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Vella: ‘Opprimente il silenzio calato sull’impianto eolico dell’Edison’

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del Consigliere Comunale di San Giorgio la
Molara , l’Avv. Luigi Antonio Vella circa l’impianto eolico dell’Edison.

"Un vicenda criminosa inarrestabile.
Pensieri, parole, opere ed omissioni criminose – esordisce Vella – sono difformi dai valori etici, ma è inarrestabile la vergognosa superbia dell’Edison nel devastante ampliamento dell’impianto eolico di San Giorgio la Molara (BN).
Il Comune, noncurante dei propri gravi rilievi di illegalità e rovesciando di fatto la sua posizione, senza che ne siano stati investiti neanche gli organi collegiali, si è accordato con l’Edison per rinviare l’udienza di decisione del 15 luglio 2011, nel giudizio che aveva promosso contro la stessa Società innanzi il Consiglio di Stato. Nella seduta di Consiglio Comunale del 3 agosto 2011, il Sindaco ha omesso l’inserimento all’ordine del giorno dell’interrogazione a risposta verbale inerente la questione, presentata ai sensi dell’art. 17 dello statuto comunale e, su specifica domanda, ha affermato che lo avrebbe fatto solo quando Egli sarebbe stato pronto e che non sapeva niente del rinvio, perché “si deve chiedere all’avv. Lentini” (avvocato del Comune). Affermazione difforme dalla verità. Il rinvio dell’udienza è stato determinato proprio da una precisa, quanto inopportuna, richiesta del Sindaco, organo monocratico, non competente in materia di costituzione in giudizio.
Sennonché, mentre è stato offuscato il rinvio dell’udienza, è chiaro che i lavori continuano, a tutto vantaggio dell’Edison. Lavori milonari, che sarebbero dovuti iniziare entro un anno da quando (e se) il provvedimento di autorizzazione sarebbe divenuto definitivo. Ancora oggi, in pendenza di giudizio, il provvedimento di autorizzazione non è definitivo.
Lavori, che si intendono portare a termine arbitrariamente prima che l’autorizzazione regionale diventi definitiva.
Intanto, – continua Vella – ogni giorno che passa mostra le lacune e i danni dell’allegra istruttoria regionale, acquiescente ai voleri della Società Edison, dall’emersione di reperti archeologici al danneggiamento e getto di calcestruzzo direttamente in falde acquifere. Ma ciò che più di tutto da un’idea della tracotanza in atto, è la violazione della distanza legale dalle strade pubbliche.
Una cabina (foglio 16, particella 79) e ben undici aerogeneratori (contraddistinti con i numeri 4, 5, 8, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20) sono realizzati in violazione della fascia di rispetto e della distanza minima relativa all’altezza dei manufatti.
Questa, seppure, in genere, deve essere pari alla metà dell’altezza massima, nel nostro caso deve essere almeno pari all’altezza massima degli aerogeneratori, considerando che si tratta di impianti industriali dinamici, capaci di eventuale gittata. Principio normativo recepito anche nelle Linee Guida.
Sennonché, siamo in presenza di un fatto ignobile, quanto eclatante. Gli aerogeneratori contraddistinti con i numeri 4, 5, 8, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 20, sono collocati, rispetto alle strade pubbliche, ad una distanza inferiore al proprio raggio di rotazione e, nella fase di esercizio, le sorvolerebbero,
invadendole con una pericolosa servitù aerea. Ben altro, che violazione di distanze legali. Sbalordisce che il Comune, in presenza di getto dei plinti in violazione finanche delle strade pubbliche, anziché emettere provvedimenti di tutela e repressione degli abusi, ha avuto premura di accordarsi con l’Edison per rinviare l’udienza di decisione innanzi il Consiglio di Stato.
Intanto, sulle strade pubbliche investite dal cantiere sono presenti sorveglianti, a cui, seppure sprovvisti di ogni distintivo di identificazione, i passanti devono dar conto. Ma è assurdo sì o no che in un Paese civile la libertà di circolazione (costituzionalmente garantita) deve essere spiegata? A chi? E la sua violazione, no?
La matrice di tutte le illegalità è il procedimento della Regione Campania, che ha seguito un iter istruttorio di “repowering” (che presuppone un intervento di ammodernamento destinato ad occupare la medesima area). La domanda di Edison Energie Speciali Spa, invece, era di ampliamento dell’impianto preesistente ed il provvedimento ottenuto è stato effettivamente di ampliamento (per una superficie pari al triplo di quella originaria), ma senza le procedure e le garanzie previste dalla legge per questo tipo di provvedimento.
In tale contesto, si può comprendere che è avvilente l’omissione del Sindaco di inserire all’ordine del giorno del Consiglio Comunale la pertinente interrogazione, affermando, in via marginale e slealmente, che non ne sa niente.
Una magagna vergognosa – conclude Vella – sviluppata tra inenarrabili connivenze criminose, in violazione del Codice della Strada, della l. 47/85 e D.P.R. n. 380 del 6-6-2001, nonché degli artt. 323, 328, 379, 416, 480, 483 e 633 c.p."
 

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