POLITICA
Carmine Nardone e gli OGM della politica
Ascolta la lettura dell'articolo
Nardone a tutto campo, in un articolo pubblicato da Bmagazine con la firma di Emi Martignetti, che riproduciamo integralmente qui sotto. "Scontri elettorali dannosi, alleanze occulte, intercettazioni, finti ideologismi e ipocrisie di palazzo: solo alcune delle frecce lanciate dall’ex presidente della Provincia di Benevento", preannuncia l’occhiello…
***
(di Emi Martignetti) – Si ripara nella sua casa, evidentemente non solo dal caldo, ma il paesaggio ameno e verde che lo circonda non riesce a sgombrare la sua mente dai pensieri e dagli affanni.
Con lo sguardo afflitto, alla domanda di rito “Come sta?” mi risponde: “Sono molto amareggiato per i danni che sono stati arrecati a giovani progettisti ormai ostacolati nel costruire un futuro qui, con affermazioni non giustificabili neanche nell’ambito della più accesa campagna elettorale. Hanno compromesso attività estremamente lecite, faticose, difficili. Questa è cattiveria gratuita.”
È visibilmente scosso e sconfortato, allora gli chiedo perché secondo lui ha perso, nonostante molti lo consideravano il cavallo vincente alle trascorse elezioni comunali: “Probabilmente c’è stata una grande sottovalutazione dei tempi, erano brevissimi, evidentemente era da sconsigliare la presentazione elettorale. Abbiamo sottovalutato anche un altro aspetto, ma verrà reso più visibile e chiaro col tempo…” Chiedo di far luce su quello che vuole intendere: “È del tutto evidente che è stata una campagna elettorale dove hanno giocato variabili molto forti esterne e questo accordo tra PD e PDL è transgenico, è un OGM, hanno costruito un mostro geneticamente modificato. Roberto Capezzone è diventato anche presidente della Commissione Affari Istituzionali, quindi c’è un idilliaco affetto tra le due parti, ci sarà anche un matrimonio, credo che più che altro ci siano relazioni clandestine, amori clandestini. Sarà stato anche un rapporto anomalo quello con Viespoli, Mastella e Santamaria, ma era alla luce del sole, trasparentissimo. Invece bisogna diffidare molto delle cose che avvengono in maniera un po’ più discrezionale.”
Quindi ci fa notare come i sintomi della “clandestinità” siano già evidenti: “A proposito delle modalità di scelta del vicepresidente del Consiglio: in un paese normale e in uno stato di diritto vero queste cose non dovrebbero proprio verificarsi, sono vergognose. Le maggioranze non possono scegliere le rappresentanze dell’opposizione. Questo è un problema etico, prima ancora che normativo e regolamentare. È un atto di una scortesia unica, ma anche di una velenosità e di un rancore che non si giustificano. E la solidarietà tra Roberto Capezzone e la maggioranza nel vietare l’uso della parola “centrodestra” al candidato Tibaldi del gruppo che aveva costituito? È un accanimento che lascia sbigottiti, ci si chiede dove siamo finiti! Queste sono ulteriori conferme di tali accordi occulti, ma dal momento che sono talmente puerili, illogici e fuori dalla norma, penso che ci sia dell’altro…
Avevo suggerito l’istituzione di una Commissione di controllo sull’attivazione del programma, perché può essere uno strumento importante per la maggioranza e per l’opposizione: la maggioranza può incontrarsi in un luogo istituzionale, e quindi sminare tutte quelle che potrebbero essere le aggressioni pregiudiziali delle opposizioni, magari non basate su dati di fatto e alle opposizioni viene consentito di misurarsi nel merito delle cose. Ma per fare questo bisogna che non venga inquinato lo spirito di questa iniziativa, per cui se diventa anch’essa frutto di “trattativelle politiche” è inutile farla. Se loro hanno un atteggiamento cavilloso, come hanno dimostrato in questa circostanza, sono loro per primi che si aspettano magari un’opposizione cavillosa, ma io sono contro i cavilli in generale e sono per le progettualità di merito e questo sarà il confronto, soprattutto sul PUC.”
Poi parla nello specifico della De Girolamo: “Questa signora, nominata, che finge di lottare contro chissà quale malaffare, manda delle carte alla Procura, che in realtà risalgono al 1976 e riguardano la tangenziale ed espropri della Cassa per il Mezzogiorno…Lei, la garantista del Presidente Silvio Berlusconi! ”
Riagganciandomi al suo paragone tra le “transgeniche” unioni politiche e le sue contestate ma dichiarate scelte, gli chiedo le motivazioni delle sue alleanze e il loro futuro e mi risponde deciso: “Le componenti del PIT sono forze diverse che hanno le loro specificità, quindi sul piano nazionale ognuna avrà i propri riferimenti. Ad accusarmi dell’accordo con Viespoli sono stati moltissimi che l’hanno votato nel ’93, quindi sono dei pretesti. Il tema della legalità è un tema serio a Benevento. Lui dinanzi ad episodi concreti che si sono verificati nell’ambito locale non ha esitato a porsi dalla parte giusta. Abbiamo fatto delle cose insieme. Poi con la sua cultura politica, col suo modo di collegarsi nazionalmente io non c’entro assolutamente niente. Ma eravamo partiti dal presupposto che la territorialità doveva diventare protagonista, perché destinata a rimodellare tutte le politiche nel futuro. Questo per quanto riguarda Viespoli. Insomma la critica è stata un uso politicamente intelligente del contesto per sfuggire al confronto di merito, così come per Mastella.
Una volta alla Provincia fu messo fuori dalla Giunta l’Udeur. Alcuni di quelli che mi contestano del rapporto con Mastella, a cominciare dai vertici del PD, mi telefonarono urlando che mettere fuori Mastella dalla Giunta era il comportamento di un ragazzino di sette anni, quindi sbagliavo… Mastella ha pregi e difetti. Io devo dire la verità, lui ha una cultura politica diversissima da me, non abbiamo fatto mai consociazione. C’era un’intercettazione telefonica che testimoniava questo. Riguardava l’onorevole Del Basso De Caro che dava la propria disponibilità nei confronti dell’onorevole di Ceppaloni a differenza mia. Mastella in dieci anni di governo alla Provincia non ha mai fatto un sola telefonata per interferire in problemi di gestione, mai. Ricordo che una sera Mastella mi disse: ‘Io non capisco niente di queste nuove tecnologie, però penso che siano utili per il mio territorio e questo mi basta’. Certamente nessuno penserà che sia vera questa affermazione. Ma a questo punto vorrei che qualcuno mi spiegasse qual è la differenza culturale tra Lealtà per Benevento e Mastella…”
Continua, parlando di chi lo ha ccusato di aver creato un “pasticcio politico”: “Guardi, tutte le forze che hanno contestato la mia coalizione in almeno una decina di Comuni hanno fatto quello che abbiamo fatto noi a Benevento. Per esempio SEL a Telese Terme con chi governa? (Gianluca Serafini, coordinatore provinciale del partito di Nichi Vendola, è consigliere con delega in una Giunta che ha per assessore il coordinatore provinciale del PDL Gennaro Capasso, NdR). Allora queste verginità ideologiche sono un po’ strumentali . Ed è sempre per sfuggire al merito delle cose. Non hanno detto, per esempio, a Nichi Vendola com’è il PUC di Benevento. La Regione Puglia non lo approverebbe neanche con la pistola puntata alla testa del suo Presidente.”
E continua: “Devo dire che ho trovato un po’ anomalo il comportamento dell’API: era stata l’unica forza coraggiosa a schierarsi contro il PUC, adesso si ritrova a subire il diktat dell’urgenza senza che ci sia la possibilità di approfondimento. Ci sono quindici consiglieri comunali nuovi che non conoscono affatto i dettagli di questo tipo di strumento..”
Nardone si sposta, poi, verso un ambito più amico e risponde alle dichiarazioni di stima di Antonio Medici: “Una delle cose più belle e positive di questa campagna elettorale è stato conoscere da vicino una persona come lui. Gli riconosco una grande competenza. Mi farebbe piacere trovare le forme federative , di confronto periodico, per dare voce nel Consiglio anche alle istanze portate da ORA e da Medici in particolare, ma anche di avviare confronti su temi specifici. Noi, ad esempio, chiediamo che venga fatto il piano urbanistico per la rimozione delle barriere architettoniche, lui non crede a piani e programmi, però spesso non farli diventerebbe un alibi per non allocare delle risorse. Logicamente anche sulle sue priorità sono d’accordissimo. Spero che ci siano le possibilità di confronto e di promuovere anche iniziative comuni. È gravissimo che certe soluzioni riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche ancora non siano state adottate. Ma questo fa parte del discorso di dove dovremmo stare con il cuore e con la testa.”
Dopo che ha definito il Partito Democratico “per nulla democratico”, gli chiedo se rinnoverà il suo tesseramento: “In realtà sto lavorando su un percorso diverso. Sud Innovazione e Legalità sta avendo grandi attenzioni locali, per cui terremo a metà luglio un’assemblea di coordinamento di Benevento città, mentre a settembre apriremo un confronto in quanto movimento. Questo grazie anche all’aiuto del nucleo che si è costituito a livello provinciale, voglio citare a tal proposito Angelo Irano, Aniello Troiano, Giovanni Cocchiaro, Mennato Pedicini, Giorgio Nista, Giulia Falato e tanti altri. Ma dialogheremo anche con delle forze che hanno mostrato interesse all’interlocuzione, alcune delle quali sono una novità.”
Alle congetture che hanno ipotizzato in molti su suoi eventuali collegamenti al defenestramento dell’ex direttore de “Il Quaderno” risponde: “La dietrologia è un altro vizio di questa città, peccato che si faccia solo nei confronti dei deboli e non dei potenti. È evidente che la posizione politica di Carlo Panella così precisa, assunta in maniera tanto netta durante il periodo elettorale, avesse quantomeno degli sponsor politici , i quali, forse, avendo vinto, hanno perso interesse, non so…una cosa è certa che io non ho minimamente interferito. Non mi lascio condizionare dagli ultimi episodi, infatti riconosco il grande contributo che ha dato in tutti questi anni all’informazione, pur non avendo sempre condiviso le sue scelte. Tempo fa avevamo anche fatto delle inchieste su Castelpoto insieme, realizzammo un video. Comunque non credo nell’inamovibilità totale: dopo 22 anni da parte della proprietà è lecito poter cambiare, soprattutto guardando i bilanci. Stimo molto la nuova direttrice Federica Rossi, anche se ribadisco di non aver avuto alcun ruolo nella sua scelta. Ebbi modo di conoscerla durante il suo lavoro egregio al MARSec: era professionalmente brava e soprattutto penso possa portare un piccolo contributo sul tema dell’innovazione, magari arricchendo il sistema informativo.”
Un altro argomento al quale appare sensibile è il riconoscimento appena ottenuto dall’UNESCO che include la Chiesa di Santa Sofia nel patrimonio mondiale dell’umanità: “Considero questa una vittoria del territorio, anche se hanno dato un contributo tante persone, quelle che hanno concluso questa vicenda, ma anche quelle che l’hanno iniziata. Voglio ricordare il protocollo che fu siglato dal sottoscritto insieme a Gianvito Bello per “Art Sannio”, l’impegno dell’allora assessore regionale Marco Di Lello, il lavoro del’ex consulente del Museo del Sannio Luisa Bocciero. È un bellissimo risultato da non personalizzare, ma da attribuire al sistema nel suo complesso.”
Nel suo flusso di riflessioni, Nardone non si fa mancare l’amarezza per l’abbandono o ritardo di realizzazione di alcuni progetti da lui avviati durante i suoi mandati provinciali e in particolare per il MIB (Mediterraen Institute of Biotechnology) per il quale invoca la partecipazione ai bandi per ottenerne finanziamenti.
Nel ruolo di Consigliere, oltre a promettere un’opposizione ferma e decisa al Piano Urbanistico Comunale della Giunta Pepe, si impegna a portare avanti i temi che ha avuto a cuore nella campagna elettorale: “In questi anni è stata teorizzata l’intoccabilità dell’alveo dei fiumi cittadini con un risultato disastroso per loro, già vittime degli scarichi non depurati! Sarebbe di grande utilità un tavolo con le associazioni ambientaliste finalizzato ad un protocollo tecnico di selezione vegetale dei letti dei fiumi. Vi sono piante utili (come i giunchi, per esempio) e piante dannose (l’esempio dell’ Ailanthus), non in assoluto ma solo nel contesto ambientale preso in considerazione. Da quanti anni discutiamo di fare la depurazione? I mega depuratori non funzionano bene: il batterio killer nasce dalla montagna di reflui che non vengono più depurati, né sterilizzati, perché non esiste un sistema di sterilizzazione.”
Sulle risoluzioni circa il sistema di smaltimento dei rifiuti afferma: “C’è un dominio vero e proprio della camorra sul ciclo dei rifiuti, su questo sono d’accordo con De Magistris. Il problema è che le uniche due tecnologie che hanno avuto titolarità in Campania in dieci anni sono le discariche e i termovalorizzatori, entrambi eliminati in tutta Europa e nel mondo. Mi chiedo perché quelle tecnologie immediatamente applicabili in tempi rapidi qui non trovano riscontro. Esistono impianti di pirolisi, di gassificazione dei rifiuti, senza emissioni in atmosfera: in Germania li realizzano in sei mesi. Qui si oppongono a questa soluzione perché smaltisce solo 150 tonnellate al giorno. Basterebbe che a Napoli ne mettessero dieci, uno per quartiere. Per l’umido poi esistono delle compostiere industriali di grande efficacia.”
Sui suoi programmi prossimi e futuri: “Mi impegno ad aiutare in tempi più o meno rapidi i giovani nel consolidamento del loro futuro, sia in termini concreti, quindi lavorando intensamente a realizzare alcuni progetti, sia sul piano politico, nel quale davanti a me c’è solo una fase di accompagnamento ad una riappropriazione di una politica diversa"..
Fonte | www.bmagazine.info