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Tarsu 2010, il Comune invia 11mila solleciti di pagamento. La denuncia della Lega Consumatori: “Molti sono errati”

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La Lega Consumatori informa che il Comune di Benevento ha inviato a 11.000 famiglie non in regola totalmente o parzialmente con il pagamento della Tarsu 2010, solleciti di pagamento, molti dei quali errati.

A tali famiglie – spiega il comunicato – è concesso, come previsto dalla legge in materia, un tempo di 30 giorni per sanare la posizione debitoria, trascorsi i quali si procederà all’emissione dei relativi avvisi di accertamento.

Per l’associazione dei consumatori, l’invio di tali avvisi, il numero delle famiglie coinvolte, dimostra qualora ce ne fosse ancora bisogno, che non è stata risolta da parte del comune la problematica relativa alla “quantificazione dei costi” per il servizio rifiuti, costi sconosciuti ai cittadini.

Infatti, lo scostamento tra i costi previsti nelle delibere e quanto effettivamente erogato e speso dall’azienda non è stato mai chiarito.

Senza dimenticare i maggiori introiti registrati per recupero dell’evasione e dell’elusione, i cui proventi, secondo l’associazione dovevano e devono essere utilizzati per l’abbattimento dei costi del servizio gravanti sui cittadini. Recuperi effettuati a partire dal 2006, senza nessuna previsione che l’eventuale eccedenza comportasse una restituzione ai cittadini dei maggiori importi versati mediante compensazione (rideterminazione delle tariffe in base alla maggiore superficie accertata).

Già in passato, – continua la Lega Consumatori – abbiamo avuto modo di affermare, che la certezza del diritto sul tema della tarsu, tanto sentito dai cittadini, non può essere oggetto di interpretazioni, interpretazioni il più delle volte attuate a vantaggio dell’amministrazione e conseguente a svantaggio dei contribuenti.

E’ stato affermato da più parti e pubblicato su alcuni quotidiani locali, senza alcuna smentita, che il comune di Benevento per tale servizio incassa più di quanto spende, destinando la differenza a coprire altre spese.

Sino ad oggi, non si sono avute risposte. Sarebbe auspicabile che almeno in questa fase, che vede coinvolte la metà circa dei contribuenti totali, che l’amministrazione comunale, aprisse un tavolo di confronto per i necessari chiarimenti.

Altrimenti, come affermato da “Pompeo Nuzzolo nel suo articolo pubblicato il 31 maggio 2012, la confusione nel servizio rifiuti continua, consentendo, con un poco di furbizia, all’ente di non far conoscere ai contribuenti il costo complessivo del servizio e i ricavi che sono composti, oltre la tassa vera e propria, dall’ex ECA, dalle addizionali ENEL (legge 10/2011) e dalla vendita dei rifiuti differenziati. Sia l’ex ECA, sia l’addizionale sull’accise contribuiscono, per giurisprudenza costante della Corte dei conti e per legge a sostenere i costi del servizio rifiuti”.

L’invito inviato in questi giorni a 11.000 cittadini, ad avviso dell’associazione non sottrae il Comune dal fornire chiarimenti, elencando per l’annualità 2010 e successive, nonchè per le precedenti, i costi del servizio, perché la tassa non può non prescindere dai costi (vedi bilanci ASIA).

Per quanto sopra, considerato che il ricavo della tassa non può superare il costo del servizio, che i conti pubblicati sin qui, registrano una differenza positiva, i contribuenti interessati dagli avvisi, ragionevolmente ritengono di aver diritto ad una quota di restituzione della tassa per l’anno 2009, 2010 e precedenti, sotto forma di diminuzione della tassa 2010 mediante rideterminazione delle tariffe. Riservandosi di conoscere ricavi e costi per le annualità successive.

Alle famiglie interessate, che hanno ricevuto o riceveranno tale avviso, la Lega Consumatori rivolge un invito a recarsi presso l’associazione.

Associazione che sta esaminando con i propri legali la possibilità di presentare una legittima istanza di rimborso oltre un eventuale ricorso contro tali avvisi.

Inoltre, la Lega Consumatori, – conclude la nota – informa tutti coloro che hanno ricevuto un avviso errato perché hanno assolto l’obbligo di pagamento, di richiedere all’amministrazione comunale un indennizzo per il disagio causato.

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