SOCIETA'
Nel Sannio, Festa dell’Unità d’Italia in un clima di disagio sociale
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Si apre una settimana importante per la nostra comune Storia nazionale ed anche locale, con la teoria di celebrazioni programmate, in tutto il Paese e naturalmente nel nostro Sannio, per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, e della nascita della Provincia di Benevento. Ed è materia quotidiana degli organi di informazione riportare nel loro evolversi i programmi allestiti dalle amministrazioni sul territorio, e dai soggetti pubblici più vari, per ricordare in modo degno l’avvenimento.
Perché è un momento che va vissuto all’insegna della giustificata ostinazione a considerare la Storia come un collante in un periodo – quello attuale – che, politicamente, tende alla disgregazione, attuata in forme e con misure diverse, tutte però riconducibili al disegno di un’Italia a due velocità. Saldare la cittadinanza al sentirsi cittadino della Nazione necessita, senza orpelli retorici e polemiche sulla memorialistica, della sintesi che può essere offerta pure da manifestazioni celebrative. Ben vengano, allora, ma…
L’eco di alcuni avvenimenti recenti rimanda, nel Sannio, il suono di una disperazione crescente. Vicenda Cablelettra, lavoratori ex consorzi, piattaforma logistica di Airola, lsu, precari della scuola, cig a più aziende, e ancora il disagio di chi non riesce a ripartire (Arpaise), il polo tessile caudino, il distretto fortorino. Manca sicuramente qualcosa, più di qualcosa all’elenco. Che è appunto un mero sciorinare di citazioni dalle quali emerge comunque un forte clima di disagio sociale. Ed è questo uno scenario nel quale l’ufficio del Governo sul territorio, la Prefettura, è spesso chiamato ad intervenire, con un ruolo talora decisivo di indirizzo. Ecco perché il felice momento del Paese in festa poteva essere coniugato con il non felice momento del Sannio con una qual certa sobrietà nelle manifestazioni.
Se non si dicono, le cose non esistono; se vengono dette, è facile attirarsi strali di riprovazione quantomeno per la loro manifesta ovvietà… Poco importa: nel dubbio, vanno dette. Il contrasto stridente fra quella sgangherata tenda che ha stazionato a lungo ai piedi dell’imponente palazzo del Governo in avvio del corso Garibaldi (torna l’Unità d’Italia, guarda caso) poteva essere lenito con l’esempio. L’esempio di una Festa parsimoniosa, senza grandeur, torte, concerti, posti riservati, fanfare, bandieroni o fuochi d’artificio. Una Festa pensata dal basso, come è avvenuto nel processo di unificazione del Paese.