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No Triv Sannio: “La manodopera specializzata verrà dal Nord. A noi resterà un territorio povero e devastato”
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Fermare le trivelle e salvare il territorio. Il Comitato No Triv Sannio, da poco costituito, non perde tempo e continua ad organizzare iniziative per far comprendere alla popolazione i rischi che le trivellazioni petrolifere comportano per l’ambiente e il territorio sannita. Giovedì 7 febbraio, alle ore 18.00, al Palazzo del Volontariato, si svolgerà il primo incontro di autoformazione. Un geologo del coordinamento esporrà le ragioni tecniche dell’opposizione alle trivellazioni. A seguire, videoproiezione ed assemblea.
In un manifesto, che pubblicizza l’evento, il Comitato esprime le sue posizioni sulle trivellazioni petrolifere. “Il territorio sannita – si legge – è stato preso d’assedio dalle multinazionali petrolifere. Vi sono infatti quattro progetti riguardanti la ricerca di idrocarburi in Campania, e tutti colpiscono il territorio sannita, per un totale di 35 comuni coinvolti, Benevento compresa. Due delle istanze hanno già avuto parere favorevoledella Commissione Via, rilasciato con superficialità e irresponsabilità dalla Regione Campania.
Questa prima autorizzazione serve all’azienda interessata ad effettuare dei rilevamenti senza alcun tipo di perforazione, quindi siamo ancora in tempo per fermare l’ennesimo scempio ambientale per il nostro territorio. I comuni della Val d’Angri in Basilicata, dove da anni è in atto una massiccia estrazione petrolifera,sanno cosa ha comportato e sta comportando sul proprio territorio tale sfruttamento. Le multinazionalisenza scrupoli entrano prepotentemente nei territori e a fior di euro comprano le royalities”.
Nel manifesto vengono smentite anche alcune “illusioni”, che quando si parla di oro nero, si accendono nella mente di molti. “Le possibilità occupazionali sono pari a zero perché vengono utilizzati tecnici e mano d’opera specializzata proveniente per lo più dal nord Italia.
L’indennizzo è irrisorio e le ricadute sono solo le tragiche devastazioni del territorio. In primo luogo l’inquinamento delle falde acquifere, l’agricoltura e cosi pure il valore del patrimonio immobiliare.
Non c’è alcun vantaggio e nessun progresso. Esistono, inoltre, altre ragioni oltre quelle paesaggistiche ed economiche per opporsi, e sono quelle tecniche e scientifiche poiché il Sannio è una zona a rischio sismico e le trivellazioni petrolifere potrebberocreare situazioni di notevole pericolosità! Dobbiamo reagire, unire le comunità in difesa del nostro patrimonio, del nostro diritto a vivere e non farci derubare e depredare.
Se resteremo a guardare passivamente, delegando agli altri la soluzione ai nostri problemi, e non costruiamo una grande mobilitazione del nostro territorio, consentiremo, ancora una volta, alle istituzioni ai vari livelli di agire indisturbati e garantire gli interessi dei grandi capitali a discapito degli interessi della collettività”.
Eri. Far.