CULTURA
La storia dei beneventani Romano, zampognari di generazione in generazione
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Chi di noi, da bambino, non è stato svegliato, nella lunga pausa scolastica delle festività natalizie, con ‘Tu scendi dalle Stelle’, intonata dal suono delle zampogne. Una melodia in grado di riaprire il cassetto dei ricordi in ognuno di noi: uno di quei ‘pensieri felici’ che permettevano a Peter Pan e Wendy di lasciare la cameretta e volare verso l’Isola che non c’è.
Perché il Natale resta sicuramente la festa più bella dell’anno con le sue luci, gli alberi addobbati e le letterine dei bambini ma è anche quel periodo dove i nostri ricordi si palesano con maggior forza e proviamo a farli rivivere attraverso tradizioni e consuetudini.
E chi più degli zampognari possono rivestire il ruolo di custodi di usanze che furono e che continuano ad essere, grazie alla loro musica tramandata di padre in figlio, come la storia di nonno Umberto, papà Luigi e il nipote Umberto Jr: tre generazioni a confronto che raccontano una storia bellissima di Natale e che insieme compongono la triade degli Zampognari di Benevento – la famiglia Romano.
Con il loro abbigliamento tradizionale, fatto da pantaloni corti e mantello scuro, ogni Natale percorrono i centri cittadini suonando la Novena dell’Immacolata Concezione e quella natalizia, un rituale lungo nove giorni.
Una storia che affonda le sue origini nei secoli passati e che oggi continua a rivivere attraverso la famiglia Romano che interpreta il ruolo di zampognari beneventani con i loro strumenti realizzati a mano da nonno Umberto, colui che ha dato origine a questa tradizione familiare. Non solo musicista, dunque, ma anche costruttore nella sua bottega di ciaramelle e zampogne handmade, in contrada Cancelleria.