Calcio
Vigorito tra presente e futuro: “Mi emoziona solo il giallorosso. Resta chi ha motivazioni”
“Non possiamo f
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“Non possiamo fare altro che ribadire di essere arrivati in questa categoria con molta buona volontà e forse un po’ impreparati. Il tempo ci ha dato qualcosa e ci ha tolto qualche altra cosa. Ci ha insegnato che facendo tesoro delle esperienze potremo probabilmente ripetere o comunque ripercorrere un cammino con un finale diverso”. Così Oreste Vigorito, presidente del Benevento Calcio, intervistato da Ntr24 a margine della Festa della Polizia in piazza San Modesto, al Rione Libertà.
Sul futuro: “Io credo che la città e la tifoseria, al di là della società – continua il patron giallorosso – abbiano dato a questi ragazzi delle motivazioni che probabilmente nei club di appartenenza non avevano più. Si sono sentiti al centro dell’attenzione e hanno riprovato i brividi di sentire i loro nomi scanditi sulle gradinate. Tutto questo fa parte dell’animus di un atleta. Se poi gli interessi di chi naturalmente li ha visti dopo che si sono ‘riabilitati’ dovessero superare quelli emozionali, non perderemmo nulla. I giocatori si equivalgono: si superano solo se hanno delle motivazioni interne. Se quelli che sono arrivati con le motivazioni, le hanno sviluppate e conservate a fronte di quello che la società e la città hanno dato come emozioni e le hanno accresciute e confermate, allora rimarranno. Altrimenti andranno via. Ma la scelta in molti casi non dipende solo da loro, ma dipende anche da noi. Qualcuno andrà via perché noi non vogliamo che resti e qualcuno resterà perché vogliamo che resti”.
Infine, sul match contro la Juve: “Quando l’arbitro fischia io non guardo l’avversario, ma la mia squadra. Avrei voluto che la squadra raggiungesse questo punto di maturità e questo rapporto atletico-mentale prima e questo ci avrebbe agevolato nel conservare la categoria. Per me è la stessa cosa se dall’altra parte c’è la maglia bianconera, rossonera o azzurra, perché mi interessa cosa fa il giallorosso. Gli altri sono i contorni di una cosa molto bella che interessa alla gente che va allo stadio per divertirsi; io ci vado per lavorare e per assicurare a tutti la dignità di una società e di una squadra che deve essere tale e poi perché i miei mi danno emozione. Il tunnel fatto da Djuricic vale di più della palombella di Dybala. Al di là del gesto atletico, le emozioni vengono solo dal giallorosso”.