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POLITICA

“L’amministrazione Pepe ha lasciato il Comune in disequilibrio finanziario”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Nicola Boccalone, ex consigliere comunale di Tèl.

“Emerge un dato: il 13 di aprile Palazzo Mosti è stato liberato da una rappresentanza che ha fatto della sottomissione della gestione alla politica il proprio verbo, procurando squilibrio finanziario e posto l’Ente in condizioni strutturalmente deficitarie. 

La gestione della cosa pubblica esige serietà ed etica comportamentale.
Le ultime vicende confermano che, dal 2006, serietà ed etica politica non hanno più abitato a palazzo Mosti.

Dal 2008 per tutte le delibere riguardanti erogazioni di contributi, patrocini e feste e festini il parere del settore finanze è stato il seguente: “… riguarda una spesa non obbligatoria per l’ente e per la medesima si configura quale atto di carattere discrezionale dell’amministrazione, la quale è invitata a svolgere valutazioni in merito.” E concludeva: “nei sensi sopra indicati è parere sulla regolarità contabile”.

Un modo per evitare che l’amministrazione in carica deliberasse anche in presenza di un parere negativo.
In questo modo sono state gestite le finanze del comune di Benevento che ha preso soldi da tutti i cittadini, soprattutto attraverso la Tarsu (incassi per € 16.500.000,00 per costo del servizio smaltimento pari a € 14.300.000,00), per poi riversarli a pochi e soliti fortunati che avevano avuto l’intelligenza di costituire qualche associazione o comitato di zona proponendo iniziative assolutamente inutili per la collettività.

Non compete alla politica procedere alla quantificazione del deficit economico-finanziario che grava sulle casse comunali.
Alla politica però compete per ruolo e funzioni il diritto/dovere di esercitare il controllo sugli atti prodotti ovvero sulle omissioni determinate dal governo cittadino.
Un dato è inconfutabile.

Il 13 aprile u.s. l’amministrazione Pepe ha lasciato il Comune in disequilibrio finanziario.
L’affermazione nasce dal fatto che, per mancanza di capacità di governo dell’organismo consiliare, ben tre variazioni di bilancio, precisamente numeri 316, 348 e 351 del 2010, per un valore complessivo di oltre 3.000.000,00 di euro, non sono state mai ratificate dal Consiglio Comunale, pur trattandosi dell’assestamento definitivo del bilancio 2010.

Alle violazioni e false applicazioni dell’art. 193 Tuel, che regola le ipotesi di salvaguardia degli equilibri di bilancio si associa poi la violazione del successivo art. 194 che regola l’ipotesi del riconoscimento di legittimità d debiti fuori bilancio.

Per queste ipotesi ci sono svariate sentenze definitive per un valore complessivo non lontano dai venti milioni di euro che, pur portate all’attenzione dell’amministrazione Pepe durante il Consiglio Comunale che deliberava il conto consuntivo 2008, non hanno mai trovato copertura finanziaria.

Tale circostanza integra l’ipotesi di cui all’art. 191 che regola i casi di assunzione di impegni ed effettuazione di spese, con particolare riferimento al comma 5 che subordina la impossibilità di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge solo quando i debiti fuori bilancio (sentenze ad altro), sono stati validamente adottati i provvedimenti di ripiano economico-finanziario.
Così, dal disequilibrio si è passati alla condizione di “Ente strutturalmente deficitario”. 

Ebbene a fronte di tutto questo ed in piena consapevolezza della esistenza di un deficit economico- finanziario di notevole proporzione, l’amministrazione Pepe nell’ultima seduta di giunta ha avuto il coraggio di adottare altre delibere per spese assolutamente discrezionali per garantire sostegno finanziario ai soliti fortunati. Fino all’ultimo respiro il sindaco Pepe non ha fatto mancare la solita spruzzatina di denaro per contributi e sponsorizzazioni. 

Assunzioni, appalti, conferimenti di incarico di consulenze ed altro, contributi per feste e festini, patrocini per associazioni di ispirazioni politiche: tutto questo doveva essere evitato fino al recupero della legalità attraverso l’equilibro finanziario.

Sui residui attivi si è lamentato da tempo la violazione e falsa applicazione degli artt. 179 e 189 del Tuel che dispongono in tema di accertamento e mantenimento in bilancio delle attività dell’ente.
A riguardo si segnala che in bilancio ci sono residui attivi per circa 60.000.000,00 di euro, di cui 17.500.000,00 per Ici, 43.000.000,00 per Tassa rifiuti, 980.000,00 per Tosap, 1.900.000,00 per imposta pubblicità e diritti pubblica affissione, che attendono di essere supportati da idonea e valida documentazione.

L’inesistenza, in taluni casi e l’inidoneità, in altri dei titoli giuridici ha portato a ritenere come i crediti fossero molto vicini al concetto di “utili sperati”, mentre le uscite erano sempre più senza controllo.

La corretta quantificazione del deficit significa soprattutto il ripristino delle regole e il rispetto della legalità che la parte politica può e deve invocare, soprattutto quando sono evidenti i sintomi che il Comune sia in disequilibrio finanziario e versi nella situazione strutturalmente deficitaria”.

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