CRONACA
Benevento: Islam, famiglia mediorientale chiede al prefetto di cambiare il nome del figlio Jihad

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Chiamare un figlio Jihad in Italia potrebbe essere un problema, al punto tale da voler cambiare nome. E’ quanto accaduto a Benevento dove due genitori di origini mediorientali hanno chiesto alla Prefettura sannita la possibilità di trasformare il nome del proprio pargolo.
Una richiesta, forse, per evitare che il ragazzino fosse discriminato per una parola che, nel linguaggio dell’Islam, connota un ampio spettro di significati: dalla lotta interiore spirituale per attingere una perfetta fede fino alla guerra santa.
In realtà, la famiglia ha motivato l’istanza affermando che sia in famiglia che nella comunità di appartenenza il nome originario è di fatto disatteso e sostituito da una sorta di diminutivo. Da qui la decisione di rivolgersi al prefetto Galeone.
La radice del nome Jihad ha una connotazione positiva, significa letteralmente “esercitare il massimo sforzo per fare del bene”, ma il termine è accostato anche a lottatore, uomo forte, coraggioso, difensore dai soprusi. In generale, nulla a che vedere con il significato di guerra santa, assunto esclusivamente ed erroneamente in Italia e in Occidente, a maggior ragione se si parla di musulmani che non hanno mai manifestato posizioni riconducibili al fondamentalismo islamico.