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Comune di Benevento

I lavoratori licenziati dell’Asia interrompono i lavori del Consiglio comunale post dissesto

Dopo la protesta dei lavoratori, via libera del Consiglio comunale alla rimodulazione delle entrate tributarie. Il M5s abbandona l'aula: "Una sciatteria non più tollerabile"

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Chiedono in maniera compatta chiarimenti e una commissione d’inchiesta della gestione dell’Asia i lavoratori dell’ex Russo, dell’ex Despar e gli interinali fino a pochi giorni fa impegnati nei servizi di spazzamento e raccolta rifiuti a Benevento prima che il presidente della società partecipata del Comune, Lucio Lonardo, annunciasse il loro licenziamento.

Lo hanno fatto interrompendo per qualche minuto il Consiglio comunale di oggi incentrato sull’attivazione delle entrate tributarie e comunali e sull’approvazione del piano finanziario a seguito della dichiarazione di dissesto.

La protesta, poi sedata dall’intervento delle forze dell’ordine del vice sindaco Erminia Mazzoni, che ha invitato i manifestanti a seguirla in sala giunta per una breve riunione prima di una discussione ad hoc sulla questione in un apposito consiglio comunale, è stata in qualche modo innescata dalle dichiarazioni del consigliere d’opposizione Italo Di Dio che ha parlato di “frizione e braccio di ferro tra l’amministrazione Mastella e l’Asia che, secondo il consigliere avrebbe deciso tagli al personale ai servizi senza informare il Comune.”

A confermare che la decisone è stata univocamente presa da Lonardo anche l’assessore alla Finanze Serluca, che ha annunciato che già lunedì prossimo si terrà in un incontro con il vertice dell’Asia per determinare il da farsi.

Intanto, l’assessore alla Finanze ha spiegato come sono state decise l’entrate tributarie post dissesto per il 2017: “i criteri adottati – ha detto – sono stati l’equità e l’adesione alla norma”. In particolare ha evidenziato che “la proiezione prevede una riduzione del 4% e il costo complessivo della Tari da coprire con aliquote del 60% delle utenze domestiche e del 40% per quelle non domestiche, è di 16 milioni e 631 mila euro.”

OK DALL’ASSISE – Sempre nella giornata di oggi, il Consiglio comunale ha proceduto all’approvazione del Piano Finanziario, della relazione di accompagnamento e delle tariffe della componente TARI dell’Imposta unica comunale (IUC) per l’anno 2017 con 18 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto.

L’assise consiliare, che in apertura di seduta ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime delle Foibe, ha inoltre dato il via libera: all’attivazione delle entrate tributarie a seguito della dichiarazione di dissesto (IMU, TASI, ADDIZIONALE IRPEF, TOSAP e ICP/DD.PP.AA) con 17 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astenuto; all’attivazione delle entrate proprie patrimoniali ai sensi dell’art. 251 del D. Lgs. 267/2000 con 21 voti favorevoli e 4 contrari; all’attivazione delle entrate tributarie a seguito della dichiarazione di dissesto (diritti SUAP, proventi da permessi a costruire e proventi Urbanistica) con 18 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

LA PROTESTA DEL M5S – “La seduta odierna del Consiglio comunale, la cui convocazione è stata comunicata con PEC pervenuta alle 14,22 dell’8 febbraio, era dedicata all’adempimento di quanto previsto dall’art. 251 del TUEL. Il legislatore afferma che tali adempimenti (relativi alle entrate proprie) siano fatti «nella prima riunione successiva alla dichiarazione di dissesto e comunque entro i trenta giorni». L’11 gennaio il Consiglio comunale votò il dissesto. In Aula – scrivono in una nota i consiglieri comunali Marianna Farese e Nicola Sguera – si sarebbero dovuti votare ben quattro ordini del giorno, preventivamente discussi nelle Commissioni consiliari. Purtroppo la documentazione è pervenuta appena tre giorni prima la seduta del Consiglio, rendendo impervio il lavoro di disamina e l’eventuale integrazione, cui non ci siamo comunque sottratti.

Lo stesso capogruppo De Nigris ha chiesto: «Perché dobbiamo giungere sempre all’ultimo giorno, all’ultimo momento, con il presidente De Minico che deve convocare il Consiglio in regime di urgenza […] con restringimento dei tempi anche riguardo le garanzie dei consiglieri?» Urgenza assolutamente ingiustificabile per un termine stabilito da legge, ma giustificato solo da una incapacità di adempiere per tempo. Ieri ben quattro Commissioni in seduta congiunta avrebbero dovuto analizzare tutta la documentazione, impresa divenuta oramai ciclopica. Dalla stampa abbiamo appreso che membri della maggioranza hanno continuato a lavorare fino alle 21,00 «per redigere gli emendamenti che la maggioranza proporrà al Consiglio». Oggi, dunque, si è assistito ad uno spettacolo surreale: la discussione e il voto su un atto la cui obbligatorietà era nota da un mese, preparato solo negli ultimi giorni dai funzionari preposti, messo a disposizione solo negli ultimissimi giorni dell’organo che avrebbe dovuto votarli, emendato (stravolto?) fino a tarda sera dalla stessa maggioranza!

Solo per rimanere al Piano dei costi e alla relazione di accompagnamento per stabilire le tariffe della componente TARI della imposta unica comunale, – spiegano i due esponenti dell’opposizione – abbiamo fatto notare contraddizioni, errori di calcolo ed errori di datazione assolutamente intollerabili in un atto di tale importanza. Stiamo parlando dell’unico tributo che non è legato al dissesto, e quindi non soggetto ad essere portato al massimo, il quale è vincolato alla sola copertura dei costi. Un’analisi puntuale dei costi avrebbe permesso di abbattere il tributo senza ripercussioni sui livelli occupazionali, e dare un po’ di respiro ad una comunità vessata da anni. Si è previsto invece un taglio tout court dei trasferimenti dal Comune all’ASIA.

Le contraddizioni evidenziate sono innumerevoli, una su tutte ci dimostra di come sia inadeguata questa Amministrazione: da un lato dichiara che l’obiettivo principe è aumentare la massa dei rifiuti differenziati vendibili, dall’altra si prevede una diminuzione di circa il 50% delle entrate per questa voce! Questa è solo una delle tante leve su cui agire per abbattere il costo del servizio e alleggerire le bollette. Insomma siamo di fronte ad una sciatteria che, dopo otto mesi di governo della città, non appare più né giustificabile né, soprattutto, tollerabile.

Per questo motivo, per lanciare un messaggio forte a chi pur si è impegnato (De Minico, De Nigris) a che non si ripeta questa imbarazzante situazione, abbiamo deciso di abbandonare l’Aula prima del voto del primo punto e di non partecipare più allo svolgimento successivo della seduta, impegnandoci a disertare i lavori consiliari ogni qual volta i consiglieri non dovessero essere messi in grado di svolgere adeguatamente il proprio ruolo di controllo. Non ci interessa sapere di chi siano le responsabilità. In una girandola di cambiamenti, – proseguono Farese e Sguera – il Sindaco e la sua Giunta hanno scelto i ruoli per i propri Dirigenti. La responsabilità è congiuntamente tecnica e politica. Dopo l’ennesima figuraccia, che segue di pochi giorni la mancata presentazione del questionario sui costi e i fabbisogni standard, è necessario cambiare completamente registro.

Per chiudere: la città non può risentire dello scontro, avviatosi in questi giorni, tra l’Amministrazione e una sua Partecipata (l’Asia). Il M5S terrà una conferenza-stampa, in attesa del Consiglio monotematico, in cui espliciterà le proprie posizioni sulle criticità dell’Azienda, riservandosi altre azioni miranti a fare chiarezza in un ginepraio il cui malfunzionamento rischia di avere pesanti ripercussioni sulla vita di tutti i cittadini”.

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