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POLITICA

Pd trattino Forza Italia

Chiusa la partita europea con la nomina di Fitto, Giorgia Meloni ha lanciato la sua opa al centro. In quest’ottica Forza Italia non ha futuro nel centrodestra, mentre il centrosinistra ha bisogno di una nuova Margherita e Schlein sa che il nuovo partito di Conte non può occupare quello spazio. Se tanto ci dà tanto i prossimi mesi saranno segnati da molte fibrillazioni, da una lenta e inesorabile guerra di trincea tra le forze di maggioranza che inevitabilmente ricadrà sui territori. A partire dalla Campania

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No, lo strappo andato di scena nei giorni scorsi sul canone Rai, che ha portato Forza Italia a votare con le opposizioni in Commissione Bilancio al Senato, non è stato un banale incidente di percorso e le polemiche seguite allo strappo non possono essere liquidate, come suggerito da Giorgia Meloni, come semplici schermaglie.

La verità è ben più complessa e va ben al di là delle dichiarazioni della premier, ovvero delle rassicurazioni dello stesso Tajani e delle battute di Matteo Salvini.

Giorgia Meloni non si fida di Forza Italia, anche se proprio grazie alle pressioni dei Popolari è riuscita ad accreditarsi sul piano europeo, ottenendo per Raffaele Fitto il ruolo di vice presidente esecutivo della nuova Commissione. A dirla tutta ha usato Forza Italia per aprire la strada al suo ministro, nella consapevolezza che una volta ottenuto il risultato sul piano europeo avrebbe potuto finalmente accelerare per portare a compimento la necessaria svolta moderata, funzionale a fare di Fratelli d’Italia il grande partito conservatore italiano.

Insomma, ottenuto il riconoscimento in Europa, Meloni è nelle condizioni di lanciare la sua opa al centro per allargare i perimetri del suo partito sino ad includere il medesimo spazio politico occupato da Forza Italia. In quest’ottica va interpretato l’attivismo di “Noi Moderati”, che da costola di Forza Italia si è trasformata in quarta gamba del centrodestra, in quest’ottica vanno interpretate le voci secondo cui la premier vorrebbe il capo del DIS, Gabriella Belloni, agli Affari Europei per sostituire Fitto. Ovvero per commissariare La Farnesina guidata proprio da Tajani.

Indebolire Forza Italia, aggredire quello spazio politico, è la priorità di Giorgia Meloni. Ma a quello spazio politico, come noto, guarda anche Elly Schlein, partendo dal presupposto che il nuovo Movimento Cinque Stelle non è nelle condizioni di recuperare il consenso moderato necessario al centrosinistra per competere e vincere come accaduto in Umbria. Al campo largo serve una nuova Margherita e il partito di Conte non può occupare quello spazio, non può interpretare quella funzione.

È in questa logica che lo strappo sul canone Rai dei giorni scorsi va letto, posto che la prospettiva di Forza Italia, come affermato e ribadito dallo stesso Tajani in più occasioni, è proprio quella di occupare lo spazio che sta tra Meloni e Schlein. E se l’obiettivo di Meloni è quello di portare a compimento la svolta moderata, anche a costo di lasciare spazio a destra, allora il problema di Forza Italia è quello della sopravvivenza. Necessariamente fuori dal centrodestra, inevitabilmente, in ragione della logica bipolare, in un nuovo centrosinistra con un bel trattino in mezzo.

Se tanto ci dà tanto ci dobbiamo aspettare, nei mesi a venire, un crescendo di strappi e di ricomposizioni nell’ambito della maggioranza di governo, sulla falsa riga di quanto accaduto in questi ultimi giorni. Una lunga guerra di trincea si trascinerà almeno fino alle prossime elezioni regionali ed è chiaro che in tale contesto molto difficilmente si determineranno le condizioni per superare le divisioni sui territori, a partire dalla Campania. Molto difficilmente, per dirla in altri termini, il centrodestra sarà nelle condizioni di ritrovarsi attorno ad un candidato apicale condiviso per lanciare l’assalto a Palazzo Santa Lucia.

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