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Dalla necropoli scoperta ad Amorosi testimonianze della cultura pre-sannitica: “La sfida ora è un Museo Nazionale”
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Un tesoro ritrovato e da valorizzare. Presentato questa mattina ad Amorosi il risultato dell’eccezionale ritrovamento di una necropoli di epoca preromana avvenuto proprio nel territorio del Comune telesino nell’estate del 2022 in occasione dei sondaggi preventivi effettuati da Terna nell’ambito dei lavori connessi all’Alta Capacità Napoli-Bari. La successiva verifica preliminare dell’interesse archeologico portava alla luce una estesa area posta nelle vicinanze del fiume Volturno. Da qui le attività di verifica della consistenza e del grado di conservazione dei reperti emersi. Le evidenze sono state esposte questa mattina in una conferenza stampa che per il sindaco di Amorosi Carmine Cacchillo segna un momento storico per l’intera Valle Telesina: “Questa scoperta archeologica riveste un’importanza decisiva per la storia della nostra cultura e l’esplorazione sistematica del territorio ha permesso di recuperare una quantità rilevante di materiali affinché potessero essere delineate le fasi di sviluppo, gli stili e i protagonisti dell’epoca. Rivolgendo l’attenzione agli aspetti della cultura materiale e figurativa, possiamo così rafforzare ciò che conosciamo della storia, aggiungendo nuove preziose informazioni negli archivi e valorizzando come meritano le usanze dei nostri avi. Ringrazio la Soprintendenza e soprattutto Terna per aver finanziato gli scavi”.
E come sottolineato dalla fascia tricolore, un ruolo fondamentale l’ha svolto proprio Terna a cui la Soprintendenza ha chiesto il sostegno per l’avvio di un vasto progetto di studio e documentazione delle evidenze individuate. Le parole di Chiara Petraggi, responsabile Unità di Autorizzazioni e Concertazioni di Terna per il Centro Sud e l’Area Tirrenica: “La necropoli è stata rinvenuta in occasione delle attività di indagine preventiva e di scavo archeologico nell’area in cui sorgerà la futura stazione elettrica di Terna, funzionale alla connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale della Rete Ferroviaria Italiana per l’Alta Velocità “Napoli-Bari”, nello specifico della tratta “Frasso Telesino – Telese”. L’intervento di Terna, attualmente in iter autorizzativo, comprende complessivamente anche la realizzazione di una seconda stazione elettrica, nel comune di Telese Terme, e i collegamenti delle nuove stazioni con la rete di distribuzione locale oltre quelli tra le stesse. Durante la verifica preventiva dell’interesse archeologico nell’ambito del processo di progettazione dell’opera, condotta dalla committenza Terna con la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, è stata portata alla luce una estesa area archeologica, posta nelle vicinanze del fiume Volturno. Sulla base delle evidenze riscontrate durante la prima fase di cantiere, sono stati avviati scavi archeologici estensivi per la verifica della consistenza e della conservazione del contesto archeologico”.
Quanto alla sostanza dei ritrovamenti a fare il punto è stato Andrea Martelli, funzionario archeologo della Soprintendenza: “Seppure lo scavo del sito abbia messo in luce vari livelli di frequentazione, dall’epoca preistorica fino all’età tardo antica, le evidenze archeologiche meglio conservate riguardano la grande area funeraria, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.). Sono state scavate complessivamente 88 sepolture su una superficie di circa 13.000 mq. I contesti erano riferibili alla così detta “Cultura delle tombe a fossa” che caratterizza la Campania interna prima dell’emergere dei Sanniti. I corredi funerari presentavano differenze di genere, nelle tombe maschili erano presenti armi, mentre in quelle femminili ricche parure composte da oggetti di ornamento in bronzo come fibule, bracciali, pendagli, elementi in ambra e osso lavorato. Nei corredi ricorrevano anche grandi quantità di vasi di forme differenti, spesso impilati gli uni sugli altri, deposti generalmente ai piedi del defunto in uno spazio riservato.
Alcune sepolture si distinguevano per caratteri di eccezionalità con la presenza di oggetti di particolare prestigio, come un grande cinturone in bronzo riccamente decorato o vasi in bronzo laminato che richiamano le sepolture di rango principesco attestate in Campania in epoca orientalizzante. L’elemento di maggiore monumentalità è costituito però da due grandi sepolture a tumulo caratterizzate dalla presenza di imponenti circoli dal diametro di circa 15 metri che erano certamente pertinenti ad esponenti dell’élite della società dell’epoca”.
Attenzione già puntata sul futuro e sull’impegno per istituire un Museo Nazionale per Gennaro Leva, Soprintendente per le province di Caserta e Benevento: “La grande sfida, che da oggi deve vedere protagonista la Soprintendenza e il Ministero della Cultura è finalizzata allo studio, al restauro e alla valorizzazione del grande patrimonio archeologico rinvenuto, trasformando i ritrovamenti archeologici da possibile ostacolo per la realizzazione dell’infrastruttura a opportunità per la valorizzazione culturale dei nostri territori”.
Presente alla conferenza stampa anche Francesco Maria Rubano, deputato di Forza Italia e sindaco di Puglianello: “Questa giornata è frutto di un’intensa collaborazione istituzionale che mi ha visto presente, nelle mie funzioni istituzionali al fianco del Comune di Amorosi e della Soprintendenza. E’ il primo passo propedeutico all’apertura di una struttura museale che possa arricchire, sempre più, il nostro territorio di testimonianze culturali che entrino a far parte di itinerari turistici già dal prossimo anno che vedrà con il Giubileo milioni di visitatori invadere la nostra bella Italia”.