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CULTURA

Il Presepe Volante del maestro Dalisi atterra. In un deposito

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Il Presepe Volante del maestro Riccardo Dalisi, l’opera d’arte più discussa nelle passate festività natalizie, da oggi non sarà più a Piazza Castello. Sono iniziati questa mattina i lavori per smontare il presepe, che ricreava in ferro la storica porta della città, Porta Somma. Al lavoro una squadra di operai. L’imponente struttura, alta 14 metri, realizzazione dalla Michelangelo Lombardi Costruzioni , richiede particolare attenzione nelle fasi di smontaggio. Già messe a dimora le statue della natività. Non accolto il desiderio del suo creatore, il maestro Dalisi che aveva auspicato di tenere lì la struttura, il più a lungo possibile.

 

La faraonica opera, il cui costo ammonta a circa 130 mila euro, non è nata sotto una buona stella. I ritardi nella realizzazione e nell’istallazione del presepe volante non hanno permesso di raggiungere in pieno l’obiettivo che pure l’assessore alla cultura Del Vecchio si era proposto: creare un’attrazione natalizia per i turisti diversa dalle luci offerte da Salerno. Ricordiamo poi i problemi delle istallazioni lungo il corso Garibaldi: folate di vento hanno fatto cadere come stelle le lamine di ferro raffiguranti i pastorelli del presepe.

 

La dipartita, al momento verso un deposito, del Presepe Volante, forse metterà a tacere i dibattiti culturali sulla validità artistica dell’opera, ma non quelli veniali, di tipo economico. Un investimento sul futuro, era stata definito dall’amministrazione, che sarà nella disponibilità del Comune in eterno. Una scelta che puntava ad eliminare i costi periodici delle luminarie natalizie. A cui però è stato lo stesso necessario ricorre quest’anno, per dare una parvenza di festa al corso cittadino, dopo la caduta dei pastori volanti. Intanto si aspetta di sapere se la messa a dimora dell’opera durerà un anno, oppure si deciderà di collocare l’opera in qualche altro punto della città, come era stato proposto da qualcuno. La dipartita del presepe non lascerà dietro di sé il silenzio.

 

Erika Farese

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