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Lutto nella Chiesa sannita: morto l’arcivescovo emerito Serafino Sprovieri

Il cordoglio di Mortaruolo: “Papa Giovanni Paolo II lo definì guida illuminata e lungimirante”

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È tornato alla casa del Padre l’arcivescovo emerito di Benevento mons. Serafino Sprovieri. Mons. Sprovieri era nato in San Pietro in Guarano (Cosenza) frazione San Benedetto, il 18 maggio 1930. Compiuti gli studi nel seminario Calabro “Pio XI” di Reggio Calabria, era stato ordinato sacerdote da mons. Aniello Calcara, arcivescovo di Cosenza, il 12 luglio 1953, che lo volle suo segretario, affidandogli la direzione di “Parola di vita”, settimanale cattolico cosentino, e la segreteria del’Unione Poeti e Scrittori Cattolici Italiani.

È stato rettore del seminario Cosentino; rettore del seminario interdiocesano di Cosenza; rettore del pontificio Seminario Teologico”S. Pio X” in Catanzaro. L’11 febbraio 1978, Paolo VI lo elesse alla Chiesa titolare di Temisonio, deputandolo ausiliare dell’arcivescovo di Catanzaro e vescovo di Squillace.

Consacrato nella chiesa del seminario teologico dal cardinale Sebastiano Baggio il 9 aprile 1978; è stato promosso arcivescovo di Rossano – Cariati il 31 luglio 1980.

Il 25 novembre 1991, il Santo Padre Giovanni Paolo II lo trasferì a Benevento, nominandolo arcivescovo metropolita e conferendogli il “pallio” il 29 giugno 1992. Prese possesso dell’arcidiocesi l’1 febbraio 1992, lasciando l’arcidiocesi il 3 maggio 2006 per sopraggiunti limiti di età.

Il rito funebre sarà celebrato, domani 4 gennaio, alle ore 15,30 nella Cattedrale di Cosenza; mentre venerdì 5 gennaio alle ore 15,30 nella Cattedrale di Benevento sarà l’arcivescovo metropolita, mons. Felice Accrocca, a presiedere il rito funebre.

LE REAZIONI – “La notizia della scomparsa dell’arcivescovo emerito dell’Arcidiocesi di Benevento, mons. Serafino Sprovieri suscita sentimenti di grande tristezza in tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di averlo dal 25 novembre 1991 al 3 maggio 2006 come Pastore e guida della Chiesa beneventana. Ho avuto molteplici occasioni di incontro con monsignor Serafino Sprovieri soprattutto negli anni del mio impegno nell’Azione Cattolica e ho sempre apprezzato la sua capacità di dialogo e analisi dei problemi sociali come quelli della famiglia, della vita, del lavoro e dell’emarginazione; la sua disponibilità infaticabile al lavoro; la sua capacità di empatia con la gente”. Così il Consigliere regionale della Campania, Erasmo Mortaruolo alla notizia della scomparsa del vescovo emerito dell’Arcidiocesi di Benevento, mons. Serafino Sprovieri.

“Con Monsignor Sprovieri – prosegue Mortaruolo – scompare una pagina importante e vivace della storia della nostra terra e dell’Arcidiocesi di Benevento. Restano ancora vivaci le sue iniziative, le sue visite pastorali in tutte le comunità del Sannio, il suo legame tutto speciale con i giovani e in particolare con il mondo dell’Azione Cattolica, il suo impegno nella promozione delle comunicazioni sociali. Non posso però non far rivivere le immagini e le parole di un evento storico che nel giugno del 2002 volle dar vita nella nostra terra: il congresso eucaristico diocesano al quale, Papa Giovanni Paolo II, inviò il cardinale Joseph Ratzinger prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede quale suo delegato per la conclusione della grande iniziativa. San Giovanni Paolo II, nel messaggio inviato in quella circostanza, ebbe a definire la realtà diocesana beneventana come «comunità cristiana che affronta con coraggio, sotto la sua guida illuminata e lungimirante del suo Pastore, le sfide della post modernità». Coraggio e lungimiranza, dialogo e attenzione agli ultimi, responsabilità e formazione, solidarietà verso i malati e gli anziani, i poveri e gli emarginati. Sono alcune pietre miliari della sua azione pastorale nella nostra terra che si sono manifestate con grande vigore in particolare in un momento dalla densa carica storica come il grande Giubileo del 2000 e che il Papa Santo ebbe sollecitudine a evidenziare nel suo messaggio affidato al cardinale Ratzinger. Nell’arcidiocesi di Benevento monsignor Sprovieri lascerà un’impronta profonda della sua attività pastorale illuminata e socialmente sensibile che si è espressa attraverso parole di saggezza e speranza ma anche attraverso una non comune capacità di aggregazione. Esprimo all’Arcidiocesi di Benevento e alla famiglia, il cordoglio della Regione Campania, al quale aggiungo il mio personale, per la scomparsa di monsignor Serafino Sprovieri che ha costituito un prezioso punto di riferimento per tutti noi”.

Il presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, ha espresso il cordoglio suo personale e quello della Provincia tutta per la scomparsa dell’Arcivescovo metropolita emerito Mons. Serafino Sprovieri.

Ricci ha ricordato l’opera di Mons. Sprovieri ed il suo forte impegno nel richiamare l’attenzione generale sul disagio sociale, sulla presenza di classi deboli, sulla desertificazione sociale, sulla difficoltà di trovare lavoro.

Ricci ha anche ricordato la storica visita del 10 aprile 2003 di mons. Sprovieri alla sede della Provincia di Benevento, presso la Rocca dei Rettori, la prima volta di un’Autorità ecclesiastica dopo la fine, 143 anni prima, il 3 settembre 1860, di Benevento città pontificia, il cui Governatore (o Rettore) sedeva proprio alla Rocca.

In quella occasione mons. Sprovieri, invitato dall’allora Presidente della Provincia Carmine Nardone e dall’allora Presidente del Consiglio Provinciale Giovanni Mastrocinque, firmando nella Sala Consiliare il Libro degli Ospiti d’onore della Provincia di Benevento in occasione del 50° anniversario di sacerdozio e del 25° di Episcopato, dichiarò: “Ho pensato che fosse eccessivo che io firmassi il Libro dopo il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ma poi ho pensato di agganciare questo avvenimento con la ricorrenza del centenario della morte dell’ultimo Rettore di Benevento divenuto papa con il nome di Leone XIII, che aprì la Chiesa alla dottrina sociale.”

IL RICORDO DI MONS.MAINOLFI – “Il 3 gennaio di nove anni fa, nella memoria liturgica del Santissimo Nome di Gesù, – scrive mons. Pasquale Maria Mainolfi – tornava a Dio mio padre Michele. Nello stesso giorno è entrato nella Gloria svelata del Risorto il mio secondo padre, l’Arcivescovo Serafino Sprovieri, generoso e brillante servitore del Vangelo. Un Vescovo dolcissimo, colto, aperto ai segni dei tempi, sempre paterno, un Vescovo profondamente innamorato della sua Sposa, la Chiesa beneventana. Il prossimo 18 maggio avrebbe compiuto 88 anni. E’ morto 52 giorni dopo la dipartita dell’amata sorella Divina.

Arcivescovo Metropolita di Benevento dal 25 novembre 1991 al 24 giugno 2006, per oltre 15 anni Mons. Serafino Sprovieri è stato Pastore saggio e illuminato in Terra sannita. Giovedì 4 gennaio la Celebrazione esequiale nella cattedrale di Cosenza alle ore 15.30; venerdì 5 gennaio, alle ore 15.30, la Celebrazione funebre nel Duomo di Benevento, dove sarà tumulato nella Cripta dei Pastori della Chiesa beneventana per assecondare un suo personale desiderio.

Un Pastore venuto dalla Calabria, terra forte, tenace, ricca di tradizioni e di fede, dall’amore appassionato alla Madonna e dalla devozione sincera a san Francesco di Paola, un santo che con il timbro della sua “calabresità” rimane la risposta più alta alla santità nella sua terra d’origine. Mons. Sprovieri, come San Francesco di Paola, è figlio della Santa Chiesa cosentina dove ha maturato la sua vocazione cristiana e sacerdotale, in un contesto familiare splendido per semplicità, onestà, fede, e sincera carità verso il prossimo.

Nato nella frazione San Benedetto, di San Pietro in Guarano, il 18 maggio 1930, primo di otto figli nati da Giuseppe Sprovieri e Adelina Francesca Marsico. Dopo gli studi nel Seminario di Cosenza e Reggio Calabria venne ordinato sacerdote il 12 luglio 1953. Segretario dell’Arcivescovo cosentino Mons. Aniello Calcàra, Direttore del settimanale cattolico cosentino “Parola di vita”, Segretario dell’Unione Poeti, Scrittori cattolici e del “Premio Cosenza”, Rettore del Seminario Arcivescovile di Cosenza e del Teologico di Catanzaro. Nominato Vescovo Ausiliare di Catanzaro l’11 febbraio 1978 e consacrato Vescovo il 9 aprile dello stesso anno. Promosso Arcivescovo di Rossano-Cariati il 31 luglio 1980, fino al trasferimento alla Sede Metropolitana di Benevento nel 1991. Membro del Consiglio di Amministrazione e della Fondazione “Santa Caterina e San Francesco d’Assisi” della C.E.I. Ha maturato la sua esperienza pastorale in un contesto squisitamente formativo-culturale che lo ha reso particolarmente equipaggiato anche di fronte alle nuove sfide. Inculturazione della fede, incarnazione del Vangelo e mediazione culturale lo hanno trovato brillantemente attrezzato nei percorsi che dalla complessità conducono all’unificazione e dalla frammentazione all’armonia. Un Vescovo tessitore di comunione. Ha avuto un debole per il mondo delle scienze.

Ha mostrato grande stima per la pietà popolare ed ha coltivato un amore viscerale, teologicamente fondato e annunciato, verso la Vergine Maria. Ha aiutato la Chiesa beneventana a riscoprire il valore del “pellegrinaggio” come metafora della vita e “via” della Chiesa in perenne condizione esodale. Attentissimo alla formazione permanente del clero. Ha regalato ogni anno alla sua Chiesa Lettere Pastorali dallo scavo teologico profondo e puntuale. L’Anno Mariano, quello Giubilare, Bartolomeano del Discepolato e quello Eucaristico con la presenza in Benevento del futuro Papa Benedetto XVI, in successione cronologica incalzante, hanno manifestato il cuore di un Pastore zelante e intrepido. Attentissimo ai bisogni degli ultimi, ha sostato dinanzi ad ogni povero per offrire il suo obolo, con i suoi risparmi ha sostenuto famiglie in difficoltà, ha realizzato in città la mensa Caritas, un alloggio per i clochard, una struttura da destinare ai giovani, il gemellaggio spirituale con Lipari, Amalfi, Salerno e l’Armenia sulle orme di San Bartolomeo e la missione in Kiev (Ucraina) e Ijebu-Igbo (Nigeria). Ha coniugato in modo mirabile la perfezione della vita attiva e della vita contemplativa.

E’ stato Magister Fidei, Doctor Veritatis e Annunciatore della Speranza. Ha avuto piena consapevolezza che la Salus Animarum, ossia il ministero di evangelizzazione e santificazione, è e resta il compito principale del Vescovo. Sull’esempio di Cristo, “icona” vivente del ministero episcopale per la salvezza e la speranza del mondo, ha realizzato con tenacia a fedeltà il motto programmatico del suo episcopato “Beati Pacifici”. Ha cercato a tutti i costi la pace per mostrare a tutti una Chiesa “casa e scuola di comunione”. Un tessitore di unità, capace di discernere e sostenere tutti i carismi nella loro meravigliosa diversità. Accusato di debolezza perché incapace di imporsi. Ha preferito essere amato anziché temuto.

Ha incoraggiato, dato fiducia e sostenuto chiunque ha manifestato desiderio e volontà di compiere il bene e cooperare alla costruzione del Regno. Non solo dirigente, maestro e abile amministratore, ma anche Padre e Pastore. Con noi è stato Fratello, per noi è stato Vescovo. Il primo a camminare nella santità. Ha sempre pregato molto, fedele al breviario, alla recita del Rosario, alla confessione puntuale, con una vita eucaristica e mariana molto intensa. Ha dato un grande impulso al cammino catechistico, spirituale e caritativo della nostra Chiesa, con lo stile peculiare della pazienza, del dialogo, e del cammino. Mai abbiamo scorto in lui l’ombra di un difetto oggi assai diffuso negli uomini di governo: “la burbanza”.

Ha conservato l’umiltà e la semplicità delle origini nonostante il peso della gloria. E ciò che è più bello, è stato capace di commozione e di lacrime. Un uomo che ha brillato nella Chiesa Santa di Dio per valore, sapienza, integrità e prudenza. Perciò Sentinella, Apostolo, Angelo, Pastore e Testimone. Personalmente gli devo moltissimo. So di essere stato capito e valorizzato da un uomo di grande intelligenza. E il cuore non dimentica. Dal Cielo continui a illuminare e guidare l’amata Chiesa beneventana nel mentre le sue spoglie mortali attendono nella nostra Cattedrale il giorno glorioso della Resurrezione”.

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