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La campagna elettorale è servita. Ora agli elettori il dovere civico e sovrano di una scelta libera

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Il vero conto alla rovescia verso le amministrative di ottobre è cominciato sabato, quando, scaduti i termini per la presentazione delle liste dei candidati, si è disegnato il quadro certo che gli elettori si troveranno di fronte per il rinnovo del consiglio comunale di Benevento. Venti liste in tutto e 597 candidati consiglieri e quattro candidati a sindaco per una popolazione di 61.489 abitanti e di 50.891 elettori: la contesa prevede l’elezione di 32 consiglieri e del sindaco. 

Una pletora di candidati che potrebbe rendere difficile o quanto meno confusionale la scelta per gli elettori, che, a prescindere dalle dinamiche relazionali che pure incidono sull’azione finale all’interno delle urne, dovrebbe essere subordinata al dovere civico e morale di una decisione libera, incondizionata e orientata al bene del territorio. 

La competizione potrebbe essere più difficile per il sindaco uscente, non solo per Benevento ma per ogni città al voto,  proprio perché i cittadini hanno contezza delle cose fatte e delle cose non fatte e hanno una propria percezione dell’azione amministrativa svolta. 

Sarà anche per questo che il sindaco uscente, Clemente Mastella, ha schierato dalla sua dieci liste e 312 candidati: una strategia che manifesta, da un lato il suo ampio serbatoio di conoscenze e relazioni e la sua nota capacità di realizzare affiliazioni, ma dall’altro lato potrebbe palesare allo stesso tempo una latente fragilità o un’incipiente debolezza del proprio potere politico costruito per oltre quarant’anni o del gradimento rispetto all’azione amministrativa. 

Molti sono, infatti, i problemi, più volte denunciati dagli stessi cittadini, che dopo cinque anni sono rimasti più o meno gli stessi e che in parte anche il sindaco uscente riconosce quando indica il suo impegno come “atto d’amore per la mia comunità e come guerra che continua contro i problemi e i bisogni delle tante persone in difficoltà”, etichettando i suoi avversari come “gli altri che fanno una guerra personale nei mei confronti.”

E allora la strategia ritenuta più efficace è quella basata sui calcoli elettoralistici. La legge dei  grandi numeri in statistica può essere d’aiuto a comprendere la scelta di optare per l’alto numero di liste e di candidati da parte di Mastella: pur tenendo conto dell’incidenza dell’evento rischio, quello, cioè, che può alterare le aspettative e i pronostici, la legge dei grandi numeri – meglio conosciuta come legge di Bernoulli nella teoria della probabilità –  stabilisce che “una successione di variabili aleatorie indipendenti converge quasi certamente al valore costante e atteso”: in parole povere, c’è una più alta probabilità che si verifichi un determinato risultato quanto più alto è il numero delle prove che si effettuano.

In sostanza, più sono i candidati intorno a Mastella (la costante della nostra legge) tanto più è probabile che le aspettative intorno a quella costante convergano. E la costante, Mastella l’ha provata a declinare anche con le denominazioni delle liste che ha schierato intorno a lui, per le quali prevalgono il suo nome e il recupero dei numerosi partiti che ha provato a costruire negli ultimi anni (dal più recente “Meglio Noi” a “Noi Sanniti e “Noi Campani”) fino ad evocare scenari “di una Benevento bellissima” o di un “Sannio libero”: libero, poi verrebbe da dire, da chi e per chi?

Strategie comunicative che, in qualche modo, si allineano allo slogan che accompagnerà la sua campagna elettorale “Benevento ha…” affiancato alla sua foto. Uno slogan potente perché descrive una dimensione di possesso e di abilitazioni, ma, allo stesso tempo, rischioso perché può indurre a declinare quella dimensione anche in senso contrario e privativo:  come ad esempio, Benevento ha degrado, ha spopolamento, ha disoccupazione. Tutte “proprietà” che in molti, tra cittadini e comitati, hanno minuziosamente e costantemente denunciato sottolineando “la scarsa attenzione da parte dell’amministrazione uscente.”

Pare ovvio, ma certo non è scontato, che gli avversari si siano orientati ad agire per contrasto, puntando – come più volte dagli stessi dichiarati –  “alla qualità e alla competenza” per la composizione delle liste e per l’individuazione dei candidati consiglieri a proprio supporto. 

E’ certo semplice, in prima battuta, contendere il sindaco uscente evidenziando ciò che non è e ciò che non ha la città di Benevento, intercettando in questo modo i sentimenti di delusione, di rassegnazione e talvolta di rabbia di quella parte di popolazione che maggiormente si è sentita poco attenzionata da parte dell’amministrazione uscente. 

Ma questo non basterebbe comunque se all’azione per contrasto non si affiancassero una progettualità e una linea programmatica che siano realizzabili e rese fruibili dai cittadini nel breve tempo. E c’è da dire anche che i prossimi cinque anni prospettano un ventaglio di possibilità finanziarie veramente straordinario con il quale si potrebbe e si dovrebbe mettere mano e in via definitiva alle questioni irrisolte.

Le  cinque liste e i 154 candidati consiglieri del candidato sindaco di Alternativa per Benevento, Luigi Diego Perifano ricevono il supporto di un programma che mira a una “Benevento a colori, che fuoriesca – si legge nella premessa delle 34 pagine programmatiche presentate lo scorso sabato –  dal grigiore in cui è finita in questi ultimi anni, non solo per i problemi esterni insorti, ma per una colpevole incuria e disattenzione ai destini delle persone e delle comunità.”

Una visione di città calibrata sulla “concretezza dell’osservazione dei problemi e della soluzione delle priorità a partire dalla manutenzione ordinaria e dall’impegno a garantire i servizi essenziali a cui hanno diritto i cittadini e sull’utopia di restituire alla città un ruolo di centralità e la sua identità all’interno di un contesto europeo”, che prende avvio – come ha spiegato il candidato sindaco Perifano – dalla “sobrietà” e dalla “compostezza” nel rispetto dei bisogni dei cittadini che hanno caratterizzato la formazione della compagine elettorale a suo supporto. 

Cinque liste intese come “sufficienti ad esprimere le diverse anime che compongono la coalizione contro la tigre di carta mastelliana utile solo a raccogliere alla rinfusa il maggiore consenso e che rischia di determinare il caos all’interno del consiglio comunale.”

Le due liste a supporto del candidato sindaco del centrodestra Rosetta De Stasio “Fratelli d’Italia” e “Prima Benevento” e i suoi 53 candidati mirano – come recita lo slogan elettorale – “a riscrivere la storia di Benevento”, a consolidare e a intercettare  l’orientamento storico-identitario di una parte della popolazione. Ma si estende all’intera città attraverso l’idea di una Benevento che deve ritrovare se stessa nella sua dimensione economica, culturale e storica, recuperandone vocazione e identità appunto. Un rimando a un passato florido della città che l’unica donna candidata a sindaco a Benevento prova a socializzare anche e attraverso la specificità di genere di cui è portatrice. 

La rivoluzione gentile” di Angelo Moretti a capo della coalizione ArCo, con tre  liste e 78 candidati a supporto, declina i propri obiettivi attraverso l’azione attiva, partecipata e propositiva dei cittadini, intesi come “Artefici di Comunità”. 

Per molti una novità perché chiama in campo una visione partecipata e condivisa di una città che vuole ritrovare la sua dimensione relazionale, comunitaria e il senso civico della partecipazione a tutela dell’interesse collettivo e della costruzione del bene comune che non prescinde dal contesto globale, ma la rafforza e la costruisce. 

Una rivoluzione gentile che tenta, a nostro avviso, anche di realizzare da punto di vista strettamente politico quella convergenza parallela tra mondo cattolico e attivismo associativo dalle radici di sinistra più o meno moderata, innestata sull’enciclica “Laudato si’” e sull’esortazione apostolica “Evangeli Gaudium” di Papa Francesco. 

Ora inizia la vera sfida che si contenderà a suon di contenuti e proposte programmatiche e di capacità di parlare al cuore della popolazione, sovrana –  ricordiamolo –  delle scelte e fautrice del proprio destino: almeno questo è l’auspicio, rispetto al rischio che già si è concretizzato nella passate campagne elettorali e anche di recente di inquinare con lo scontro e il linguaggio di basso rango la bellezza di un momento che scrive il presente e traccia il futuro di un territorio.  

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