CULTURA
I ragazzi di Miloud, dai terribili sotterranei di Bucarest a Benevento Città Spettacolo
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La strada, nasce da lì la storia di questi ragazzi e ragazze, con nasi rossi e sorrisi enormi.
La strada delle ombre, la strada della Bucarest post Ceausescu, la strada che nasconde il sottosuolo di una città che non vede i suoi figli più piccoli. Nel ventre della madre romena, dove si nascondono i bambini che i genitori hanno lasciato sulla strada, l’innocenza evapora con la colla fumata.
Poi un raggio di luce nel 1992, all’improvviso, di nome Miluod, che apre una via di fuga dall’indifferenza con il progetto Parada. Una nuova strada fatta di birilli, cerchi, scherzi e giochi.
La strada da luogo di emarginazione, senza speranza, si trasfoma.
Loro, invisibili al mondo, diventano protagonisti, artisti su di un palcoscenico naturale, come piazza Roma a Benevento.
“Un raso rosso contro l’indifferenza”, lo spettacolo di clownerie, che racconta la storia dei ragazzi di Bucarest è nel cartellone di Città Spettacolo 2011. Il direttore della kermesse Giulio Baffi li ha fortemente voluti a Benevento.
Nel 1996 Miloud fonda in Romania l’associazione Parada, che lotta per difendere i diritti all’infanzia dei bambini meno fortunati. Nel 2006 nasce Parada Italia. A questa associazione il Rotary Club di Benevento domani consegnarà una targa per il loro impegno sociale e la loro azione meritoria. Lo spettacolo portato in scena da “I ragazzi di Bucarest” riceverà un premio speciale, sia per il valore artistico che per la carica umana e sociale.
La cultura non è solo abiti di gala ed inviti riservati, ma è soprattutto aprire la mente e il cuore sul diverso, comprendere che la marginalità, la povertà, la sofferenza non sono condizioni di vita immutabili. Tutti hanno diritto a vivere con dignità. Ci vuole certo coraggio nel tendere la mano, ci vuole speranza. Il franco-algerino Miloud Oukili con la Parada ha avuto coraggio e speranza. I sorrisi dei suoi artisti, in giro per il mondo, quel mondo a cui erano nascosti, sembrano dire che a volte quella che si chiede è solo un’opportunità.
Erika Farese