiva”.

Il 75 per cento dei laureati campani specialistici ripeterebbe  il percorso di studi. Resta alta la percentuale, il 47 per cento, di giovani che intendono proseguire la formazione. L’identikit generale dei laureati campani racconta di giovani che nella maggioranza dei casi sono i primi in famiglia a portare una laurea, risultato conseguito in media a 25,5 anni per i laureati di primo livello e a 27,7 per i laureati specialistici. Studenti che fanno registrare valori “alti” nella frequenza delle lezioni e nelle esperienze di stage durante gli studi.

Alla Federico II “funziona l’ascensore sociale”
Per la prima volta l’Università  Federico II di Napoli è stata inserita nell’indagine di  AlmaLaurea che traccia il profilo dei laureati 2011. I laureati  dell’Ateneo napoletano coinvolti sono stati 11.987 di cui 6.009  laureati di primo livello e 3.190 nei percorsi specialistici  biennali e 1.930 laureati con il vecchio ordinamento. Dai dati  emerge che l’86 per cento dei laureati alla Federico II non ha  genitori laureati.

“Questo dato – ha detto il Rettore Massimo  Marrelli – conferma che nel nostro territorio l’Università ha  ancora una funzione di ascensore sociale che è fondamentale”.  Il problema, secondo Marrelli, si pone al termine del percorso di studi “perché – spiega – questi ragazzi sono poi costretti  ad andare a lavorare fuori e, quindi, noi formiamo capitale umano di cui il territorio non beneficierà “.

Identikit dei laureati italiani 2011
Chi arriva alla laurea di primo livello proviene da classi sociali meno favorite, tende a studiare sotto casa, forse anche per effetto della moltiplicazione dei corsi universitari, raggiunge il traguardo a 24 anni. Il collettivo è caratterizzato da una maggiore presenza di chi lavora durante gli studi. Poche le esperienze all’estero durante gli studi, si moltiplicano per tre gli stage durante il percorso di studio. E dopo la laurea? La maggior parte dei laureati triennali intende proseguire la formazione, ma chi vuole farlo con la specialistica è il 61%. Tra i laureati specialistici, biennali e a ciclo unico, si riscontra una maggiore selezione sociale: sono giovani più avvantaggiati socialmente e culturalmente, più disponibili alla mobilità tra sedi universitarie, sono quelli con più esperienze di studi all’estero nel curriculum. Anche se una percentuale maggiore lavora durante gli studi, forse per effetto della crisi economica e di carenze nel diritto allo studio.

Le laureate con una marcia in più negli studi 
Le donne ormai sono prevalenti nei percorsi universitari. Nel 2010, la percentuale di donne laureate tra i 30 e 34 anni risulta superiore a quella della popolazione maschile di quasi 9 punti percentuali: 24,2% rispetto al 15,5, anche in quelli a lungo tempo considerati roccaforti maschili: le donne rappresentano il 64 per cento del complesso dei laureati specialistici a ciclo unico (Medicina e chirurgia, Odontoiatria, Medicina veterinaria, Farmacia, Architettura e Giurisprudenza).

Brillanti sono poi le loro performance: arrivano alla laurea più giovani (26,7 anni rispetto ai 27,2 degli uomini tra tutti i laureati 2011; 25,5 anni nelle lauree di primo livello contro i 26 anni dei colleghi maschi; 27,6 anni contro 28 nelle lauree specialistiche; 26,4 anni contro 27,1 nelle specialistiche a ciclo unico). E sono più regolari negli studi. Si laurea in corso il 40,6 per cento delle laureate 2011 contro il 36,4 per cento degli uomini; differenze che si riscontrano in tutti i tipi di laurea a vantaggio delle donne (in particolare, in corso è il 48,2 per cento delle laureate nei percorsi specialistici contro il 45,7 per cento dei laureati). Eppure, quella femminile si conferma una presenza che stenta ancora ad essere riconosciuta adeguatamente sul mercato del lavoro nel nostro Paese, ove le disparità di genere sono ancora elevate.

Gli studi sotto casa e ancora pochi studenti esteri nelle nostre università
Nel 2011, 49 laureati su 100 sono “stanziali”, ovvero hanno concluso il percorso di studi universitari nella stessa provincia in cui hanno ottenuto il diploma. Altri 26 si sono spostati al massimo in una provincia limitrofa a quella in cui si erano diplomati. Altri 11 su cento si sono spostati ma sono rimasti nella stessa ripartizione geografica; 12 su cento hanno effettuato una migrazione per studio dal Sud al Centro-Nord, i rimanenti 2 su cento, infine, avevano ottenuto il diploma all’estero.

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