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POLITICA

‘Ma la città sta scegliendo fra uomini e vigliacchi’

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“Hanno fatto sorridere le dichiarazioni rilasciate da Fausto Pepe – ‘è giunta l’ora di abbandonare i veleni’ -. Proprio lui, in realtà, è l’autore morale sia dei manifesti denigratori che sono stati affissi nel giorno di Pasqua, sia dei volantini che sono stati diffusi nei giorni a seguire a discapito del civile confronto democratico. – scrivono in una focosa nota Luigi De Nigris, Antonio Feleppa, Oberdan Picucci, Giovanni Quarantiello, Massimo Ficociello (manca De Marco, per la cronaca, ndr), cioè coloro i quali sono stati fatti oggetto di manifesti elettorali ritenuti offensivi: firmato l’uno, anonimi, e per questo almeno con un giudizio da sospendere, per prudenza, l’altro – E’ stato lui dal palco di Piazza Roma ad incitare le ‘folle’ con i medesimi epiteti e le medesime espressioni riprese e riportate sia sui muri della città e sui volantini. Un modo vile e meschino di far politica. Fausto Pepe conduce una campagna diffamatoria a causa di una totale assenza totale di argomentazioni politiche, programmi sulla città, idee di sviluppo. Il confronto su questi temi per Pepe è improponibile e, pertanto, l’unico mezzo che può utilizzare è l’offesa alle persone.

I manifesti risultano regolarmente firmati da un partito e, dunque, dai suoi massimi esponenti locali ed ex consiglieri comunali: Fausto Pepe, Mortaruolo, Silvestri, Boffa, Mario Pepe, Del Basso De Caro, Del Vecchio, Castiello, Iadanza, Ionico, Gaudiello, Lepore, Miceli, De Luca, Collarile, De Rienzo, Fiore, Lucarelli, Velleca, Zarro.
Diversamente non sarebbero apparsi i simboli di due liste di candidati al Consiglio Comunale o sarebbero pervenute smentite o dissociazione se qualche malintenzionato avesse utilizzato impropriamente l’immagine del Pd. Non ci risultano tali negazioni. Poco importa, quindi, ai sopracitati esponenti se dietro quelle foto ci siano vite reali di persone con una dignità che vengono messe alla gogna poiché hanno soltanto operato scelte politiche diverse. Poco importa se queste persone hanno un lavoro, una famiglia, degli amici che subiscono le conseguenze di quel che accade. Quelle che lanciano i ‘democratici’ sono “bombe a grappolo”. Distruggono tutto, senza pietà.

Come credere, inoltre, che i volantini distribuiti siano davvero anonimi e non siano stati pensati, composti, stampati e distribuiti dalla medesima mano dello stesso vile codardo ideatore dei manifesti? A questo punto, la città ha visto, ha capito ed ha scelto, e sta scegliendo tra gli uomini e i vigliacchi. Fa riflettere anche che Fausto Pepe, alla presentazione della lista denominata “Lealtà per Benevento” fosse attorniato da ben sei, tra ex assessori ed ex consiglieri, tutti eletti nel 2006 nelle liste dell’Udeur. Nomen omen si potrebbe dire ai lealisti, talmente leali da dimenticare in fretta ed infangare ancor più velocemente chi li ha portati agli onori delle cronache politiche cittadine raccogliendoli dal nulla, laddove sono destinati a ritornare. Fausto Pepe è così leale che ha dimenticato la sua militanza nel partito di Mastella quando questi era ministro del Governo Berlusconi. Quando nel 1999 seguì lo stesso Mastella dal centrodestra al centrosinistra non rilevammo una sua posizione contraria a quella del leader. In quel caso nessuno lo additò come traditore del mandato dei cittadini. Nel 1996 Fausto Pepe è stato eletto in Consiglio Comunale in una coalizione di centrodestra appoggiata anche da Forza Italia e, in corso d’opera, passò nel centrosinistra.
 

Come dimostrano i fatti recenti e quelli più lontani nel tempo, Pepe pratica puntualmente la coerenza solo per restare aggrappato alla poltrona e per agganciarsi al carro del vincitore, in spregio ad ogni forma di riconoscenza morale, personale e politica, così come i suoi “lealisti”.
 

In ultimo, un breve accenno lo merita anche il “ghibellin fuggiasco” Zoino, che, a differenza del nobile padre della nostra lingua scrive tanto ma non sa nemmeno cosa scrive. Gli resta solo l’essere fuggiasco dalle questioni concrete. Zoino, nella foga di sostenere il suo novello papa, ha la memoria così corta da aver già dimenticato quando solo pochi mesi fa tuonava “Cimitile promosso, Pepe bocciato”. Poi ha arraffato l’assessorato, consegnato, come sua prassi, ad una nominata e ha cambiato opinione. Il nostro giovane scrivano dei valori, però ha memoria così corta da dimenticare altre questioni ascrivibili a lui ed al suo incoerente partito: è il segretario provinciale di quel partito che in Regione ha votato a favore dell’approdo in provincia di Benevento dei rifiuti prodotti in altre province; è il segretario di quel partito che in Provincia emargina gli eletti dal popolo a vantaggio di nominati partitocratici ad uso e consumo personale o di qualche amico in una giunta che si regge su un salvagente proveniente dal fronte opposto che risponde al nome di Barbieri. Zoino è quel segretario di partito che fa del rispetto di un codice etico solo una bandiera di facciata, salvo poi chiudere gli occhi quando determinate situazioni giudiziarie se le trova dalla sua parte. Zoino è tutto questo è molto più.
 

Nel commentare la solidarietà espressa da Carmine Nardone, Zoino si è stupito, ma solo pochi minuti dopo il suo candidato sindaco lo ha smentito, ma lui è abituato a rinnegare se stesso ed a farsi rinnegare. Fausto Pepe ha dichiarato che non approvava quei manifesti e si dissociava dai volantini. Ma allora Fausto Pepe dei manifesti ne aveva anche discusso? In realtà quelle dell’ex sindaco sono lacrime di coccodrillo versate per recuperare quel giudizio severo che i cittadini hanno espresso sugli accadimenti. Qualcuno, però avvisi il povero Zoino che quel che dice vale lo spazio di un attimo, troppe cose gli volano sopra la testa senza che lui riesca a cogliere i momenti per parlare, pochi, ed i momenti per tacere, tutti.”

 

 

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