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ENTI

Vicenda Samte, Bonavitacola “striglia” la Provincia

Intanto è stato rimodulato, con un provvedimento del presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, il costo provvisorio del segmento di competenza provinciale della tariffa rifiuti. Il costo per abitante è stato stabilito in 7,85 euro

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Si chiude con un nuovo nulla di fatto e con un appuntamento al prossimo tre gennaio per una riunione tecnica, l’incontro svoltosi oggi in Prefettura sulla vicenda Samte, da oggi in liquidazione, e sul futuro dei suoi lavoratori a rischio licenziamento, a cui ha preso parte anche il vicepresidente della Regione Campania e delegato all’Ambiente , Fulvio Bonavitacola, che ha lamentato la mancata realizzazione di interventi, per i quali la Regione ha stanziato fondi, sullo Stir di Casalduni e sulla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, che avrebbero potuto in qualche modo salvaguardare l’occupazione.

Intanto è stato rimodulato, con un provvedimento del presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, il costo provvisorio del segmento di competenza provinciale della tariffa rifiuti. Il costo per abitante è stato stabilito in 7,85 euro, oltre Iva come per legge. La riduzione è pari dunque a circa il 50% rispetto alla precedente determinazione.

“Non mi pare che si sia raggiunta un’intesa – ha detto Bonavitacola, soffermandosi con i giornalisti, definendo la riunione di oggi “una replica di decine di altre riunioni a cui ho personalmente partecipato e a cui hanno partecipato i rappresentanti della Regione” ed evidenziando che “sono mesi che ci si riunisce, ma si torna sempre al punto di partenza.”

Per Bonavitacola “occorre affrontare il tema delle prospettive occupazionali dei dipendenti della Samte, riattivando una produttività , attraverso l’utilizzo degli impianti di cui la Samte dispone. La riapertura dello Stir e la riattivazione della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte consentirebbe di trasferire i rifiuti combusti e non combusti in gran parte dallo Stir in discarica. Sono piccoli interventi per la messa in sicurezza dello Stir e dell’impianto antincendio. Queste cose- ha chiosato – si potevano fare già  da mesi. Io non riesco a capire la ragione per la quale il 31 dicembre ci veniamo a dire che dobbiamo fare cose che tutto sommato sono sostanzialmente banali.”

Per quanto concerne i fondi della Regione messi a disposizione della Provincia di Benevento per procedere alla realizzazione di questi interventi e alle motivazioni della mancata utilizzazione Bonavitacola ha detto: “Non so perchè non sono stati utilizzati, bisognerebbe chiederlo alla Provincia. Io posso dire che con meraviglia e anche con rammarico faccio riunioni nelle quali diciamo di fare interventi che non riusciamo a realizzare. E’ abbastanza frustrante. Mi auguro che ci sia uno scatto di operatività e di responsabilità da parte di tutti.”

“Al momento – ha poi precisato – il tema del fallimento non si pone, è una liquidazione volontaria che non significa fallimento. Si tratta di un processo reversibile che può garantire la continuità  . In tal senso ci sono altre esperienze in Campania di società  provinciali in liquidazione che svolgono le loro funzioni. Il problema non è tanto questo, quanto il fatto che si gira a vuoto per mesi su piccoli interventi che creano le condizioni di ripristino di produttività . Ormai lo Stir è fermo da un anno e mezzo ed è chiaro che, una società , dopo tutto questo tempo con il blocco del principale impianto, va in ginocchio. Come Regione già  stiamo portando una parte dei rifiuti al Termovalorizzatore di Acerra e non lo potremmo neanche fare. Abbiamo deciso di dare una mano in tutti modi, con finanziamenti per l’adeguamento, per l’antincendio, occorre velocizzare questi piccoli interventi, altrimenti ci rivediamo, e avviene purtroppo ormai da mesi, a dirci sempre le stesse cose, e con i lavoratori che hanno una comprensibile ansia per il loro futuro, veramente è una cosa che non può essere tollerata.”

Dal canto suo il presidente della Samte, Agostinelli, ha replicato a Bonavitacola affermando che, invece, ” lavori sono in atto e che, “chi dice il contrario dice il falso” , evidenziando per quanto riguarda la questione occupazionale che per ora non ci sono margini per l’impiego dei lavoratori se non attraverso un’ equa distribuzione degli incarichi laddove si intraveda una necessità  che per ora non c’è”.

“Gli investimenti – ha detto – sono in atto e continueranno seguendo il cronoprogramma. Chi sostiene il contrario dice il falso.” “Sono in atto due investimenti – ha precisato Agostinelli: uno allo Stir di Casalduni e d è relativo ad un progetto finanziato dalla Regione, ovvero, l’adeguamento della linea 1 che sta andando avanti e segue il suo cronoprogramma. C’è poi un altro intervento in atto con i lavori della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte e non è un finanziamento regionale, bensì della Provincia di Benevento.”

“Ai lavoratori – ha aggiunto – ho già fatto presente senza filtri lo scenario attuale. Attualmente, purtroppo non c’è bisogno di questo carico di lavoro. Per scongiurare il licenziamento collettivo che è in atto, occorre necessariamente un accordo secondo cui, laddove ci sono quelle poche attività  necessarie, queste vengono distribuite egualmente su tutti, diversamente, ahimè, purtroppo, scatta la procedura di licenziamento collettivo, che è già in atto e a cui va dato seguito. E dispiace a tutti.”

Su questo punto è intervenuto anche il segretario della Cgil Fp Benevento, Gianna Serena Franzè, affermando: “Vedremo se dalla riunione tecnica del 3 gennaio tra Provincia, Ente d’Ambito e tecnico della Regione esce fuori un cronoprogramma serio che ci dica quanto e come la discarica e lo Stir ripartono e alla luce di una prospettiva chiara, noi, come sindacati, saremo in grado di dire ai lavoratori se accettare o meno un accordo penalizzante come quello che viene proposto. Proporre loro una penalizzazione di un part time di 12 ore alla settimana che li porta comunque  tra pochi mesi ala licenziamento, a me non sembra  una prospettiva che abbia senso percorrere; se invece, avremo garanzie diverse, potremo condividere con i lavoratori un percorso di sacrificio, ma che ci porterà  ad un approdo roseo o comunque di ripristino della normalità.  Ad oggi questa certezza non c’è e quindi siamo di nuovo nell’attesa e nel rischio di un licenziamento che potrebbe partire anche in giornata.”

”I lavori si stanno facendo – ha anche dichiarato Franzè –  ma non con i tempi che ci eravamo dati mesi fa, tanto è vero che ancora oggi ci diciamo le stesse cose. Io onestamente sono incredula perché ho sentito ancora una volta la Regione chiedere in maniera plateale di quanti soldi si ha bisogno e  la risposta è stata un tergiversare continuo per cui ancora stamattina non si è riusciti a concretizzare in quanto tempo e quali passi si daranno e con quali costi. Allora il problema non è più il finanziamento ma una volontà d’azione.”

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