CULTURA
L’Onda Pride invade Benevento: migliaia in piazza in difesa dei diritti civili e la laicità dello Stato
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Colorata, irriverente, gioiosa e ironica. L’Onda Pride, questo pomeriggio, ha investito Benevento. Sono stati circa mille i membri dei collettivi Lgbt, associazioni, sindacati e cittadini che hanno scelto di manifestare in piazza per i diritti civili e la laicità dello stato e delle sue leggi. Il corteo, come da programma, si è radunato intorno alle 15 a piazza Castello, da lì è partito in direzione viale Atlantici e via Meomartini, per poi proseguire lungo il viale Mellusi e concludersi a piazza Risorgimento per un dibattito finale.
La manifestazione ha avuto una lunga sosta all’altezza della Villa Comunale, luogo divenuto simbolo della lotta per i diritti dei gay dopo l’episodio dei due ragazzi cacciati per un bacio. “L’omofobia esiste ed è un problema che va affrontato”, ha commentato l’attore, scrittore e testimonial del Benevento Pride, Carlo Gabardini.
“Io sono qui perché mi vergogno di essere italiana – ha aggiunto la madrina dell’evento, la giornalista Giulia Innocenzi – perché non è possibile che ci siano persone che abbiano diritti di serie A ed altre considerate di serie B”.
Tra le moltissime persone che sono arrivate nel capoluogo sannita per dimostrare il loro sostegno al mondo Lgtb, anche la pornostar partenopea Valentina Nappi che ha ironizzato sulla contro-manifestazione.
Grande soddisfazione per i membri del collettivo Wand, da sempre impegnati nella difesa dei diritti civili a Benevento. “Siamo felicissimi per le adesioni al Pride – hanno spiegato -, ma la nostra battaglia non si ferma qui. L’obiettivo resta l’istituzione di un registro delle unioni civili comunale”.
LA CONTRO MANIFESTAZIONE – A piazza Orsini, invece, sono stati una cinquantina gli attivisti di Forza Nuova che hanno aderito alla manifestazione contro il gay pride e in difesa della famiglia naturale.
La manifestazione, inizialmente, era stata promossa da un comitato che al suo interno non comprendeva né partiti politici né singole associazioni. L’evento, nelle intenzioni degli organizzatori, sarebbe dovuto essere “una testimonianza pubblica e di preghiera” alla quale non sarebbero dovuti essere presenti simboli politici, ma solo striscioni tematici.
In realtà l’iniziativa si è tramutata in una sfilata di Forza Nuova, visto che i principali protagonisti erano membri del partito e di “Lotta Studentesca” provenienti da Campania, Puglia e Basilicata. Una situazione che ha spinto i cattolici ad abbandonare e dissociarsi dal corteo vista l’originale intenzione di mantenerlo apolitico.
Dopo la partenza da piazza Orsini la manifestazione si è diretta in via Gaetano Rummo e poi alla Basilica della Madonna delle Grazie per concludersi di nuovo nella centralissima piazza di fronte al Duomo, dove i manifestanti hanno partecipato ad un breve confronto.
Il comitato “No al Gay Pride” si è invece recato nella Basilica di viale San Lorenzo dove il professor Corrado Gnerre ha tenuto delle breve riflessioni sul pericolo della cultura omosessualista.