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POLITICA

Puc. “Da non confondere gli annunci con la realizzazione dei progetti”

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Luigi De Nigris Capo gruppo di Sud Innovazione Legalità risponde a quanto detto nel corso della conferenza stampa di eri presieduta dal Sindaco Fausto Pepe sul Puc.
“L’economia italiana e mondiale ha scenari tragici. Le parti sociali e le istituzioni non sanno come intervenire e sono alla comune ricerca di alternative ad una crisi senza precedenti nella storia.

 

La minaccia di gesti di disperazione da parte di chi non ce la fa a sopportare i tagli alla sanità (con l’imposizione dei ticket) alle pensioni e alle spese per il sociale è sempre più concreta.

 

Cosa accadrà? Qual è la ricetta? L’America, il mondo, ancora non l’hanno trovata. Non ci sono risposte neanche a livello teorico, immaginarsi se ci sono a livello pratico.

 

Mentre tutti cercano una soluzione e concordando che l’intero paradigma che governa l’economia mondiale è da cambiare, Benevento l’ha trovata.

 

Ed è stato semplice! E’ bastato disegnare e colorare delle cartografie ed approvare con una delibera il Piano Urbanistico la città del futuro per far dire: “abbiamo inciso in maniera profonda sul percorso di crescita del territorio”. E’ bastato “tracciare un programma di sviluppo basato su alcune linee guida per sfruttare al meglio le potenzialità del territorio basato sulla logistica, sulla cultura, sull’Unesco e sull’università”. E’ bastato che a ciò si unisse anche la pelosa elemosina di quel che resta dei fondi Fas, utilizzati per esigenze non meridionali (disavanzo Ferrovie dello Stato, trasporti del lago di Garda, copertura per l’abolizione dell’Ici, finanziamento aeroporto Dal Molin di Vicenza, edilizia carceraria, che nulla ha a che vedere con lo sviluppo, sconti su benzina e gasolio concessi agli automobilisti di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige, coprire gli sperperi dei Comuni amici, le quote latte dei leghisti ed altro ancora – per una analisi delle risorse può essere consultato il dossier del Servizio Studi della Camera n. 124 del marzo 2010 e il n°155 del 26/07/2010) per esaltare politici ed amministratori.

 

E’ bastato il finanziamento di un’opera pubblica, la rete ferroviaria che accorcerà i tempi di percorrenza tra Roma-Napoli-Bari, per immaginare un grande polo di stoccaggio e lavorazione delle merci in transito. Non importa se l’On. Raffaella Mariani, del PD, componente della commissione Lavori pubblici ha dichiarato: «Tutti questi soldi in cassa non ci possono essere perché nella manovra finanziaria non c’erano….che sono soldi virtuali per l’approvazione dei progetti preliminari e che se si dovessero spendere si dovrà trovare la copertura finanziaria”.

 

Una domanda nasce però spontanea nei semplici, nei curiosi e nei non addetti ai lavori: “Ma possibile che basta avere un Piano Urbanistico ed essere crocevia di scambi per non avere problemi di occupazione o di rilancio dell’economia di un territorio? Ma è possibile, tanto per restare in Italia, che Comuni che da tempo dispongono di un Puc, che morfologicamente sono già baricentrici, che hanno buoni collegamenti e dunque sono già crocevia di scambi, che hanno Università avanzate e da tempo fanno parte del Patrimonio Unesco, non hanno sfruttato queste risorse ? Come mai, anch’essi, si ritrovano a fare i conti con la crisi economica di cui tanto si parla ed avere: disoccupati, cassaintegrati, imprese sul lastrico, precari e giovani che emigrano altrove?

 

Dubbi che più che tormentare, preoccupano. Preoccupano perché come ormai ci hanno abituato nell’ultimo ventennio con campagne di comunicazione e bombardamenti mediatici, anche quando il Paese si avvita in un inesorabile declino economico e sociale, che l’importante è dare ai cittadini l’impressione che si sta facendo qualcosa. Farli andare in ferie tranquilli perché c’è chi pensa e lavora per il loro benessere, sbandierando iniziative sempre in procinto di essere avviate da lì a poco.

 

Il cittadino medio, l’elettore distratto, che legge e ascolta superficialmente, fa fatica a districarsi e capire: confonde gli annunci con la realizzazione dei progetti, una delibera di indirizzo, nel compimento di un’attività, una semplice dichiarazione d’intenti in un impegno formale.

 

Le opere di cui si parla (forse ancora prive di finanziamento) termineranno probabilmente tra un decennio. Solo per predisporre l’elenco delle infrastrutture c’è voluto quasi un anno, per approvare un progetto più di cinque. Ma che fa. Sono state comunque un occasione per incontri, per conferenze stampa e campagne elettorali.

 

Le meraviglie sono annunciate, non importa se non riusciremo a vederne gli effetti”.

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