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POLITICA

S. Arcangelo, ‘la discarica fu individuata durante il governo Prodi’

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Con una disamina pacata nell’esposizione, ma stringente, Nicola Boccalone, di TèL, alimenta vieppiù il suo carteggio con l’assessore provinciale Aceto, intervenendo in replica alle dichiarazioni di ieri di quest’ultimo. I tema, la discarica di contada Nocecchie a S. Arcangelo Trimonte. E tutto ciò che ne consegue.

“Ringrazio l’assessore Aceto per l’intervento, apprezzo il piglio e l’impostazione, meno i contenuti per palese confusione tra la realtà, i fatti e gli atti rilevati con il quadro normativo di riferimento.

L’assessore sostiene di aver affrontato ogni questione nel miglior modo possibile, benché avesse subito scelte pregresse all’attuale governo della Rocca poiché il sito, la gestione della discarica apparterebbero a scelte imposte dal Governo Berlusconi.

Ritiene di aver definito ogni aspetto programmatico sia come piano rifiuti che come gestione industriale dello stesso. Parla di applicazione della pressione fiscale attraverso la Tarsu ritenendo esaminate e definite tutte le condizioni per applicare legittimamente e fondatamente il prelievo fiscale nei confronti dei cittadini (malcapitati).

A queste sue convinzioni fa precedere una sottolineatura per la mia mancata presenza a Sant’Arcangelo Trimonte nei giorni in cui egli si opponeva a tale realizzazione.

A questo punto, qualche puntualizzazione credo sia proprio necessaria:

– l’individuazione del sito di discarica è avvenuta con il decreto legge numero 90 del 23 maggio 2008, convertito successivamente nella legge 14 luglio 2008, numero 123, che porta la prestigiosa firma di Romano Prodi;

– la legge regionale numero 4 del 2007, integrata con le modifiche apportate dalle leggi regionali 14 aprile 2008, n. 4 e 21 gennaio 2010, n. 2 (quest’ultima dichiarata incostituzionale per la parte relativa ai consorzi dei rifiuti, alla faccia di quanti predicano il rispetto della Carta fondamentale della nostra Repubblica), è invece figlia del centrosinistra regionale e intrisa di marxismo-leninismo di cui il buon Aceto è instancabile propugnatore.

Queste le prime precisazioni in ordine al rapporto temporale tra le norme che hanno individuato la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, che appartengono per intero all’epoca della gloriosa sintesi istituzionale del centrosinistra nazionale e regionale.

Il Governo Berlusconi non ha alcuna responsabilità!

Sempre per dare un contributo al recupero della confusione che trapela dall’intervento dell’assessore Aceto con particolare riferimento alla sua riflessione di “come sia accaduto che qualcuno decidesse di aprire una discarica su un versante in frana”, è bene precisare:
– la legge 123/08 fissava (articolo 19) la cessazione dello stato di emergenza dei rifiuti dichiarato nella Regione Campania ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
– nel periodo 2008 – 2010 la Provincia, a reggenza Cimitile dall’aprile 2008, avrebbe dovuto attivare le procedure per non farsi cogliere impreparata all’appuntamento del 31 dicembre 2009, attraverso la predisposizione di un adeguato piano di rifiuti provinciale, suffragato dalle valutazioni ambientali previste dalla vigente normativa, e contemporaneamente provvedere alla costituzione di adeguate strutture interne o esterne all’Ente Provincia alle quali affidare, attraverso un piano industriale, la gestione del ciclo provinciale dei rifiuti come previsto dalla legge regionale numero 4/07.

Per quanto riguarda il Piano rifiuti, ammetto di non conoscerlo, non per ignoranza, ma, semplicemente, perché non esiste.

Esistono linee guida, indirizzi, accordi, ed altro ed una proposta di piano che, redatta da un tal studio Aer di Pomigliano d’Arco, scelto certamente in ossequio agli “indirizzi” provinciali intrisi di trasparenza e concorrenzialità. Non sembra che la produzione “degli atti programmatici” sia stata sottoposta alla valutazione ambientale strategica ed approvata dal Consiglio provinciale.

Forse mi sono perso qualche puntata oppure agli atti programmatici citati dall’assessore non è stata data adeguata pubblicità.

Evidentemente l’inconsistenza dei contenuti ha consigliato prudenza!

A proposito poi del sequestro della discarica, l’assessore sostiene che questa non sia sicura, tanto che occorre provvedere a dei lavori di messa in sicurezza.

Considerato che, fortunatamente, non sono stati registrati eventi straordinari nelle nostre deliziose colline, si può ipotizzare o un errore di esecuzione, per cui ne sarebbe responsabile la ditta esecutrice dei lavori (alla quale la provincia ha riconfermato l’incarico estendendolo anche allo Stir), o un errore di progettazione. Tertium non datur.

In tutti e due i casi le norme prevedono che a pagare non siano i cittadini ma l’impresa o il progettista attraverso l’escussione delle garanzie prestate.

Sono state attivate queste procedure? Ancora, l’assessore prevede che le opere di “messa in sicurezza” costeranno 18 milioni di euro e che la Provincia ha “trovato” solo dieci milioni.

A parte che bisognerebbe conoscere come li abbia “trovati” o chi li ha pagati, ma gli ulteriori 8 milioni chi li pagherà? Andranno in tariffa?

Sarebbe interessante, poi, conoscere i meccanismi e gli elementi che concorreranno a determinare la tariffa nell’ambito di un piano industriale per la gestione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti che dovrebbe coinvolgere l’intero territorio provinciale.

Questo sì sarebbe l’elemento qualificante di una attività di programmazione per mettere in condizioni l’intero territorio di conoscere con quali metodi, quali sistemi, quali tecniche, quale organizzazione di uomini e di mezzi, si effettuerà il sistema raccolta e smaltimento nell’ambito della provincia di Benevento.

Una volta definito questo strumento operativo, si potrà dar corso al legittimo e fondato esercizio di prelievo fiscale nell’ambito di un sistema di tariffazione che dovrà tener conto di tutte le componenti che parteciperanno alla determinazione complessiva.

Fatto almeno questo, l’assessore Aceto potrà sostenere di aver colto l’essenza del problema ed assolto al compito a cui è stato delegato, unitamente al vertice operativo della Samte.

Qualche puntualizzazione conclusiva:
Il mio status di consigliere comunale della città non rendeva necessaria la mia presenza a Sant’Arcangelo Trimonte, diversamente per quanto accade all’assessore provinciale al ramo.

In ogni caso, la mia presenza sarebbe stata ininfluente rispetto alle indicazioni di Sant’Arcangelo da pare del Governo Prodi; invece, la necessaria presenza dell’assessore Aceto se non dannosa è stata sicuramente “inutile”. Viceversa, è stato utile conoscere il pensiero dell’assessore Aceto per avere conferma che la Provincia di Benevento continua ad accumulare ritardi per l’incapacità di dare risposte serie e concrete ai propri doveri istituzionali previsti dalle norme di riferimento, per cui mi permetto, sommessamente, invitare l’assessore Aceto a rileggerle e ad approfondirle.

La vicenda dei lavoratori dei Consorzi dei Rifiuti, beffati anche nell’accordo sottoscritto ad agosto 2010 da Cimitile e Pepe, rappresenta una chiara testimonianza che necessita più di qualche approfondimento.

Ad ogni modo, riconosco all’assessore Aceto la difesa del ruolo anche se carente nella funzione, a differenza di altri che si nascondono dietro la faccia dell’assessore Aceto”.

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