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CRONACA

Inizia l’autunno “caldo” nelle scuole. Occupati sette istituti beneventani

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AGGIORNAMENTO 11:00 – Nota del Collettivo autonomo studentesco in merito alla questione delle occupazioni negli istituti superiori di Benevento. “Questa mattina – spiega il Coordinamento Scuole Occupate in lotta – sono state occupate buona parte delle scuole cittadine: il Giannone, Guacci, Iti Bosco Lucarelli, Alberti, Palmieri, Rampone, Liceo Artistico, Agrario e Alberghiero autogestiti. Dopo discussioni durate diversi giorni e dopo aver svolto assemblee straordinarie, i cui gli studenti si sono espressi attraverso la votazione, abbiamo occupato gli istituti.

Non pochi sono stati i tentativi di intimidazione e minaccia in questi giorni. Giovani colleghi – aggiungono – sono stati telefonati a casa e minacciati di denuncia e bocciatura. Molti docenti e presidi non hanno fatto mancare minacce di far perdere l’anno scolastico e non capendo le esigenze degli studenti e che la lotta viene portata avanti anche per loro, hanno convocato consigli di istituto e consigli dei genitori in cui sono stati letteralmente terrorizzati i rappresentanti. Questa mattina da registrare l’aggressione di un docente ad uno studente presso l’Istituto Guacci.

Non comprendiamo – spiegano nella nota – questo clima di intimidazione e minaccia e speriamo finisca al più presto. Vogliamo che i docenti e la società civile diventino invece i protagonisti di queste occupazioni, facendo rivivere davvero le nostre scuole che comincamo a dire non vogliamo consegnarle al vandalismo. Per fare ciò però è necessario il contributo di tutti, troppo facile accusare e restare in disparte.

La nostra occupazione – proseguono – viene fatta in solidarietà ai lavoratori della Sanit che da mesi sono senza stipendio e a tutti i lavoratori e non solo che sul nostro territorio subiscono gli effetti della crisi e gli attacchi dei padroni. La nostra occupazione vuole essere un segnale anche per loro, per far capire che sono finiti i tempi delle mediazioni ed è necessaria una rinascita del nostro paese, una rinascita del conflitto sociale.Questa generazione esplosa nelle giornate dello sciopero generale europeo non è guidata da rabbia cieca ma è una generazione che comprende e rifiuta la politica dei governanti d’Europa, anche nella versione italiana in salsa tecnica.

Siamo di fronte ad un ceto tecnocratico che taglia lavoro e stato sociale per salvare la finanza che ha prodotto la crisi speculando con i soldi dei risparmiatori. La sobrietà di Monti e le lacrime della Fornero hanno finito il loro effetto ipnotico su un paese piegato da vent’anni di Berlusconismo, oggi questi caratteri mostrano il rovescio della medaglia, una macelleria sociale che va imposta con la polizia, con il bastone, con i calci in faccia e con gli arresti.

Questo è semplicemente inaccettabile! Noi vogliamo costruirci un presente diverso. Siamo stanchi – continua il comunicato stampa inviato – di venire insultati da Ministri più impegnati a partecipare ad eventi mondani di pubblicità che a lavorare sodo. Siamo indignati. Ma l’indignazione non basta, non più. Vogliamo impegnarci. Vogliamo incanalare la nostra rabbia in qualcosa di costruttivo, che porti dei risultati, senza limitarci ad urlarla per strada e nelle piazze. Ora vogliamo rendere tangibile il nostro pensiero. Per questo abbiamo deciso di occupare.

Abbiamo scelto questa forma di protesta per provare a mettere in pratica un modello alternativo di scuola, atto a sviluppare una coscienza critica tanto a lungo sopita. Vogliamo combattere la rassegnazione generale. Non vogliamo, giunti alla maggiore età, andare a rimpolpare le fila del partito degli astensionisti. E vogliamo riuscirci partecipando, impegnandoci, informandoci e informando. La scuola dovrebbe fornire ai giovani gli strumenti e gli stimoli affinché essi si possano formare come cittadini responsabili dotati di pensiero critico.

Tuttavia, nella gran parte delle nostre classi ci sono trenta studenti o più: non c’è tempo di fermarsi, approfondire, discutere o confrontarsi; bisogna andare avanti, interrogare e verificare se si vuole portare a termine il vastissimo programma ministeriale. Ci rimettiamo noi studenti tanto quanto i professori, a cui ci sentiamo davvero molto vicini in questo momento estremamente critico anche per loro.

Il problema è che la scuola pubblica a cui abbiamo diritto, tagliata e riformata all’inverosimile, non solo non ci fornisce gli strumenti per sviluppare la cosiddetta “coscienza critica”, ma mortifica quella di chi riesce a crearsene una da solo. Ci sentiamo sottovalutati e non valorizzati. Vogliamo un cambiamento reale, non una regressione. Non possiamo e non siamo disposti a perdere ciò che è stato conquistato con anni e anni di lotte.La scuola pubblica è un bene comune da tutelare, essa è lo strumento fondamentale e necessario per lo sviluppo di un Paese, e lo è soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo.

Investire in questo settore significa investire sul futuro e voler provare veramente ad uscire da questa crisi, poiché la risposta alla crisi siamo noi, i giovani delle nuove generazioni. Noi, giovani studenti terribilmente preoccupati per il nostro futuro e disposti ad impegnarci per prenderlo in mano e renderlo degno d’esser vissuto, – conclude – abbiamo reagito per far sentire la nostra voce, che si sta facendo tanto forte ed unita che presto saranno tutti costretti ad ascoltarla.

10:52 – Al Liceo Scientifico “G. Rummo” gli studenti rimasti fuori a protestare hanno provato a fare irruzione nella scuola, ma sono stati allontanati dai docenti. Sul posto è intervenuta anche la polizia per controllare la situazione. Al Liceo Artistico di via Tiengo la preside ha indetto un Collegio Straordinario dei docenti, che si trasferirà nelle aule del Convitto Nazionale “Giannone” di piazza Roma per permettere il regolare svolgimento delle lezioni.

ORE 10 – Novembre “caldo” per molte scuole beneventane. Continuano le proteste e lo stato di agitazione degli studenti sanniti contro il ministro Profumo e la sua riforma dell’istruzione. Questa mattina sono stati occupati l’istituto magistrale “Guacci”, l’istituto tecnico commerciale “G. Alberti”, l’istituto tecnico industriale “G.B. Lucarelli” e il Liceo Artistico. Autogestione è stata annunciata invece all’istituto tecnico per geometri “G. Galilei”. 

Al “Guacci” di via Calandra, intorno alle 8 di questa mattina, circa 600 alunni hanno fatto irruzione all’interno della struttura sprangando le porte d’accesso e bloccando con i banchi gli ingressi agli ascensori. All’Industriale di viale San Lorenzo, gli studenti hanno occupato l’istitituto esponendo anche lo striscione con la scritta “Profumo Game Over”.

All’Istituto Tecnico “Salvatore Rampone”, invece, la dirigente scolastica Teresa Marchese ha sbarrato le porte della scuola non permettendo l’ingresso ad alcun studente. Discorso differente invece al Liceo Scientifico e al Liceo Classico. Al “Rummo, infatti, gli studenti avevano chiesto un’assemblea permanente che il preside non ha concesso.

Da quì la decisione per alcuni di entrare e fare regolarmente lezione, mentre per altri è continuata la protesta al di fuori dell’istituto. Al “Giannone”, infine, gli studenti sono a colloquio con dirigente e professori all’interno della scuola.

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