Provincia di Benevento
Riordino province. Il consigliere provinciale Cataudo: “Operazione improvvisata”
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“Il cosiddetto riordino delle Province, frutto di un confuso e raffazzonato provvedimento governativo, solo in parte corretto dal Parlamento e poi aggravato da un quasi incomprensibile provvedimento del Governo che detta i “criteri” dell’operazione, si sta per concretizzare – se possibile – con modalità ancora più improvvisate e prive di supporti strategici di una discussione ad ampio raggio di natura istituzionale e politica tra la popolazione locale”.
A dichiararlo è il consigliere provinciale Alfredo Cataudo.
“I tempi ridottissimi imposti dalla scadenze, peraltro, – aggiunge Cataudo – non consentono alla gran parte della popolazione di capire quale sia la posta in gioco, in che direzione stanno andando le proprie Istituzioni di governo, che fine faranno tanti anni della propria storia e quale sarà il futuro di tutti. Mentre la crisi economica incalza e morde alla gola il Sannio, la classe dirigente locale non sa che pesci pigliare e sta mettendo in campo uno spettacolo invero penoso fatto di balbettamenti e, nella migliore delle ipotesi, di fumisterie che sono l’evidente risultato della voglia di essere in qualche modo presenti sui giornali”.
“In sostanza – prosegue – si sconta oggi la mancanza di quel coraggio e di quella lungimiranza politica che doveva essere messa in campo quando già negli anni Ottanta del secolo scorso il deputato Clemente Mastella aveva avanzato una organica proposta di complessivo riassetto delle nostre istituzioni locali di governo”.
“Il danno ormai è fatto e si va dunque verso la riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre a Benevento in ordine rigorosamente sparso senza che alla base vi sia un qualche progetto di massima per avviare una discussione aperta e costruttiva”.
“Per il rispetto formale che si deve alle Istituzioni, – conclude Cataudo – io voglio credere che la giornata a Villa dei papi non costituisca soltanto una vuota passerella; ma è reale il timore che per l’ennesima volta si perda il treno di un autentico dibattito sui temi fondanti del decentramento amministrativo e dei poteri di autogoverno rispetto alle attese della popolazione delle aree interne”.