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Il sannita Caturano racconta il segreto del successo di SpinVector: “Parte da punti di vista diversi sulla realtà”
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La passione prima di tutto: è questa la spinta che ha portato tre giovani sanniti, Giovanni Caturano, Carmine della Sala e Lorenzo Canzanella, brillanti ingegneri informatici, a realizzare quella che oggi è una della aziende più quotate sul mercato nazionale e internazionale nel settore dei videogames, la SpinVector, che ha venduto milioni di copie di giochi in 152 paesi e che oggi è stata al centro dell’incontro “Strategy@Work”, il ciclo di testimonianze nell’ambito dei corsi di Strategia, Business Planning e Corporate Strategy del Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM) dell’Unisannio.
L’azienda beneventana hi-tech si caratterizza per la forte capacità di applicare in campi diversi la tecnologia in 3D, come i videogiochi per il mercato di massa; ambienti immersivi; life-size games, e ha ricevuto importanti riconoscimenti sia nazionali che internazionali, tra i quali, ad esempio: il Gran Premio da 200mila $ del Samsung Smart App Challenge per il gioco “From Cheese” e il premio Best Practices per l’Innovazione, assegnato per l’installazione immersiva realizzata per il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano che ricostruisce l’eruzione del 79 d.C.
Dopo una prima esperienza lavorativa a Parigi, dove i tre ingegneri sanniti si trasferirono nel 1998 per mancanza di investimenti in patria e, dopo il successo dei prodotti realizzati all’estero tornarono nella città natale investendo e creando SpinVector, per proseguire il percorso iniziato con i videogiochi e poi estenderlo anche ad altri settori. Forte, dunque, l’intuizione strategica per un campo che non conosce declino neanche in tempi di crisi, seguendo il motto che “la magia consiste nel lavorare duro per tradurre un sogno in realtà”.
Le dichiarazioni nel video-servizio