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POLITICA

Sviluppo della Zona Alta di Benevento, le riflessioni di Giovanni Zarro

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“E’ tempo per ricominciare a ragionare sulla città e sul suo sviluppo? Dopo le comunali, la pausa estiva, le varie feste, il bricolage di atti amministrativi, pur importanti, è, di sicuro, tempo per la città politica di ritrovarsi su tematiche di fondo. Quelle che costruiscono la città per i prossimi decenni. Ognuno lo fa al suo livello. Anche per questo si riunisce il Comitato di Quartiere della Zona Alta. Il Comitato, come è noto, accanto alla cura dei problemi della vita quotidiana del quartiere, ha affrontato, non da ora, una questione di prospettiva: il futuro della Zona Alta ed il suo percorso di sviluppo. Lo ha fatto con la precedente amministrazione e lo fa con quella in carica. Con la stessa stima e la stessa fermezza!”. Così in una nota l’ex consigliere comunale Pd, Giovanni Zarro.

“La tesi di fondo del Comitato è semplice – sottolinea l’esponente dem -. Riconoscere la Zona Alta come il Centro Direzionale della Città. Non quello di Napoli o di Milano! Quello di una città medio piccola del Sud d’Italia. Perché riconoscere e non costituire? La politica comunale con le sue scelte di fatto ha trasformato la zona Mellusi da area di espansione del Centro Urbano in Centro Direzionale. Come? Insediando in questa parte della città il nuovo Tribunale, la nuova Questura, l’Asl, l’Inps, l’Inail, il corpo dell’Università, il corpo amministrativo della Provincia, la gran parte degli istituti di istruzione superiori, importanti presidi sanitari, i Carabinieri, la Polizia stradale, il dismesso edificio della Banca d’Italia. Alcuni istituti erano preesistenti: Ospedale e Seminario. Altri sono localizzati sul confine: la Prefettura, la Provincia, organi politici, la CCIAA. Questi enti erogano funzioni che non sono dirette solo ai cittadini del Quartiere, bensì a tutta la città. Per alcune la platea degli interessati è provinciale ed anche extra provinciale. La erogazione di questi servizi e la residenza degli Enti che li producono, hanno costituito di fatto la Zona Alta in Centro Direzionale. Ora è necessario che il Comune, prendendo atto di questa realtà e faccia una politica consequenziale; e cioè di accompagnamento, di sostegno, di guida alla sua implementazione prima e al suo sviluppo poi.

C’è una difficoltà! Questo ragionamento deve trovare un suo contrappunto – aggiunge la nota -. Un elemento con cui confrontarsi e validarsi! Quale? Il disegno di sviluppo della città e del suo circondario. Questo disegno all’atto manca. Il comune, sforando i termini di legge e statutari, non lo ha ancora presentato alla città, nell’ambito delle previste linee programmatiche. La Zona Alta come Centro Direzionale non può confrontarsi, sicché con il disegno di sviluppo della città; non può farlo nemmeno con l’assetto e le funzioni degli altri quartieri della città. Cosa necessaria, naturalmente. Sia per condividere una prospettiva comune di sviluppo sia per convenire un percorso realizzativo. Sia per costruire una città compatta ed armonica. Integrata con il suo contesto. Cosa è stato fatto finora? Si è svolto un intenso colloquio con la precedente Amministrazione. I risultati? La condivisione della prospettiva e la intesa ad indire un concorso di idee per definirne obiettivi, percorso e contenuti. Questa intesa, pare non ci sia più! Naturalmente, il Comitato è pronto a ricominciare daccapo.

Ci sono altri problemi non meno importanti: il destino di alcuni edifici – conclude Zarro -. La sede della Bankitalia, la sede della ex Caserma Guidoni, la sede della ex Scuola allievi carabinieri. L’utilizzo di alcune aree: piazza Risorgimento e l’ex campo del collegio la Salle, i giardinetti Piccinato e l’area di viale Atlantici che guarda il Sabato, l’area della Rotonda delle Scienze. Collegamenti rapidi con Rione Libertà e problemi connessi (gallerie in zona Martiri d’Ungheria). Collegamenti con le zone in destra Sabato. Poi i problemi della vita quotidiana. Il primo fra tutti la sistemazione dell’area circostante alla nuova sede dell’Inps. Insomma c’è molto da fare e il comitato cerca un interlocutore, fattivo, con il quale lavorare con intelligenza e passione. Lealmente”.

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