POLITICA
‘Scuola di magistratura, bipartizione e guerra tra poveri’
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p { margin-bottom: 0.21cm; }Il dibattito, politico, sulla Scuola di
Magistratura, sull’allocazione della struttura (Benevento o
Catanzaro?), negli ultimi giorni ha proposto all’attenzione
dell’opinione pubblica diversi scenari. Rimandati dalla politica
locale, sannita e calabrese, attraverso le dichiarazioni di alti
membri istituzionali. E, ultima in ordine di tempo, per adesso,
giunge il pensiero di Franco Cimino, già candidato sindaco del
comune calabrese, attuale capogruppo in consiglio comunale della
Nuova Alleanza per Catanzaro.Il dibattito, politico, sulla Scuola di Magistratura, sull’allocazione della struttura (Benevento o Catanzaro?), negli ultimi giorni ha proposto all’attenzione dell’opinione pubblica diversi scenari. Rimandati dalla politica locale, sannita e calabrese, attraverso le dichiarazioni di alti membri istituzionali. E, ultima in ordine di tempo, per adesso, giunge il pensiero di Franco Cimino, già candidato sindaco del comune calabrese, attuale capogruppo in consiglio comunale della Nuova Alleanza per Catanzaro.
“Arrivano nuove elezioni – ha dichiarato – e, puntualmente, giungono le soluzioni al vecchio problema Scuola di Magistratura. Ancora una volta è il Ministro della Giustizia ad assicurare a parlamentari del suo partito che l’importante istituzione formativa sarà assegnata alla nostra Città. Ma non tutta, solo una parte. Quanto grande non è detto, con quali competenze e funzioni viene omesso. L’altra parte, invece, andrà a Benevento. La garanzia della bipartizione dovrebbe essere offerta da una sorta di accordo sancito, alla presenza di Alfano, da un parlamentare catanzarese e una sannita, Traversa e De Girolamo. Il tutto come se non si trattasse di un ente pubblico, che riguarda tutti, e in particolare la nostra Città, ma una questione tutta interna a una forza politica. Assistiamo, ancora una volta, alla vecchia logica che vuole i meridionali perennemente impegnati in una specie di guerra dei poveri, a scannarsi tra di loro per l’osso che gli viene gettato da un potere nordista e antimeridionalista. La Scuola di Magistratura, che opera da Roma in su, è già da anni saldamente in mano a Bergamo. E da anni sembra funzionare bene. Dividere, quella per il Sud, in due parti (ma è facile temere che si inserirà anche la Sicilia), è un’assurdità per chi la impone. E un’umiliazione per chi volesse accettarla senza un moto d’indignazione che dimostri l’orgoglio e l’autonomia delle nostre classi dirigenti, troppo spesso intimidite dai palazzi romani e sempre in silenzio dinanzi a tutte quelle iniziative economiche e legislative che si muovono contro il sud, la Calabria e Catanzaro. Tuttavia, anticipando l’obiezione di chi sostiene che è meglio poco che niente, chiedo che per evitare l’ennesimo raggiro, il Governo traduca le sue intenzioni in carta cantante e nei prossimi giorni approvi un decreto con cui quanto concordato nei corridoi di Montecitorio venga assegnato a Catanzaro. Così potremo subito accertarci di cosa realmente si tratta”.