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POLITICA

Il Sannio e i rifiuti altrui: giorni di passione, ancora

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“Nella sua negatività, la sentenza ci conforta per il giudizio di straordinarietà che il tribunale amministrativo riconosce all’atto del Governatore campano. Ciò significa che l’iniziativa di Caldoro non potrà  essere ripetuta nel tempo perché, come ha già sottolineato il collega presidente di Caserta, Domenico Zinzi, eccezionale vuol dire non ripetibile”. Queste sono dichiarazioni dell’11 luglio ed il conforto che il presidente della provincia di Benevento, Aniello Cimitile, ha cercato di dare a sé stesso prima ancora che alla popolazione del Sannio, e segnatamente a quella di Sant’Arcangelo Trimonte, si rivela – non per sua colpa – con parole al vento (quello che trasporta la puzza dei rifiuti…).

La reiterazione, ieri in tarda serata (ed infatti ne avevamo già dato conto con notizia) dell’ordinanza per autorizzare ancora lo sversamento per Napoli nelle discariche fuori provincia –  ma per Benevento nel caso specifico si tratta solo di disattandere il termine di chiusura della ‘solidarietà’ fissata nell’incontro di giugno (ovvero continuano gli sversamenti nellop Stir di Casalduni ed il trasferimento poi a S. Arcangelo T.) – non sorprende. Gli indizi erano stati disseminati già allo spirare della precedente emergenza. Da mercoledì l’eco della situazione partenopea era già cupa, con giacenze per le strade in crescendo ed un caldo opprimente che ha fatto lievitare ancor più lo stato di invivibilità e con le dichiarazioni degli attori principali (politici di Napoli e della Regione Campania) progressivamente improntate, da subito – cioè dalla scadenza della validità dell’ordinanza precedente –, ad un giustificato possibilismo. Di conseguenza, la firma di Stefano Caldoro in calce ad un nuovo provvedimento ‘eccezionale’ è apparsa come un atto dovuto.

Non spetta a chi scrive proporre soluzioni di una vicenda che di soluzioni ne ha sempre trovate salvo poi valutarne l’inefficacia. Spetta solo affrontare in via generale il principio e ricordare che l’opposizione al trasferimento dei rifiuti anche nella nostra Provincia non è derivata dal venire meno di un principio di solidarietà verso Napoli, applicato più volte, ma dal timore che potesse saltare il (fragile) equilibrio su cui poggia la situazione della gestione del ciclo dei rifiuti nel Sannio. Non c’è, insomma, una contrapposizione di piazza ma solo una qual certa saturazione: della discarica di contrada Nocecchie, innanzitutto; della pazienza degli interlocutori istituzionali di Regione, Provincia e Comune di Napoli; della gente del Sannio che percepisce, in questo rendere ordinario la “straordinarietà” dei provvedimenti, un senso d’inganno.

Alla luce del nuovo, e vecchio al tempo stesso, modello comportamentale della Regione, il gesto clamoroso delle dimissioni di Perifano dalla Samte ne vien fuori rafforzato. Un gesto di fronte al quale c’è stata una solidarietà pubblica ristretta, vien voglia di dire anch’essa meramente ‘istituzionale’ (basta fare un po’ di conti, e vedere chi ha speso qualche parole e chi è stato zitto…), ma nessun concreto gesto ‘forte’ per far recedere dalla sua posizione un politico ed un amministratore la cui esperienza è risaputa.
L’inanità d’azione cui è relegato il Sannio consiglia a Cimitile di risparmiare stavolta sulle spese legali, perché il Tar, come lui stesso si è ricordato, ha statuito un principio di straordinarietà dando il senso di irrepetibilità ad ogni ordinanza di Caldoro che sia motivata da uno stato di emergenza.
Alla popolazione sannita non resta che continuare a seguire con mestizia l’abituale processione dei Tir verso Casalduni e S. Arcangelo e vivere consueti giorni di lutto ‘politico’.

Se è vero, come è vero, che – con tanto di battage sui ‘media’ – gli onorevoli nazionale De Girolamo e regionale Colasanto (Pdl) stanno dandosi da fare perché sia posta la parola ‘fine’ all’annosa vicenda di lavoratori degli ex consorzi rifiuti, è altrettanto vero che – alfieri del Sannio in tante circostanze – non riescono a frenare questo flusso di comportamenti dalla Regione se non con valutazioni improntate più alla politica elettorale che alla pratica: la colpa è di Napoli, del centrosinistra, di Bassolino, di De Magistris e via… Ma le colpe sono anche qui ed adesso – si pensi al mancato superamento della sentenza del Tar per il ‘fuori Regione’ nei provvedimenti governativi – (e poi i problemi si risolvono anche dopo esser battuti per un po’ il petto).
Oggi avremo la consueta litanìa di dichiarazioni politiche, improduttive ma rappresentative, e magari la loro non dovrebbe mancare. E’ già brillata l’assenza della volta scorsa, volutamente sottovalutata sugli organi di informazione di riferimento e nascosta anch’essa sotto l’affermazione della transitorietà, che sta quasi divenendo regola.
Per intanto, la soluzione per il Sannio (siamo ricascati nella presunzione di proporne…) è una: aspettare.
Aspettare che le altre Regioni interpellate per il trasferimento dei rifiuti accettino la roba campana. Così da deviare il percorso di quei Tir.


 

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