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Salute

Volontariato e servizi medici: all’ospedale “Rummo” siglato il protocollo del “Patto del tempo dei camici bianchi”

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Una banca ad azionariato diffuso e volontario capace di produrre servizi sanitari alla comunità. E’ questa l’idea alla base del protocollo “Patto del tempo dei camici bianchi”, siglato in mattinata all’azienda ospedaliera “Rummo” di Benevento grazie alla collaborazione tra la Chiesa diocesana, il nosocomio sannita, l’Azienda sanitaria locale, l’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” dei Fatebenefratelli e l’Ordine provinciale dei medici.

Il progetto riguarda l’apertura di presìdi di vicinanza assistenziale e la creazione di un sistema solidale, che ha come obiettivo la realizzazione di un vero e proprio “Piccolo ospedale della carità”.

“Un’idea che nasce sulla scia del successo del Campus Salute – ha commentato il direttore generale del “Rummo”, Nicola Boccalone -, che ha dimostrato la necessità di una sanità più vicina ai bisogni del cittadino”.

I medici attraverso ore di lavoro volontario saranno, dunque, a disposizione dei pazienti che non possono permettersi cure adeguate. Il compito di raccogliere le richieste per l’assistenza medica spetterà alla diocesi, mentre l’Asl e le due aziende ospedaliere cittadine dovranno predisporre gli eventuali controlli del caso. “Oggi stiamo gettando le basi dell’iniziativa – ha spiegato Boccalone -, poi bisognerà far incontrare domanda e offerta”.

“Che la firma di questo protocollo possa essere il primo passo verso la creazione di un centro polifunzionale per la carità”. Questo l’augurio dell’Arcivescovo di Benevento, Andrea Mugione, al quale si aggiunge la voce del direttore generale dell’Asl, Michele Rossi: “E’ un iniziativa bella e, soprattutto, utile per la comunità sannita”

 

Il Testo del Patto

Patto di solidarietà per un servizio sanitario volontario ai più poveri

L’impegno della solidarietà non appartiene a categorie particolari ma si traduce in rete comune di servizi capace di contribuire a creare opportunità per molti. Un fronte che dovrebbe vedere la convergenza delle associazioni di volontariato, le società del terzo settore, le parrocchie, le istituzioni pubbliche, mentre cresce l’attesa delle fasce deboli e la crisi spinge indietro settori sempre più consistenti della società, nonostante le tante iniziative sociali già messe in campo, dagli aiuti concreti al sostegno economico, all’intervento del Banco alimentare e del market solidale, alla mensa, all’attività di consulenza e tutoraggio, all’assistenza domiciliare a quella sanitaria, al sostegno economico.

 

L’urgenza della rete

Serve un progetto condiviso per rispondere alla difficile fase che vive il Paese e che si manifesta nella carne viva delle comunità locali. Lo spirito di solidarietà e le azioni volte al bene comune si dovranno manifestare e testimoniare soprattutto sul fronte delle famiglie, crocevia di bisogni, di attese e di domande spesso inascoltate. 

Uno dei temi più scottanti è l’assistenza sanitaria , settore in cui emergono dati allarmanti. C’è gente che rinuncia ormai a curarsi non potendo accedere a prestazioni specialistiche o a terapie costose. In questo contesto paga un conto socialmente rilevante il grande programma della prevenzione. Tra le priorità lasciate in secondo piano nell’agenda di una famiglia povera ci sono, infatti, quelle visite e quegli esami che invece risulterebbero decisivi per contribuire a prevenire molte patologie. 

Il progetto
La situazione sociale ed economica sta dettando, dunque, i tempi di una involuzione delle buone prassi, faticosamente costruite negli anni. Rischia di sfaldarsi il tessuto solidale, vittima anch’esso della restrizione di contributi statali, regionali e istituzionali, ma regredisce anche la capacità delle persone di pianificare la cura del benessere fisico a causa di costi che, sia pure sulla carta non inaccessibili, risultano ormai lontani dalle possibilità economiche delle famiglie più povere ma anche di quelle la cui consistenza patrimoniale una volta riusciva a garantire sufficienti livelli di vita.

Intanto si avvicina lo spettro di una drastica riduzione di spesa per l’assistenza sanitaria. Non è un caso che, non in centri del Sud Italia ma nel ricco Nord Est, siano stati aperti centri sanitari di Emergency, non solo per assistere gli extracomunitari ma anche numerose fasce di cittadini italiani.

Il progetto che si intende avviare nella città di Benevento, grazie alla collaborazione tra la Chiesa diocesana, l’Azienda sanitaria locale Bn1, l’Azienda ospedaliera “Rummo”, l’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” dei Fatebenefratelli, e l’Ordine provinciale dei medici, è l’apertura di presìdi di vicinanza assistenziale e, in presenza di strutture minime sufficienti, la creazione di un sistema solidale che ha come obiettivo finale la creazione di un vero e proprio “Piccolo ospedale della carità”.

L’impegno

Per realizzare questo progetto di solidarietà concreta, i responsabili delle strutture sottoscriventi, si impegnano a istituire uno sportello della “Banca del Tempo dei Camici Bianchi” grazie al quale gli operatori sanitari proporranno la loro disponibilità portando volontariamente alla causa del bene comune e del sostegno ai poveri la loro specifica competenza.

Si sottoscrive altresì l’impegno a costituire un “Tavolo Sanità” grazie al quale monitorare la situazione assistenziale nella città di Benevento e proporre interventi a favore delle persone maggiormente colpite dalla crisi economica.

Mons. Andrea Mugione (arcivescovo di Benevento)

Dott. Michele Rossi (Direttore generale dell’Asl Bn1)

Dott. Nicola Boccalone (Direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Rummo”)

Fra Angelico Bellino (Priore Ospedale Fatebenefratelli Benevento)

Dott. Vincenzo Luciani (Presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Benevento)

 

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