fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

CULTURA

11 novembre 2010: il discorso di Jeremy Scott

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

Il giorno 11 novembre 2010 nel Teatro comunale di Benevento, durante la seduta inaugurale del VI Convegno del Comitato Internazionale per il Medioevo Latino/International Medieval Latin Committee sul tema “Auctor et auctoritas in Latinis Medii Aevi Litteris”, dinanzi alle Autorità civili e religiose della Città, l’Avv. Jeremy W. LeM. Scott ha pronunciato il discorso che qui viene pubblicato e quindi ha consegnato il Messale Benev. 29 della Biblioteca Capitolare (già Egerton 3511 della British Library di Londra) alla Comunità ecclesiale e civile di Benevento e del Sannio, rappresentate dall’Arcivescovo, Mons. Andrea Mugione, dal Sindaco del capoluogo, Ing. Fausto Pepe, dal Presidente del capitolo metropolitano, Mons. Pasquale Fusco, ente proprietario della Biblioteca Capitolare.
A conclusione della cerimonia il Cancelliere arcivescovile, Don Giampiero Pisaniello, ha dato lettura del Verbale di consegna, che è stato sottoscritto dalle Autorità presenti «ad perpetuam rei memoriam».

***

Il Ritorno di un Messale
Nel mese di agosto del 1943, l’Italia era una nazione occupata. Nei primi di settembre, il Re d’Italia e gli Alleati sottoscrissero l’armistizio. Subito dopo, gli Alleati invasero Salerno, dopo aver già stabilito la loro presenza in Sicilia. La conseguente, lunga lotta per la liberazione della penisola è ben documentata. E Benevento ha motivi per ricordare sia il periodo immediatamente prima, sia quello immediatamente dopo l’invasione.
Il mondo intero ricorda ancora l’antica abbazia di Montecassino – a pochi chilometri da qui – dove S. Benedetto aveva fondato il suo Ordine monastico, e dove la Linea Gustav fu varcata dalle unità di Kesselring nell’inverno del 1943-44. Montecassino fu distrutta dagli Alleati il 15 febbraio 1944 in quello che, anche al tempo, è stato considerato in tutto il mondo come un terribile gesto di vandalismo.
Ma il mondo non ricorda così bene Benevento. A differenza di Montecassino, Benevento era una città viva, con una storia antica e significativa, già colonia romana e poi municipium con i suoi grandi edifici e monumenti, compreso l’enorme arco trionfale dedicato a Traiano, il suo teatro, le terme, i templi. Appena fuori le porte di Benevento, Pirro aveva vinto la sua famosa battaglia e questo è stato anche lo scenario della memorabile sconfitta romana di Cannae. In seguito Benevento divenne la capitale di un ducato-principato longobardo che durò per circa 500 anni. Dalla metà del secolo XI dominio pontificio, la città venne annessa nel 1860 al Regno d’Italia che si andava formando. Durante l’era cristiana molti edifici, religiosi e civili, sono stati eretti o abbelliti e Benevento rappresentava il luogo in cui si poteva fisicamente rintracciare tutta la storia del Mediterraneo europeo.
Nel 1943 Benevento ostacolò il percorso della Quinta Armata Alleata; la città era importante dal punto di vista strategico, in gran parte a causa dei suoi collegamenti ferroviari. Ed è stata strenuamente difesa dalle truppe tedesche, che rappresentarono una grave minaccia per l’avanzata degli Alleati. Così, quasi un mese prima dello sbarco a Salerno, Benevento fu assoggetta a bombardamenti aerei da parte degli Alleati, che usavano il territorio siciliano come base. Dopo gli sbarchi a Bari e Salerno e, in particolare, dopo l’assedio degli aeroporti di Foggia, i bombardamenti furono intensificati, e, non appena gli Alleati avanzarono, la città si trovò entro il raggio d’azione dei loro cannoni e fu quasi rasa al suolo. I cittadini che non furono uccisi, fuggirono verso le campagne: la gente che risiedeva in campagna ha rischiato (e talvolta pagato con) la propria vita per andare in città a saccheggiare le case dei defunti -e ci sono molti racconti a tale riguardo e anche riprese di saccheggio da parte dei Nazisti per scopi propagandistici. Tutto questo è descritto in maniera toccante dall’allora Bibliotecario capitolare Mons. Salvatore De Lucia nel suo diario pubblicato postumo (Cfr. S. De Lucia, Benevento nel turbine della guerra. Diario di un Sinistrato, Stabilimento Tipografico De Toma, Benevento 1946). Gli Alleati entrarono in città il 2 ottobre 1943, quando un testimone oculare britannico ha scritto che la città «era, allora, non più di una massa di macerie, con il fetore dei cadaveri sepolti sotto le stesse».
La Biblioteca Capitolare ovviamente era in pericolo (colpita direttamente da alcune bombe): questo aveva determinato membri del clero e cittadini a trasferire i suoi contenuti presso il Seminario Regionale “Pio XI”, ubicato fuori le mura della città. Probabilmente nella confusione di quei giorni, un Manoscritto -un Codice del secolo XII delle famose raccolte in minuscola “beneventana” -un Messale- fu sottratto dalle collezioni della Biblioteca Capitolare. Solo più tardi, nel 1944, a Napoli, fu acquistato da un Ufficiale dell’Armata Britannica, il Capitano Ash, da un rivenditore di libri usati. Il Capitano Ash lo rivendette ad un’asta a Londra nel 1947, quando fu acquistato dal British Museum.
Le prove, emerse quasi 60 anni dopo, hanno dimostrato che la British Library sospettava che il Codice provenisse da Benevento e che fosse stato trafugato durante la guerra. Ma non furono effettuate ricerche. Nel 1961, la British Library fu pure informata da un monaco francese che il Codice arrivava con certezza da Benevento; e di nuovo nulla fu fatto.
La Biblioteca Capitolare ne ha scoperto la mancanza solo nel 1948, quando si redasse un inventario durante il lavoro di ricostruzione della città. La Biblioteca non ha saputo dove fosse finito il Codice sino al 1976, quando, l’allora custode Mons. Ferrara ne fu informato dal maggior esperto al mondo sulla scrittura “beneventana”, la compianta Professoressa Virginia Brown. Una richiesta per il suo rientro fu, quindi, effettuata alla British Library, ma, ovviamente, era già troppo tardi: le leggi sulla prescrizione impedivano il ricorso della Biblioteca Capitolare e, in ogni caso, la regolamentazione legale della British Library impediva di restituirlo (qualora si fosse voluto).
E a questo punto la questione si sarebbe arenata, se il Governo Britannico, nel 2000, non avesse istituito un Comitato Speciale (lo Spoliation Advisory Panel) per esaminare questo tipo di casi, seguiti al saccheggio dell’epoca nazista, e se non fosse stato per l’opportunità, individuata dal giornalista inglese Martin Bailey, di proporre reclamo al di fuori degli stretti confini della legge. Nel 2002 abbiamo presentato questo ricorso. Il Panel non ha poteri coercitivi, ma si limita ad esprimere pareri e raccomandazioni pubbliche al Parlamento Britannico. È composto da 13 persone tra giudici, storici, professori di diritto, curatori di musei e “la filosofa” morale più conosciuta d’Inghilterra.
La prima raccomandazione perché il Codice fosse restituito alla città di Benevento fu fatta nel Marzo 2005. Dal momento che il Comitato sapeva che la British Library era legalmente impossibilitata a restituire il Codice, ha anche raccomandato una modifica della legge. Alla fine, tale modifica è stata apportata dal Parlamento Britannico all’inizio di quest’anno.
Un episodio degli avvenimenti dell’ottobre del 1943 risulta, oggi, di particolare importanza. Esso riguarda la bellissima serie di 72 pannelli di bronzo che formavano il portone principale del duomo, realizzati probabilmente nel XII secolo. Quando la Cattedrale fu distrutta dalle bombe alleate nel 1943, le porte andavano in frantumi, alcuni pannelli si fusero, altri si persero tra le macerie. Uno dei primi soldati alleati ad entrare in città fu un certo John Huseby, appartenente alla Fanteria americana. Solo due anni prima, Huseby era stato assunto come assistente della mostra del (l’ormai celebre) Walker Art Center, in Minnesota. In un resoconto pubblicato subito dopo la guerra ha detto:«Sono entrato in città la mattina dopo che era caduta. Le bombe avevano distrutto la maggior parte degli edifici, dei passanti ferroviari, ponti ed una fabbrica di aerei. Tutti gli abitanti erano fuggiti. Una bomba aveva colpito direttamente la Cattedrale e aveva lasciato in piedi solo il campanile, una parete e parti della facciata. I pannelli della porta di bronzo erano stati sepolti sotto cumuli di macerie o erano finiti in pezzi per la strada di ciottoli. La forza dell’esplosione aveva squarciato il metallo come se fosse carta».
Huseby chiese al funzionario del Governo Militare Alleato quali misure fossero state adottate per la loro protezione, e gli fu risposto:«Questo spetta agli italiani».
I giorni passavano, i Beneventani cominciavano a rientrare e, forse non sorprende visto il momento, erano in qualche modo “apatici”. La compagnia di Huseby ricevette l’ordine di procedere, così egli scelse due pannelli tra quelli che erano accessibili e meno danneggiati (l’ “Annunzio ai pastori” e il “Cristo davanti a Caifa”), li impacchettò e, in qualche modo, li spedì al Walker Art Center.
Nel mese di ottobre 1945, dopo diversi anni di combattimenti in Europa, Huseby tornò a casa nel Minnesota. La prima cosa che fece, al rientro al Walker, fu quella di spacchettare i bronzi e di esporli, prima di restituirli alla città di Benevento, dove l’Arcivescovo e i sacerdoti avevano già recuperato 60 dei 72 pannelli, anche se la maggior parte in frammenti. Nel 1945 il piano era quello di ricostituire il portone. Tale restauro è stato completato solo pochi anni fa, dopo molto meticoloso lavoro da parte di esperti e devoti. Tutti i pannelli sono stati assemblati tranne due, e sono oggi di nuovo impiantati in una ricostruzione del vecchio portone all’ingresso principale della Cattedrale.
Molte persone, cittadini o in qualche modo legate alla città di Benevento, mi hanno chiesto, perché il prima British Museum (e poi la British Library a cui è passata la proprietà del Codice) non si siano comportati come il Sig. Huseby ed il Walker Art Center, subito dopo la guerra. La questione ha spesso portato ad un confronto tra le azioni degli “americani” con quelle degli “inglesi”. Il contrasto nel comportamento era diventato fonte di grande amarezza e incomprensione.
Non so perché il British Museum si sia comportato in quel modo nel 1946; probabilmente perché non aveva all’epoca alcun modello della scrittura “beneventana”. Certamente il Panel si è lasciato impressionare. Non capisco nemmeno il motivo per il quale la British Library si sia opposta così duramente alla richiesta davanti al Panel tra il 2002 e il 2005. Forse è stato per la stessa ragione per cui il British Museum aveva acquistato il Messale all’inizio. Credo ci si sia resi conto solo adesso che fu un errore e non credo che si avesse una chiara idea di tutti gli aspetti della vicenda o meglio del suo contesto globale.
Questi oggetti – il Messale e il contro esempio dei pannelli di bronzo (che sono tutto sommato, così strettamente connessi con il sacro) – sono diventati altamente simbolici. Non è facile individuare di cosa siano divenuti simbolo; ma i simboli spesso rifuggono da analisi precise.
L’importanza, l’enorme importanza emotiva che oggetti del genere possono acquisire – associati come sono all’identità e alla storia di un luogo – e il modo in cui il loro destino può così profondamente colorare la percezione di una città intera e di un intero paese, non è così poco comune, ma è comunque straordinario e meraviglioso; come lo è – più in generale – un semplice atto di restituzione che può trasformare il risentimento, la diffidenza, perfino l’odio, in gioioso piacere e generosità di spirito.

Eccellenze, Signore, Signori, è forse questo un momento significativo, perché oggi – il giorno 11 dell’11 mese, a quest’ora alle 11, in tutti i paesi del British Commonwealth tutti ci ricordiamo dei caduti nelle guerre ed in altri conflitti – con una pausa di silenzio.
Molte persone hanno contribuito al rientro a casa del Messale, incluso il giornalista Martin Bailey; il compianto mons. Giovanni Giordano, che aiutò mons. De Lucia a spostare tutto il contenuto della Biblioteca Capitolare dopo il bombardamento del 1943 e che, purtroppo, è morto prima di veder realizzato il suo sogno di recuperare il Codice; mons. Maio, l’attuale custode della Biblioteca Capitolare, il prof. Iadanza, vicario episcopale per la Cultura e i Beni culturali presso la Curia; l’Arcivescovo emerito mons. Serafino Sprovieri, l’ambasciatore Mario Bondioli Osio della Commissione Interministeriale per il Recupero d’Opere d’Arte; la defunta e compianta Professoressa Virginia Brown – e ne ho nominato solo alcuni.
Comunque, eccolo qui – leggermente danneggiato nei suoi spostamenti in un pellegrinaggio durato soltanto 65 dei suoi circa 1000 anni di esistenza – un oggetto di enorme bellezza paleografica è tornato a casa.

Jeremy W. LeM. Scott

 

Annuncio
Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati

13 anni fa

Consegnata all’avv. Jeremy Scott la cittadinanza onoraria

13 anni fa

Oggi verrà conferita la cittadinanza onoraria all’avvocato Jeremy Scott

13 anni fa

Il primo convegno sul Messale Benev. 29 della Biblioteca Capitolare

13 anni fa

‘Cultura, società e produzione libraria nella Benevento del XII secolo’

Dall'autore

Antonio Corbo 22 minuti fa

Europee, il giorno di Sgarbi: “Benevento? Può svoltare con la cultura, come Matera. Mastella? Amico ma è un nostalgico”

redazione 42 minuti fa

Moniello nominata Responsabile del Dipartimento Disabilità e Politiche Sociali della Lega in Valle Caudina

redazione 1 ora fa

Via Delcogliano, in auto con orologi contraffatti: denuncia e foglio di via per 58enne

redazione 4 ore fa

Premio Strega, la serata a Benevento sarà condotta da Stefano Coletta

Primo piano

Antonio Corbo 22 minuti fa

Europee, il giorno di Sgarbi: “Benevento? Può svoltare con la cultura, come Matera. Mastella? Amico ma è un nostalgico”

redazione 1 ora fa

Via Delcogliano, in auto con orologi contraffatti: denuncia e foglio di via per 58enne

redazione 4 ore fa

Premio Strega, la serata a Benevento sarà condotta da Stefano Coletta

redazione 5 ore fa

Espositori, laboratori, libri, visite guidate: nel week end torna ‘Benevento in Fiore’ in Villa Comunale

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content